Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

La Voce dell'Anima, versione seconda

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Emer Kenobi
view post Posted on 4/7/2010, 19:28




Questo è sempre stato il mio capitolo preferito!!!!!!! oh adoro Hijiri e come da la lieta novella a Masumi e la sua reazione!!!!!!
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 4/7/2010, 19:30




...e quanto ce lo hai fatto aspettare questo capitolo....ma ne è valsa la pena! :pucci:
Che bello! Già che mi parti con Masumi che si arrotola le maniche della camicia, guadagni già 1000 punti...ma il resto è strepitoso, dalla doccia a quel mito di Hijiri! ::emoheart: E ora che farà Masumi?
 
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view post Posted on 5/7/2010, 08:48
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Senti Nadeshiko,poni il caso che ciò in cui una persona ha sempre creduto a un certo punto, a causa di uno stimolo esterno,cambi...in tal frangente,se il nuovo modo di essere la rendesse più felice di quanto fosse prima non sarebbe qualcosa di magnifico?

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eheheh Flo... considera che questo capitolo era in realtà nato quando Rosi ha coloratoilo Masumi Desnudo! :ehi: :ehi: :fufu:

tra poco posto l'altro capitolo...
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 5/7/2010, 08:51




CITAZIONE (simply_me @ 5/7/2010, 09:48)
eheheh Flo... considera che questo capitolo era in realtà nato quando Rosi ha coloratoilo Masumi Desnudo! :ehi: :ehi: :fufu:

Ottima collaborazione direi ;)
Sto sintonizzata per il seguito!!
 
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Leyla Sayn
view post Posted on 5/7/2010, 12:35




Meraviglioso, questo capitolo mi è piaciuto tantissimo. Complimenti all'autrice. In questo sito sto scoprendo dei veri talenti.
Non vedo l'ora di leggere il seguito: sarà bellissimo il prossimo incontro tra Maya e Masumi, dopo la rivelazione di Hijiri.
Leyla.
 
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view post Posted on 5/7/2010, 18:57
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Senti Nadeshiko,poni il caso che ciò in cui una persona ha sempre creduto a un certo punto, a causa di uno stimolo esterno,cambi...in tal frangente,se il nuovo modo di essere la rendesse più felice di quanto fosse prima non sarebbe qualcosa di magnifico?

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Capitolo XI



Hijiri era andato via da almeno mezz'ora ma Masumi era ancora entusiasta.

Pochi minuti dopo l'uscita del primo anche lui era uscito sorridente dalla villa. Aveva fattp una passeggiata, ritrovandosi adesso lì, in prossimità della scogliera.
Scese quei tortuosi gradini in roccia naturale, creati dall'uomo e lisciati dall'acqua del mare chissà quanti anni passati, sino a ritrovasi ai piedi della scogliera, dove si stendeva una piccola distesa di sabbia fine dal colore avorio invisibile dall'alto.

Era la sua spiaggia privata.
Per anni si era ritrovato lì esclusivamente con lo scopo di nuotare e fortificare il proprio corpo, ma adesso ne era davvero incantato.
Come era bella!

Si tolse scarpe e calzini, rivoltò le gambe dei pantaloni sino alle ginocchia e avanzò sino alla battigia.
Lasciò che l'acqua marina, fredda, gli bagnasse i piedi e rimase lì immobile, ben diritto, con le mani nelle tasche dei pantaloni, a guardare i riflessi meravigliosi che i raggi del sole pomeridiano formavano su di essa.

"Che meraviglia!" pensò.

Vedeva il mondo con occhi nuovi e, per la prima volta soprattutto, ne respirava l'essenza.
La brezza marina, mossa dal vento, gli solleticava le narici.

Sorrise.
Pensò che quel piccolo angolo di paradiso, come adesso lo riteneva, sarebbe sicuramente piaciuto a quella ragazzina, la sua ragazzina.

Il suo viso si inombrò un istante.

Sua...
Poteva davvero ritenerla tale?
Avrebbe voluto davvero che già fosse così, ma... non lo era.

Forse era solo un pazzo, un illuso che si stava aggrappando a un sogno.

Il suo primo istinto, su quella terrazza, era stato quello di correrre all'auto e precipitarsi immeditamente a quel circo, di correrle incontro e abbracciarla, stringendola forte a sè.

Avrebbe potuto farlo?
Avrebbe davvero potuto farlo?
No.
C'erano ancora parecchie cose, troppe cose, che doveva sapere, capire, prima di agire.

Innanzitutto voleva sapere cosa esattamente la ragazzina aveva detto a Hijiri, sperando, pregando che quest'ultimo non si fosse sbagliato, che non avesse frainteso.
Poi... ancora non lo sapeva.
Non sapeva cosa fare, cosa pensare, come comportarsi.

Cercò per un attimo di rimanere lucido.
Qualsiasi supposizione partiva comunque dallo stesso punto: la dichiarazione della ragazza.

Si ricordò che Hijiri gli aveva detto che alle 16:00 la avrebbe accompagnata alle prove.
Doveva parlare con lui. Lo avrebbe raggiunto lì.

Si allontanò rapido dalla battigia, tolse delicatamente i granelli di sabbia che gli erano rimasti attaccati ai piedi, risistemò i pantaloni e si rimise calzini e scarpe. Risalì rapidamente lungo la scogliera, giungendo in alto senza alcun affanno.
Tornò alla villa all'interno quale afferrò prontamente la giacca sulla poltrona e le chiavi dell'auto.
Mise in moto e partì, spedito, verso l'edificio delle prove.

Quando raggiunse la struttura, accostando al marciapiede opposto di fronte l'ingresso, guardò l'orologio: le 16:20.
Spense il motore e attese pazientemente.
Cinque minuti dopo vide un taxi, alla cui guida riconobbe il suo dipendente, accostare esattamente daventi all'ingresso e poi...

Vide lei, Maya Kitajima.
Scendeva sall'automobile sorridente. Si inchinò leggermente a salutare Hijiri prima di richiudere lo sportello e si voltò risalendo i gradini dell'edificio.

Masumi scese dalla vettura, osservandola scomparire dietro le porte d'ingresso.

Il suo sorriso, il sorriso di quella ragazzina... Dio quanto era bello!

Strinse con forza lo sportello che aveva ancora tra le mani.
Dovette sforzarsi seriamente per non seguirla dentro l'edificio.

Chiuse rapidamete lo sportello e attraversò la strada chiamando il tassista che, riconosciutolo, lo attese pazientemente.
Una volta accomodatosi nel sedile posteriore, Hijiri rimise in moto dirigendosi verso un vecchio parcheggio a una decina di isolati da lì.
Una volta arrivati cominciò a parlare.

Hijiri raccontò al signor Masumi ogni particolare della conversazione avuta con la ragazza: il timore di quest’ultima di deludere tutti e di perdere il suo ammiratore nel caso questi venisse a conoscenza che si fosse innamorata e la confessione fatta prima di scappare via la notte precedente al parco.

- E stamattina, quando ho accompagnato la signorina Maya, l’ho rassicurata che non avrei detto nulla che avrebbe potuto metterla in imbarazzo con il suo ammiratore - concluse sorridente osservando il signor Masumi dallo specchietto retrovisore.
- Capisco… quindi lei non ha fatto il mio nome? - chiese Masumi, poi continuando – In fondo, non era necessario. - sorrise - E può star certa che non hai detto nulla che potesse metterla in imbarazzo con il suo ammiratore - lo canzonò allegro.

Ci fu un attimo di silenzio e Hijiri, osservando dallo specchietto con un'espressione più seria chiese:

- Cosa ha intenzione di fare adesso signor Masumi? -

Masumi si fermò a pensare.

Che cosa avrebbe fatto?
Come avrebbe agito?
Se avesse potuto seguire soltanto il suo cuore sarebbe corso immeditamente indietro, lì da lei, e le avrebbe detto ogni cosa.
Le avrebbe detto che l'amava... e si! Le avrebbe detto che era lui, era sempre stato lui in suo ammiratore.

Come avrebbe reagito?
Sarebbe stata contenta?
Sarebbe rimasta delusa?
Lo avrebbe perdonato e accettato anche allora?

Ma se lo avesse fatto, se solo avesse accettato allora lui...

Ma poteva davvero?
Poteva davvero andare da lei adesso, in questo momento?
No.
Conosceva bene la risposta: non poteva.
Non adesso, non in quelle circostanze. Con suo padre, e Shiori... no era impossibile.

- Ancora non so Hijiri. - gli rispose seriamente - Tutto ciò che voglio... è che lei possa essere felice, che lo possa essere davvero... e io... -
- Sono sicuro che agirà nel migliore dei modi, signor Masumi. - lo interruppe confortandolo - Su, adesso la riaccompagno. E si ricordi - aggiunse guardando l'uomo con determinazione dallo specchietto - che potrà sempre contare sul mio aiuto. Sempre. In ogni caso. -

Masumi incrociò lo sguardo dell'uomo nello specchietto.
Non mentiva, lo sapeva bene.

- Ti ringrazio. - fu l'unica cosa capace di dirgli.

Hijiri gli sorrise, prima di rimettere in moto e concentrarsi sulla strada.

Ritonarono all'auto in silenzio, Hijiri voleva lasciargli tutto il tempo necessario per riflettere e Masumi ne sentiva davvero il bisogno.

Tornato alla sua auto Masumi decise di ritonare in ufficio: erano le 16:50.
Era pur sempre il presidente e occorreva che desse l’impressione di stare lavorando.
Suo padre era sospettoso, troppo sospettoso e, probabilmente, aveva già piazzato delle spie tra i suoi dipendenti: doveva essere cauto, adesso più che mai.

Ripartì in fretta.

***




Entrata nell'edificio delle prove, Maya si sentì chiamare da una voce maschile.
Si voltò verso destra e riconobbe Sakurakoji che le si avvicinava.

– Ah, ciao Sakurakoji! - lo salutò allegramente.
– Ciao! - il ragazzo ricambiò sorridente -Noto che sei di buon umore. Allora? Come è andato il primo giorno al circo? - le chiese.
– Bene, è stato... fantastico. Mi sono divertita un mondo. -
– Ma come! - disse scherzando Sakurakoji – Cominciamo bene! Invece di lavorare ti metti a giocare? - rise, strizzandole l'occhio.

Maya scoppiò a ridere.
Il ragazzo la osservò.

– Sono davvero contento di vederti ridere. Era ora! - le disse dolcemente.

La ragazza comprese.

– Si, Sakurakoji... era ora. - ripetè serenamente, poi – Oh! E la tua mattina al tempio? -
– Tranquilla. - le rispose sereno anch'egli - L'atmosfera è davvero pacifica... - e scherzando – quasi quasi invece di meditare mi stavo addormentando! -
– E poi parli per me?! - rise Maya.

- Sono lieto - li interruppe una voce dietro loro - di vedervi sorridere. - era il signor Kuronuma - Forza pelandroni!! Vi tocca provare adesso! Perditempo! -

I due ragazzi si misero sull'attenti, rispondendo all'unisono:

- Si! - prima di allontanarsi di corsa verso i rispettivi spogliatoi per cambiarsi.

Entrarono nella sala prove quindici minuti dopo che quasi erano le 17:00.

– Certo ce ne avete messo di tempo a cambiarvi! - li riprese Kuronuma - Forza, cominciamo! - batté le mani – Kitajima, Sakurakoji! Per il pomeriggio ci concentreremo sulle scene di gruppo. Cominciamo con la festa! Su, forza! Ognuno ai propri posti! Akoya, ricorda: tu sei il fulcro della festa e a te si rivolgono tutti per invocare preghiere e benedizioni. Isshin: tu te ne stai in disparte a osservarla pensieroso. Cominci a intuire l'essenza divina di Akoya. Siamo intesi? -
– Si, signor Kuronuma. - rispose il ragazzo.

Il regista batté le mani una seconda volta e diede inizio alle prove, osservando e correggendo, anche bruscamente, chiunque sbagliasse o non ritenesse perfetto. Fece ripetere la scena almeno una decina di volte, poi proseguì con gli altri attori.


Erano ormai le 20:30 quando il regista lasciò andare il resto del cast. trattenendo i due ragazzi.

- Adesso siamo solo noi... - disse senza guardarli in volto - Akoya! Isshin! Fatemi vedere la scena in cui iniziate a vivere come innamorati. Non tutta! Cominciamo da Isshin, dalle battute “non si sa da dove provengo né come mi chiamo”, intesi? Forza! -

I due ragazzi presero posizione una di fianco all'altro.
Al battito di mani del regista, Sakurakoji si voltò lateralmente, posizionandosi di spalle alla ragazza, e chinando il capo.
Strinse i pugni, cominciando con le sue battute.

- *Non si sa da dove provengo, né come mi chiamo...* - recitò gravemente – *Non ti preoccupa stare insieme a un uomo come me?* - chiese con un punta di timore, poi fece una leggera pausa - *Ma sono io a preoccuparmi...* - poi ancora gravemente – *non penso di essere un uomo adatto a te...* - si piazzò di fronte alla ragazza, le prese con la mano destra il braccio sinistro poco al di sotto della spalla, mentre tenne la sinistra parallela al corpo, stringendo il pugno – *Non ho nulla... né nome... né passato...* - alzò la sinistra e si toccò il petto – *ho solo questo corpo...* - avvicinò il viso a quello della ragazza – *e questi occhi per guardarti...* -

Maya sorrise, lo interruppe mettendogli una mano sulle labbra e fece un passo indietro.

– *Per la tua Akoya questo è sufficiente!* - esclamò amorevolmente, poi gli prese il viso con entrambe le mani e chiese sapendo di non dover aspettare risposta - *lo sai?* - lasciò il viso del ragazzo – *Cosa sono nome e passato rispetto al poter vivere con me ora che mi hai incontrato?* -

Gli prese le mani, le strinse nelle sue.

– *Questo può bastarci...* - sollevò le mani del ragazzo congiungendole in un gesto di preghiera insieme alle sue sotto il suo mento e, con infinita dolcezza, lo implorò – *abbandona, te ne prego, il tuo passato* – fece una pausa e lo guardò fisso negli occhi – *diventa solo mio, della tua Akoya...* - lo implorò.

Per un attimo Sakurakoji rimase incantato.

"Maya..." pensò.

Si riprese.
Lasciò le mani della ragazza e le afferrò le spalle.

- *Un uomo come me?* - le chiese - * Ne sei sicura Akoya?* -

Maya sorrise e, con sicurezza, aggiunse:

- *Tu sei l'altra parte di me. Io sono l'altra parte di te...* -
– *Io sono te.* - riprese lui - *Tu sei me...* – le strinse le spalle con forza – *ti penso con tenerezza... non sapevo che ci fosse tanto ardore dentro me!* -
– *Amore mio... eravamo stati separati...* - con serenità aggiunse la ragazza – *ma ora torniamo a essere uno...* -
– *Ora che ci siamo incontrati come è possibile vivere separati?* - la interruppe il ragazzo, la abbracciò – *Ormai non possiamo allontanarci!* - la strinse più forte e con maggior vigore proseguì – *Il mio nome e il mio passato non sono importanti quanto te: resto... anche se non so chi sono...* - con dolcezza la rilasciò dall'abbraccio e accostò la sua fronte a quella della ragazza guardandola fissa negli occhi e mettendole le mani alla vita – *Gli occhi per guardarti, le mani per accarezzarti, questo corpo per amarti...mi bastano solo questi...* -

Maya sorrise e lo abbracciò con slancio.

– *Come sono felice caro!!* - esclamò con gioia.

CLAP!
Il regista li interruppe.

– Basta così per oggi! - gridò loro – dovete ancora migliorare... specialmente tu Kitajima. Ma direi che simao vicini. Ricordatevi dei vostri movimenti di oggi! -

Così dicendo licenziò i due ragazzi e andò via.

Maya salutò rapidamente Sakurakoji e andò via di corsa dalla sala.

Sakurakoji rimase ancora lì.
Non era riuscito a uscire dal suo personaggio.
La dolcezza di Maya... no, quella di Akoya, lo aveva incantato.

Si riprese a stento, accorgendosi di esser rimasto solo nella sala.
Uscì di corsa cercandola in corridoio.

- Maya! - gridò - Aspetta! - si accorse che non c'era nessuno.

- Ti accompagno... - sussurrò appena.

Maya era già andata via.
Aveva già smesso i panni di Akoya ed era tornata a essere la solita Maya, la solita sfuggevole Maya.
Sfuggevole... sempre.

Scosse il capo affranto.
Andò via anche lui... solo.
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 5/7/2010, 19:50




Poverino... :languo:

Grazie Simply, sono contenta che questa ff abbia ripreso a pieno ritmo...ci voleva!
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 6/7/2010, 18:33




Adesso comincia tutta la parte più emozionante... forza masumi, prendi in mano la tua vita e lotta per il tuo amore!
 
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view post Posted on 6/7/2010, 19:55
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Speriamo di vedere un masumi che combatte per cio' che vuole .....adesso che sa che maya ama lui e non l'ammiratore delle rose... speriamo che questo possa succedere anche nel manga ..che masumi prenda la cozza è Eisuke e li mandi a quel paese............
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 6/7/2010, 20:01




e al povero sak non ci pensa nessuno? !!!:languo:
 
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view post Posted on 9/7/2010, 15:48
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Senti Nadeshiko,poni il caso che ciò in cui una persona ha sempre creduto a un certo punto, a causa di uno stimolo esterno,cambi...in tal frangente,se il nuovo modo di essere la rendesse più felice di quanto fosse prima non sarebbe qualcosa di magnifico?

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Flo ci ho pensato io... vedrai che il povero sak ti sembrerà poi non così povero fra un po'...

stasera posto il nuovo ch e il primo ch della ff che avevo appena cominciato quando la ex founder ha cancellato il forum.
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 9/7/2010, 18:01




CITAZIONE (simply_me @ 9/7/2010, 16:48)
stasera posto il nuovo ch e il primo ch della ff che avevo appena cominciato quando la ex founder ha cancellato il forum.

due in contemporanea, o questa finisce di già??
 
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view post Posted on 9/7/2010, 18:03
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Senti Nadeshiko,poni il caso che ciò in cui una persona ha sempre creduto a un certo punto, a causa di uno stimolo esterno,cambi...in tal frangente,se il nuovo modo di essere la rendesse più felice di quanto fosse prima non sarebbe qualcosa di magnifico?

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eh no! questa è lunga 52 capitoli, ma come ti ho già detto, salvo qualche piccola modifica, specie tra una decina di capitoli, è tutta già stesa...
l'altra invece l'avevo appena iniziata prima della cancellazione del forum.
 
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view post Posted on 15/7/2010, 21:34
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Senti Nadeshiko,poni il caso che ciò in cui una persona ha sempre creduto a un certo punto, a causa di uno stimolo esterno,cambi...in tal frangente,se il nuovo modo di essere la rendesse più felice di quanto fosse prima non sarebbe qualcosa di magnifico?

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Capitolo XII



Il giovane presidente della Daito raggiunse canticchiando tra sè e sè la scrivania della segretaria, antistante il suo studio, trovandosi innanzi una stupita signorina Mizuki.

- Signor Masumi... - cominciò la segretaria battendo le ciglia perplessa - Cosa ci fa lei qui? -
- Oh signorina Mizuki! Buona sera. - gli rispose allegramente - Come che ci faccio qui? È il mio ufficio questo, no? – le sorrise – A proposito, gradisce un caffè signorina Mizuki? – le chiese - Glielo porto subito. -

La donna rimase sconvolta: era quello l'uomo che era andato via affranto poche ore prima? Era quello l'uomo che il giorno prima aveva combattuto con se stesso per incollare i pezzi di una maschera già da tempo scalfita?
E, soprattutto, da quando in qua era lui a portare il caffè alla segretaria?!

- Signor Masumi! - gli urlò praticamente sottovoce la donna - Si accomodi nel suo ufficio! - impartì - Le porterò immediatamente il suo caffè. -
- Ah. D'accordo signorina Mizuki. - rispose leggero il giovane presidente - Ma... la prego, si accomodi anche lei. - le sorrise - Preferisco bere il caffè in compagnia. - aggiunse facendole l'occhiolino.

La signorina Mizuki aprì la bocca sbalordita.
Se questo atteggiamento sconveniente fosse stato notato dagli altri dipendenti...

Si risistemò rapidamente gli occhiali, tirandoli su dal naso, si alzò e, praticamente spingendolo dentro, accompagnò il giovane presidente nel suo studio, affrettandosi a richiudergli la porta dietro.
Sospirò.


Pochi minuti dopo, entrò anche lei, reggendo in mano un vassoio con due tazze di caffè caldo e fumante che ripose sulla scrivania, alla cui poltrona, ad attenderla sorridente, era il presidente.

- Oh! Bene, bene signorina Mizuki, - le disse allegro Masumi - la prego, si accomodi - la invitò con un gesto della mano a prendere posto sul divanetto a sinistra della sua scrivania.

Quell'uomo era allegro, deciamente troppo allegro.
Probabilmente non se lo sarebbe mai perdonata in seguito, già una volta per un atteggiamento più personale si era presa uno schiaffo, ma...

- Signor Masumi, - esordì seria per poi proseguire in tono canzonatorio - il suo atteggiamento è alquanto singolare questo pomeriggio... - lo vide cominciare a sorseggiare il suo caffè - Devo forse arguire che la signorina Maya si sia dichiarata? -
- COFF! COFF! - tossì sorpreso il presidente, cercando di riprendersi da un mancato affogamento.

La donna rise apertamente.

Masumi la fissò, inaspettatamente imbarazzato.
Dopo un attimo tornò serio.
La signorina Mizuki era sempre stata una donna perspicace.
Senza che nessuno glielo dicesse aveva compreso già da tempo i suoi sentimenti per quella ragazzina, ma questa volta era diverso.
Come faceva a conoscere i sentimenti di Maya Kitajima?
Quando l'aveva scoperto?

Si alzò dalla poltrona alla scrivania e si venne a sedere sulla poltrona a fianco del divanetto su cui era la donna.
La guardò serio.

- Signorina Mizuki, come fa lei a sapere... - stava per chiederle.
- Che Maya è innamorata di lei? - lo interruppe con fare retorico la segretaria.

Ci fu un istante di silenzio.

La signorina Mizuki studiò l'espressione del presidente.
Temeva di aver esagerato. Preferiva evitare di osare ancora senza alcun incoraggiamento.

Masumi, dal canto suo, era desideroso di sapere, di capire.

- Si, – rispose l'uomo seriamente – come l'ha capito? -

La signorina Mizuki prese la tazza e la strinze tra le mani.

- È una lunga storia. - cominciò - È più un'intuzione che altro a dire il vero. Alcuni mesi fa, quando lei cominciò a frequentare la signorina Shiori, Maya vi vide entrare assieme in un locale. Io... la incontrai per caso. Ero costretta a disturbarla per lavoro a un suo appuntamento e la vidi là sul marciapiede che fissava l'ingresso del locale in cui lei era appena entrato in compagnia della signorina Shiori. Quando richiamai la sua attenzione Maya mi chese chi era la donna in sua compagnia e io le spiegai che probabilmente sarebbe diventata la sua fidanzata. Avevo molta fretta e non avevo tempo di verificare per bene le reazioni della ragazza, ma... tremava. Di questo ne ero sicura. - si fermò un istante a osservare il volto dell'uomo.

Masumi era attento, ascoltava in silenzio, occhi fissi sulla segretaria.

- Da quel momento pensai che qualcosa era cambiato, che forse lei per Maya non era solo il suo nemico. Poi, alla sua cerimonia di fidanzamento... - si interruppe incerta.
- La prego continui - la esortò il presidente, adesso seduto col busto chino in avanti, gomiti sulle ginocchia, mani intrecciate.
- Quando incontrai Maya all'ingresso mi sembrava un pò titubate, come se ci fosse qualcosa che volesse fare. Poi però, a un certo punto il suo sguardo si fermò sul cartellone che annunciava il suo fidanzamento. La sua espressione cambiò, sembrava... sconvolta. La vidi entrare nella sala tremando, quando finalmente riuscì a vedere lei e la signorina Shiori abbracciati si portò una mano alla bocca. Le si avvicinò un cameriere e lei prese una coppa di champagne quasi automaticamente, senza neppure guardare cosa stesse facendo. Continuava a fissare lei, lei e la signorina Shori insieme. Pochi istanti dopo i suoi occhi si riempirono di lacrime e, senza neppure accorgersene, lasciò scivolare il bicchiere. Solo allora tutti si accorsero di lei. Anche lei. - fece una breve pausa - Io credo... credo che quando le urlò contro scappando... beh io penso che lo fece più per disperazione, che perchè la odiasse veramente. Ma... forse lei era troppo impegnato, in quel momento, per accorgersene. -

L'uomo chiuse gli occhi, adagiandosi sullo schienale della poltrona.

Tutto questo tempo...

Ripensò a quella telefonata fatta una sera in cui lei gli aveva chiuso il telefono in faccia urlandogli "sia felice!" e a quell'incontro in quel parcheggio in cui lei gli aveva chiesto di Shiori. Era diventata pallida allora, mentre gli aveva detto che non lo aveva mai visto sorridere a quel modo. Poi ripensò ripensò al paese natale della Dea Scarlatta, quando davanti a Shiori l’aveva presa in giro e lei, invece di urlargli contro, si era messa a piangere.
E quella notte al tempio, quando aveva detto di non odiarlo... e la mattina dopo quando gli aveva donato quel ramo... i suoi sentimenti... le battute della Dea Scarlatta che aveva recitato solo per lui, lì all'altra sponda di quel ruscello...

Maya era innamorata di lui da tutto questo tempo...

- Possibile che sia stato cieco per tutto questo tempo? – disse tristemente Masumi Hayami, rise amaramente - Mi vanto di essere abile, perspicace, ma sono stato uno stupido. -
- Glielo dissi tempo fa: - riprese la signorina Mizuki sorridendogli dolcemente - il semaforo non rimane rosso per sempre. – sospirò - Alla fine se ne è accorto anche lei! - riprese con maggiore entusiasmo - Suvvia! Non si abbatta: ora deve solo capire ciò che vuole veramente. -

L'uomo rimase silenzioso un istante.

- Cosa voglio veramente... - ripetè più tra sè e sè - Io... voglio solo... renderla felice, ma... -
- Ma ci sono molti ostacoli, non è vero? – lo interruppe la segretaria - Per prima cosa la differenza di età, di posizione sociale, i giudizi delle persone… Se lei e quella ragazza foste coinvolti in uno scandalo proprio adesso… -
- Lei perderebbe tutto. - proseguì il presidente - Avrebbe me… ma potrebbe davvero essere felice? La Dea Scarlatta è sempre stato il suo sogno. - si fermò a deliberare un istante - No, non posso ostacolarla e impedirle di provare a raggiungerla. E poi… mio padre… - proseguì – questo padre a cui sono legato dal lavoro… non ammetterebbe mai una mia disobbedienza. Non me lo perdonerebbe mai, né a me né a lei. -

Inorridì al pensiero di cosa sarebbe stato capace di fare.

- Dimentica una cosa: signor Masumi… - lo richiamò la segretaria – lei è fidanzato! E non con una donna qualsiasi, con la nipote dell'imperatore Takamiya! Una famiglia importante, troppo importante. –

Sentì la mascella contrarsi.
La signorina Mizuki aveva ragione, tristemente ragione.

- Ho seguito gli ordini di mio padre. Credendo di non aver alcuna possibilità, ho lasciato che lui decidesse per me e ho accettato di conoscere Shiori. Sono stato gentile, più gentile di quanto lo sia mai stato con ogni donna, perchè questo era quello che dovevo fare, perchè lei doveva essere la mia fidanzata. Adesso lei... è innamorata di me. Se la abbandonassi lei... soffrirebbe ingiustamente. -
- Cosa farete lei e Maya, signor Masumi? -
- Io... lei ancora non sa, non sa che lo so, che l'ho capito. - e aggiunse con infinita tristezza - Forse non lo saprà mai. -

La signorina Mizuki si alzò di scatto.

- Mi perdoni se glielo dico, - disse la donna amaramente - ma lei mi delude. Questo suo atteggiamento... è deludente. -
- C...-
- Lei davvero si arrende così? - gli chiese - Si sente in colpa per i sentimenti della signorina Shiori. Ma non pensa ai suoi sentimenti? Ai sentimenti di Maya? O forse solo perchè sono finora nascosti hanno meno importanza? Non prova nemmeno a lottare? Proprio lei che è noto con nome di "affarista senza scrupoli" per la sua abilità nel risolvere ogni affare in suo favore, non è capace di lottare per l'affare più importante della sua vita? Non è capace di lottare per sè e Maya? -
- Io... -
- Si faccia forza signor Masumi! Sono certa che riuscirà a risolvere abilmente anche questa situazione... - gli sorrise.

Si diresse in silenzio verso la porta, intenzionata a dare tempo all'uomo per riflettere.
La aprì e stava per uscire quando si sentì chiamare.

- Signorina Mizuki! Aspetti. Io... credo di avere un'idea... un punto di partenza. Solo...- aggiunse esitando - mi occorrerebbe anche il suo aiuto. - la guardò fisso in volto.

La donna richiuse la porta.

- La ascolto. - gli disse, con le spalle appoggiate al battente della porta.

- Prima... ho una domanda da porle. È disposta a rischiare il suo posto di lavoro? - si fermò un istante - Ho intenzione di disobbedire a mio padre... ma c'è una cosa che prima devo fare. -

La signorina Mizuki si sorprese per la domanda.
Tuttavia sapeva già da tempo come rispondere.

- Signor Masumi, - disse avvicinandosi nuovamente ai divanetti - io sono la sua segretaria, non la segretaria di suo padre. La conosco da troppo tempo per abbandonarla in quest'impresa, qualinque essa sia. - rispose ferma, decisa.

Masumi Hayami sorrise.

- Lei è più di una segretaria... lei è una grande alleata, un'amica! - esclamò, poi più sero aggiunse - Si sieda, la prego. - accompagnò il gesto con la mano.
- Beh! - esclamò la donna accomodandosi - Quanto ha appena detto mi ripaga più della mia intera carriera di segretaria per la Daito! - aggiunse allegramente, poi attenta - Coraggio: sono tutta orecchi. -


continua...

 
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~*Floriana*~
view post Posted on 15/7/2010, 22:33




"- La prego continui - la esortò il presidente, adesso seduto col busto chino in avanti, gomiti sulle ginocchia, mani intrecciate"...

che figo!...me lo vedo proprio davanti agli occhi!! :wowhot:

Ma sto babbo si tirava anche indietro, dopo quello che gli ha detto Mizuki???
Adesso Mizuki&Hayami vs Hayami&Takamiya...cosa succederà?
 
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152 replies since 29/3/2010, 08:06   15401 views
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