Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

Lontano da casa ff di Haruna

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briky
view post Posted on 8/4/2010, 22:32




Ecco la ff di Haruna

LONTANO DA CASA

Capitolo 1
- parte I -

Ayumi, seduta davanti allo specchio nella sua camera da letto, si spazzolava i morbidi e vaporosi capelli che si erano leggermente schiariti dal sole durante il soggiorno nella Valle dei Susini. Il suo sguardo non fissava nulla in particolare, era presa da un pensiero invasivo, un pensiero che la tormentava ormai da anni.. Come raggiungere la sua meta, come avvicinarsi al suo più grande sogno, interpretare la protagonista dello spettacolo teatrale più bello e famoso di tutto il Giappone. La dea Scarlatta non era mai stata così vicina, Ayumi la sentiva accanto a sé, sentiva la figura aggraziata e solenne della dea che le stava accanto e le suggeriva, con la sua sola presenza, il contegno che avrebbe dovuto tenere sul palcoscenico per splendere più che ogni altra persona, ma soprattutto più di Maya, la sua rivale.

Maya, colei che solo per un istante della sua vita aveva sbagliato a giudicare come una ragazzina insipida e incapace. Maya ci aveva messo sin troppo poco a dimostrarle di aver commesso un errore grossolano a sottovalutarla. Ma quell'errore da sprovveduta che aveva commesso parecchio tempo prima, era stata ben attenta a non ripeterlo più. Una scintilla nel suo sguardo si rifletté sullo specchio. No Maya, pensò, non ti sottovaluterò più, ma nemmeno mi farò battere da te. Non avrai la dea Scarlatta. sarò io ad avere la parte.

L'aria di quella mattina profumava di fiori ed erba tagliata, ed Ayumi decise di andare a fare una passeggiata. L'autista, non appena la vide uscire dal cancello, le corse dietro offrendosi di accompagnarla ovunque lei avesse voluto, ma no, non era il caso, rispose lei, la giornata era così bella che sarebbe stato un sacrilegio non godersela in tutta tranquillità e solitudine.

La solitudine.. Solitaria lo era sempre stata. Fin da bambina non aveva mai avuto nessun vero amico vicino. Le ragioni erano tante. Principalmente, faticava ad instaurare un rapporto autentico con gli altri. A causa delle sue origini aveva passato l’infanzia protetta da una campana di vetro.. Istituti privati, i migliori, ma non aveva tempo per legare, era troppo presa dalla necessità di essere la migliore in qualsiasi campo. A questa sua attitudine, gli altri reagivano in due maniere diametralmente opposte: o, non riuscendo a comprenderla, la disprezzavano, oppure provavano sentimenti di ammirazione ed invidia.. Nessuno l’aveva mai vista per quella che era realmente, non la figlia del grande regista Himekawa, non la figlia della grande attrice Utako.. No, semplicemente Ayumi. Non avrebbe voluto spaventare gli altri col suo modo di fare, ma alla fine succedeva inevitabilmente, e tirando le somme, era l’unico modo di comportarsi che conosceva. Per cui, presto si era rassegnata a quello che vedeva come un destino inevitabile, aveva rinunciato alle piccole cose che per una bambina ed una giovane donna erano importanti. Non aveva mai avuto un’amica del cuore. Non aveva mai avuto un ragazzo. La piccola Ayumi era quasi sparita, e sebbene a volte si sforzasse di cercarla, non riusciva a rimettersi in contatto con lei. Forse era diventata un tutt’uno con la recitazione, si era solo trasformata, non aveva rinunciato ad una parte di sé stessa, cercava di dirsi.

Erano proprio le belle giornate a renderla pensierosa. Era difficile camminare per le strade assolate senza imbattersi in qualche persona che non le mostrasse, inconsapevolmente, quanto vuota sarebbe stata la sua vita senza il palcoscenico. Quella coppietta di innamorati che camminava tenendosi per mano, la giovane mamma a spasso col bimbo nella carrozzina.. Ma in definitiva finiva per chiedersi: davvero potrei mai arrivare a volere quelle cose? Davvero rinuncerei a quella che sono diventata per una vita del tutto ordinaria? No. Lei voleva essere un’attrice, anzi l’attrice con la a maiuscola. Voleva la dea Scarlatta, quel ruolo che nemmeno la sua bravissima e perfetta madre aveva mai ottenuto. Quel fondo di inquietudine che c’era in lei quel giorno, nemmeno Ayumi aveva capito cos’era.. O forse sì, era riuscita a decifrarlo, ma nell’istante stesso in cui l’aveva fatto, aveva ricacciato quel terribile pensiero da dove era venuto: cosa sarebbe stato di lei dopo la dea Scarlatta?

- parte II -


Sakurakoji si trovava nella sua camera da letto intento a provarsi un maglione che sua madre gli aveva lasciato sul letto. Era blu scuro, fatto coi ferri. Era un regalo che gli aveva lasciato Mai non avendolo trovato in casa. Forse indossandolo si sarebbe sentito meno in colpa per le sue azioni e i suoi pensieri. Si guardava allo specchio e stentava a riconoscere quello di un tempo, si sentiva cambiato, più uomo? Se più uomo significa più egoista ed incurante sì, allora possiamo dire così. Disprezzava il suo stesso comportamento, quando pensava alla reticenza che usava ormai abitualmente con quella ragazza così premurosa nei suoi confronti… Ma non riusciva a fare altro. Vi era un unico pensiero che lo tormentava ormai da anni: Maya. Ne era sempre stato innamorato, dal primo istante aveva voluto averla accanto a sé. In un primo momento, aveva deciso di rinunciare a lei, ma nonostante la lontananza, i suoi sentimenti non erano sopiti, e rivedendola aveva preso la decisione di tentare ancora, o probabilmente, tentare per davvero, un avvicinamento diverso.

Negli ultimi giorni la distanza tra loro si era notevolmente accorciata. Lei aveva accettato di averlo accanto nel momento del bisogno.. Soffriva, per amore a sentire il regista. Questo non riusciva a capirlo, chi è che poteva respingere i sentimenti così forti ed esclusivi che provava Maya? O forse lei non aveva avuto il coraggio di dichiararsi? Questa seconda ipotesi la riteneva improbabile, conosceva troppo bene quel suo spirito forte ed indomito. Appariva timida è vero, ma dentro covava la forza di un vero leone, non avrebbe mai rinunciato facilmente a qualcosa di davvero importante per lei, lo dimostrava la recitazione..

Sentì suonare il campanello e, poco dopo, comparve la madre ad annunciargli una visita. Era Mai. Deciso e sereno si recò nel salotto dove lei stava già attendendo seduta su di un divanetto.

-Ciao Mai- fu l’unica cosa che gli venne in mente di dire.
-Sakurakoji.. ciao.. Io sono venuta perché.. – esordì incerta la ragazza.
-Mi fa piacere vederti- la interruppe lui –anche io avevo bisogno di parlarti-
Mai ammutolì, abbasso lo sguardo per non mostrarsi timorosa. Aspettava un chiarimento ormai da giorni. Era piuttosto ovvio che, negli ultimi tempi, Sakurakoji era cambiato. Il suo amore per lui, unito alla paura di perderlo, l’avevano trattenuta dal cercare di approfondire seriamente qualsiasi discorso che li riguardasse, ma era evidente, che una situazione simile non potesse durare a lungo.. Anche perché, seriamente, quale speranza gli era rimasta? Continuava a sentirlo freddo e distante, e questa cosa non la faceva dormire di notte. Ma se non poteva averlo non era meglio sentirselo dire e farsene una ragione, arrivati a quel punto? Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto proprio nel momento in cui Sakurakoji ricominciò a parlare.
-Innanzi tutto volevo farti le mie scuse. Mi sono reso conto di essere stato un po’ distante in questo ultimo periodo. Purtroppo penso sia un momento cruciale per la mia carriera d’attore e non riesco a pensare a nient’altro che a questo. Non trovo altre parole per dirtelo, me ne rendo conto forse di sembrare brusco, ma ho la mente totalmente impegnata adesso e non riesco più a pormi nei tuoi riguardi come ho sempre fatto. Mi sono tormentato chiedendomi quanto fosse giusto chiederti di aspettarmi, di aspettare che questo momento passi, e sono arrivato alla conclusione che la cosa migliore da fare per entrambi sia quella di dividere le nostre strade per il momento. Tu sei così dolce e carina, hai bisogno della tua libertà, di pensare a te stessa e non di rincorrere uno come me, che invece è impegnato nel cercare qualcos’altro-
A quel punto tacque e le si avvicinò. Le prese una mano e proseguì:
-Credimi, è proprio perché tengo tanto a te che voglio la tua felicità e so bene che non può essere con me in questo momento. Mi dispiace Mai, se tieni anche tu alla mia, cerca di capire le mie ambizioni-
Con una freddezza di cui si sorprese per prima, Mai gli rispose solamente:
-Debbo capire le tue ambizioni o accettare di essere stata sconfitta da un’altra ragazza?-
Quella di Mai non sembrava sino in fondo una domanda che esigeva una risposta. O forse era un’impressione sua, pensò Sakurakoji, che ben sapeva quanto fosse piena di verità quella frase?

Mai non chiese altro, non approfondì, non pretese spiegazioni. Forse non riusciva a parlare, la sua mascella era serrata nel tentativo di trattenere le lacrime che minacciavano di sgorgare da un momento all’altro. Si alzò in piedi decisa, e dopo aver respirato aggiunse a bassa voce:
-Credo che per me non ci sia più ragione di rimanere- e si avviò verso la porta dove la raggiunse la madre del ragazzo.
Non avendo sentito la conversazione, la invitò sorridente a rimanere per pranzo. Mai non riuscì a rispondere, si limitò a scuotere la testa in un gesto di diniego ed uscì senza dire una parola. La signora Sakurakoji rimase perplessa e voltandosi verso il figlio gli domandò cosa fosse successo. Ma anche lui non le rispose, lasciò il salotto e uscì a sua volta.

- parte III -


Masumi continuava a vedere davanti a sé quelle foto. Le immagini di Maya e Sakurakoji. Si sentiva addolorato, frustrato, arrabbiato, ma con che diritto? Non poteva avanzare nessuna pretesa su Maya, per nessuna ragione al mondo. Non solo non c’era niente tra loro che potesse giustificare la sua gelosia e il suo senso di possessività, ma lui era addirittura in procinto di sposarsi con un’altra donna. Doveva dimenticare qualsiasi altra cosa e concentrarsi sul suo lavoro, che al momento si traduceva nel seguire le prove della Dea Scarlatta. Ovviamente solo un uomo come lui, capace di mentire così spudoratamente a sé stesso, poteva raccontarsi una simile favola per giustificare il fatto di andare a vedere le prove. Non era forse per vedere Maya che vi si stava recando? Ma non avrebbe mai ammesso con sé stesso, non in quel momento per lo meno, una cosa simile. Però riuscì a domandarsi, mentre percorreva in auto la strada che lo separava dalla ragazza, come avrebbe reagito vedendola a due passi da lui dopo così tanti giorni.

Arrivò alla sala prove. La vide immediatamente. Spiccava in mezzo a tutta quella gente, l’esile corpicino di cui almeno un paio di volte, aveva percepito il calore. Cos’è che sentiva vibrare nel petto? Quale subdola emozione gli faceva perdere il fiato? Si mantenne in disparte, per non farsi vedere da lei, voleva pregustare la gioia di vederla, senza il timore che qualcuno scorgesse quello che i suoi occhi potevano tradire. Voleva riempirsi di lei la mente e ricordarla così, piena di passione nell’atto di recitare. Voleva che lo pervadesse la sua immagine di quel momento, voleva dimenticarla vicino a Sakurakoji. C’era molta gente lì intorno, tecnici, attori, forse qualche curioso, non era difficile dunque passare inosservato. La musicalità della sua voce riempì la stanza. L’effetto che fece ascoltarla lo scosse nel profondo. L’emozione gli tolse il fiato. Perché anche solo la sua voce aveva il potere di sconvolgerlo ormai? Era in totale balìa di quella ragazzina? Poi lei si voltò verso di lui e, anche se presa dalla sua interpretazione, non lo vide, lui potè perdersi a guardare nei suoi occhi. E qualcosa cambiò, si sentì perduto. No, realizzò sconcertato. Quella non era più una ragazzina, per lo meno per lui. E lui la voleva per sé. Maya era… era… In quell’istante percepì per la prima volta, prepotentemente, la verità e capì quanto fosse importante davvero per lui tutto quello che la riguardava, e capì perché lo fosse. Si era ostinato a negarlo, con sé stesso prima che con ogni altro, con la sua segretaria che in realtà lo aveva compreso da anni.. Ma la verità lo aveva appena colpito violenta come un ciclone.

Il povero Masumi, interdetto e spiazzato da quel vortice di sentimenti ed emozioni che lo aveva travolto, non sapeva quale duro colpo avrebbe dovuto sopportare da lì a poco. Continuando a fissare la ragazza, consapevole solo della sua presenza, della sua vicinanza a lui, non aveva più pensato a Sakurakoji, il quale invece era proprio di fronte a Maya e stava parlando con lei in un momento in cui le prove erano state sospese perché il regista aveva ritenuto opportuno concedere una pausa ai suoi collaboratori. Sakurakoji, aveva approfittato di quel momento per avvicinarla. Era così felice di essersi liberato di un grosso fardello che lo opprimeva da tempo. Ora poteva dedicarsi a Maya senza sotterfugi, ora poteva averla per sé. Gli ultimi giorni erano stati talmente vicini che si era reso conto di quanto fosse riuscito a farla ravvicinare con poco, solo standole accanto in continuazione, cercandola, coinvolgendola. Era tutta una questione di tempo e sapeva che le cose tra loro potevano solo migliorare ancora. D’improvviso, senza rendersene conto, forse gioioso e spensierato grazie alla libertà appena ritrovata, seguì l’impulso. Maya gli stava parlando allegramente ma lui quasi non la sentiva, annuiva emozionato e riuscì appena a percepire la sua ultima frase, anzi domanda:
-Sakurakoji, ma lo sai che oggi sei proprio strano? Mi vuoi dire che cosa ti è successo?-
Lui disse solo –Maya- e di colpo, quasi ipnotizzato dalla sua stessa gioia, non vide altro che la ragazza a cui aveva sempre pensato davanti a sé, sorridergli, pensò al fatto che mancava poco alla trasformazione, erano due anime gemelle sul palcoscenico, e se avessero voluto e provato, non sarebbe stato difficile esserlo anche nella vita. La strinse a sé, e nell’impulso del momento la baciò con forza.

- parte IV -


Il bacio, della durata di soli 10 secondi appena, a tutti sembrò interminabile. Fu come se il tempo si fermasse. Tutti gli sguardi erano su di loro, ma ciò che fece allontanare Sakurakoji fu un lampo. Anzi più lampi di luce. Si riscosse e si rese conto che erano bombardati dai flash di due uomini, presumibilmente fotografi, giornalisti. Guardò Maya. Lei era immobile, scioccata. Aveva la mano destra alzata, l’indice e il medio si toccavano le labbra. La mano sinistra se l’era portata al petto. Lo sguardo era confuso ed incredulo. I fotografi continuarono ad immortalarla e uno di loro le si rivolse in tono freddo e professionale:
-Signorina Kitajima, è da molto che è fidanzata con Yu Sakurakoji?-
Quelle parole parvero riscuoterla, il suo sguardo distratto e spaurito si posò sul giornalista che l’aveva interpellata. I suoi occhi si spalancarono di sorpresa, come se solo in quel momento si fosse resa conto della situazione.

Sakurakoji corse verso il fotografo per togliergli la macchina fotografica dalle mani, ma anche se fosse riuscito ad avere la meglio su di lui, la realtà è che di giornalisti lì dentro ce n’era più di uno. La voce del regista tuonò autoritaria:
-Chi ha dato ai giornalisti il permesso di assistere alle prove?- poi irato si rivolse a Sakurakoji –Si può sapere cosa ti è saltato in testa?-

Masumi aveva assistito alla scena immobile e duro come la pietra. Non riuscì a pensare, ma sentì solamente il dolore partire dagli occhi, arrivare al petto, e fluire immediatamente nel resto del corpo, circolando nel sangue.
I giornalisti non sembrarono minimamente turbati dal piglio aggressivo del regista e corsero accanto a Maya per intervistarla. A quel punto lei, quasi come un animale braccato, cercò una via di fuga e corse via precipitandosi in strada. Masumi provò il forte istinto di andare da Sakurakoji e colpirlo con tutta la sua forza, ma riuscì a tornare in sé, almeno parzialmente, a sfruttare la confusione per continuare a passare inosservato, e uscì dalla sala prove.

Non riuscì a vederla. Correva veloce la ragazzina, e quindi si mise a correre a sua volta. Finalmente la scorse in lontananza mentre prendeva una stradina secondaria. Dietro di sé notò due giornalisti, ma loro, presi anch’essi dall’inseguimento, non fecero caso a lui e lo sorpassarono. Masumi si butto in macchina, al volante, andò in retromarcia, si infilò in una strada parallela e tagliò la strada agli inseguitori, che non riconoscendolo, gli imprecarono dietro, ma rassegnati dal fatto di avere perso le sue tracce, tornarono verso la sala prove, forse nella speranza di intervistare qualcun altro e scucire dei pettegolezzi di corridoio ai colleghi della coppia.

Maya era giunta in una strada deserta e rallentò notevolmente a causa della mancanza di fiato. Temeva di avere ancora i fotografi alle calcagna, ma non ce la faceva più, per cui, non appena sentì risuonare un rumore di passi si voltò rassegnatamente, con lo sguardo vuoto. Niente avrebbe potuto sconvolgerla di più che vedere di fronte a lei il suo donatore di rose scarlatte. Guardandolo, si dimenticò di tutto, di quello che era appena accaduto, e del resto, dell’amara solitudine che l’aveva accompagnata in quei giorni come una fedele amica, della Dea Scarlatta. Provò a parlare ma le tremò la voce:
-S..s..signor Hayami… ma.. lei che ci fa qui?- fu tutto quello che riuscì a dire.
Lui cercò di ignorare l’emozione forte che lo pervase nel sentirle pronunciare il suo nome, e indossò la solita maschera dura e spietata di direttore della Daito.
-Ragazzina, questo forse dovrei chiederlo io a lei. Posso sapere cosa significa quello che ho appena visto?-
Maya tornò bruscamente coi piedi per terra. E la realtà fu ancora più intollerabile di quella che era stata solo qualche minuto prima: il signor Hayami l’aveva vista con Sakurakoji! Non sapeva cosa dire. Dunque non parlò, ma indietreggiò di qualche passo, fino a che sentì un muro dietro di sé e poi, annientata dalle forti suggestioni della giornata, si accasciò al suolo finendo seduta sull’asfalto. Le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance, dapprima una dietro l’altra, poi sempre più copiosamente. Masumi non pretese di avere una risposta. Non insistette. Le si avvicinò e la prese in braccio, proprio come aveva fatto quella volta in cui l’aveva salvata dai teppisti dopo la morte della madre, e la depose sul sedile posteriore dell’auto, facendola stendere. Trovò una coperta nel bagagliaio dell’auto e gliela mise sulle gambe, poi chiuse gli sportelli e si mise al posto di guida. Fissò per un attimo il vuoto davanti a sé indeciso sul da farsi, con le mani aggrappate al volante. Poi si riprese, accese l’auto e partì.

:ok: continua.....

:gattina:
 
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baloonn
view post Posted on 21/6/2010, 17:03




bonjour,
merci pour cette superbe histoire
j espere que nous aurons bientot la joie de lire la suite

merci
 
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view post Posted on 19/7/2010, 21:34

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dal sorriso incantevole di Park Shi Hoo^^

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Continuerà?
 
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briky
view post Posted on 20/7/2010, 21:09




Considerate che l'autrice non ha terminato la ff,
comunque vi posto i capitoli successivi per ora il secondo e il terzo buona lettura.......:ok:

Capitolo 2: IL VIAGGIO

parte I


Maya era come in trance. Non poteva credere a tutto quello che era successo quel giorno, nell’arco di 5 minuti poi… Stesa sui sedili posteriori, raggomitolata su sé stessa, teneva gli occhi chiusi cercando di trattenere le lacrime. Il signor Hayami non avrebbe mai capito il motivo del suo pianto. Il destino era ben strano, si era quasi convinta a dimenticarlo, o almeno, a tentare di farlo, aveva cercato con tutte le forze di ricacciare ogni suo ricordo su di lui in un angolo del suo cuore, nascosto e segreto. E poi lui le era comparso davanti.
Nonostante tutto, non appena lo aveva visto, così alto, così bello, così forte, stagliarsi davanti a lei, tutto quello che aveva provato era stata una grande felicità. Era come se il suo cuore, per un attimo in letargo, avesse ripreso a battere dopo secoli.
Premette le palpebre più forte che poteva, imbarazzata dal rossore che sentiva sulle sue guance, al ricordo di Masumi che la sollevava tra le braccia. Era arrossita, ma dal piacere di quella sensazione così forte e calda..
Perché anche in quel caso era corso a proteggerla? In fondo l’aveva combinata grossa. Ora i giornalisti avrebbero costruito chissà quali castelli in aria su quel bacio.
Il bacio… il suo primo bacio era stato orribile. Non solo non l’aveva voluto, non solo era avvenuto in mezzo ad una sala piena di gente, non solo era stato ripreso dai fotografi e sarebbe stato riportato sui giornali...
No, quel suo primo bacio non desiderato era stato visto dal solo ed unico amore della sua vita. Con che faccia poteva ora aprirsi al signor Hayami e parlargli dei suoi sentimenti?
Già prima era stato quasi impossibile, per i noti problemi che aveva incontrato, adesso sarebbe stato inammissibile.. Lui non avrebbe capito. Tutti ormai pensavano che lei e Sakurakoji fossero fidanzati, anche i giornalisti lo avevano immaginato.. Lui davvero poteva crederle?

Masumi intanto continuava a guidare. Maya aprì per un istante gli occhi e guardò nello specchietto retrovisore scorgendo il suo sguardo glaciale ma al tempo stesso irato. Doveva essere furioso per quello scandalo, probabilmente stava pensando che una vera attrice professionista non si sarebbe mai comportata in quel modo. Era riuscito a percepire la sua sorpresa? Aveva capito che lei era completamente all’oscuro delle itenzioni di Sakurakoji?
Si alzò a sedere e guardò fuori dal finestrino.
Erano usciti dalla città, non c’erano più palazzi, solo molto verde intorno a loro. Dove la stava portando?
Non lo chiese… A quella sua domanda forse lui avrebbe reagito riportandola indietro… E allora sarebbe passata un’altra eternità prima di avere l’occasione di rivederlo.

parte II


Masumi era profondamente furioso. Come si era permesso Sakurakoji di commettere una simile impudenza? Avrebbe dovuto sistemarlo in qualche modo quando aveva visto tutte quelle foto conservate nel cellulare. Non riusciva a concepire che un altro uomo avesse potuto sfiorare anche per sbaglio quelle labbra che aveva baciato lui per ben due volte.
Sapeva di non avere l’esclusiva su Maya, anzi, con che coraggio poteva anche solo pensare una cosa simile dal momento che si era reso conto pienamente dei suoi sentimenti nei confronti della ragazza solo pochi minuti prima…
Ancora sentiva di non riuscire a ragionare lucidamente al 100%. Anche questa specie di fuga, che senso aveva…
Certo poteva dire a tutti di averla portata via e nascosta per proteggere la sua carriera dai pettegolezzi, ed in parte era vero. Ma non poteva negare che il pensiero di allontanarla da Sakurakoji, e dal mondo intero, e stare anche solo qualche istante da solo con lei, chiusi in quella macchina.. solo quella piccola certezza era… davvero… era capace di dargli sollievo immediato.

L’auto era cosparsa dal suo profumo, sentiva la sua piccola presenza più forte che mai, sentiva i suoi occhi puntati sulla schiena, non osava guardare lo specchietto retrovisore per paura che lei riuscisse a leggere tutto quel flusso di pensieri, o forse per paura di confessare alla ragazza la pazza gelosia che lo aveva inondato. Chiuse per un istante le palpebre e respirò forte sentendola muovere. Li riaprì, assumendo uno sguardo deciso e sicuro.

-Allora ragazzina, come si sente?-indagò.
Lei sussultò nel sentire la sua voce ma si riprese immediatamente e riuscì a balbettare una breve risposta che sperò riuscisse a soddisfarlo: - M-m-meglio, g-g-razie-
-Mi fa piacere- rispose Masumi tornando a guardare la strada davanti a sé e facendo una breve pausa per poi riprendere immediatamente il discorso:
-Immagino che si stia chiedendo dove stiamo andando-
Maya si domandò che cosa poteva rispondergli.. Poi pensò di dire la cosa più plausibile..
–Sì- rispose con semplicità.
-Trovo che sia meglio portarla via dai riflettori finchè non si riuscirà ad insabbiare quello che è successo oggi-.
Rialzò lo sguardo su di lei e proseguì:
–Lei e il suo ragazzo avreste fatto bene a trattenervi in quella circostanza-.

Aveva visto, aveva SENTITO, che Maya era all’oscuro delle intenzioni di Sakurakoji quella mattina, ma.. scioccamente le aveva parlato d’istinto a quel modo, perché voleva sapere di più su quello che lei provava per Sakurakoji.

Maya non riusciva a rispondere. Ecco, lui pensava esattamente quello che lei temeva. Credeva fosse fidanzata con Sakurakoji. Doveva smentirlo?

parte III


-Io e Sakurakoji non siamo fidanzati. Può non credermi signor Hayami, ma quello che è successo quest’oggi per me è stato totalmente inaspettato-.
Questa risposta non lo soddisfò, e contrariamente al buon senso, continuò a pungolarla:
-Perché non dovrei crederle? Ammette però che le avrà fatto piacere ricevere una simile dimostrazione d’interesse. Alla sua età è anche normale cominciare a pensare all’amore, avere un ragazzo e via dicendo-.
Maya rispose a voce più alta del normale:
-Si sbaglia signor Hayami! Io non ho incoraggiato questa cosa, non pensavo potesse succedere niente del genere, altrimenti mi sarei comportata diversamente-.
-Vuole forse dire che non ha un briciolo di interesse per il giovane Sakurakoji?-
Era una domanda pericolosa.. La risposta poteva benissimo non essere quella che andava cercando.
-No, assolutamente no.. Io anzi.. Ecco..-
Maya avrebbe voluto dirgli tante cose ma in quel momento le mancarono le parole.

Masumi rallentò e si fermò. Poi si girò verso Maya guardandola negli occhi con un audacia che non aveva mai usato nei suoi confronti:
-Lei.. anzi?- chiese sottovoce.
Maya sentì le guance diventarle bordeaux:
-Io.. ecco.. Io mi sto concentrando solo sulla Dea Scarlatta come lei ben sa-.

Non era riuscita a cogliere l’occasione per fargli capire in qualche modo cosa le si agitava nel cuore.
Lui continuava a guardarla negli occhi e lei sentì che forse poteva ancora dire qualcosa.. Forse se avesse aggiunto qualcos’altro, anche senza spiegargli i suoi sentimenti.. forse lui avrebbe capito.. Così aggiunse:
-A me non interessa Sakurakoji, gli voglio bene.. è un amico.. ma solo quello- sussurrò.
-Capisco. E' che dal suo tono mi è sembrato quasi di percepire che il motivo per cui non era interessata a lui fosse un altro.. Un’altra persona per la verità. O sbaglio?-
Maya non disse nulla e lui continuò:
-Peccato che quel suo donatore di rose, quel suo ammiratore, è troppo anziano, era l’unico che potesse venirmi in mente…-
-Veramente ho appena scoperto qualcosa su di lui, e non è così vecchio come pensavo- rispose immediatamente Maya scrutandolo negli occhi e aspettando che in qualche modo si tradisse.
Masumi a quella frase si allarmò ma cercò di non darlo a vedere.. perciò si finse sorpreso:
-Ah sì? Lo ha incontrato?-
-Sì l’ho incontrato signor Hayami- rispose seria Maya.

parte IV


Masumi si sentì confuso. Cosa voleva dire questo? C’era forse qualcuno che si spacciava per lui? O forse Maya aveva mentito di proposito? No, non poteva credere che fosse così, dunque l’unica spiegazione era che davvero fosse convinta di averlo visto.
-E come le è sembrato?-
Maya guardò fuori dal finestrino, consapevole del suo sguardo su di lei, temendo di non riuscire a sostenere quella conversazione ancora a lungo, ma soprattutto temendo di non riuscire a confessarsi per metà.
-Debbo dire che è ancora meglio di quanto pensassi.. e.. sì.. forse è anche per causa sua che il mio interesse per Sakurakoji non riesce ad andare al di là dell’amicizia..- fece una breve pausa, seguita da un sospiro, nel quale raccolse tutto il suo coraggio prima di proseguire..

-Non mi sono mai sentita così per nessuno in tutta la mia vita.. mi emoziono al solo parlarne.. è come se fossi così stordita da non trovare le parole per descrivere quello che provo...-
Aspettò una reazione, una qualsiasi risposta ma non venne. Del resto Masumi era pietrificato. Così cercò lei stessa di riempire quel silenzio:
-Per questo non potrei mai ricambiare Sakurakoji, ora che so davvero cosa voglia dirsi perdersi in qualcuno, ora che conosco la persona capace di cambiare il mondo intorno a me solo con la sua presenza.. Mi rendo conto che quello che c’è tra me e Sakurakoji è solo e semplicemente un’amicizia, non potrebbe esserci davvero altro-.

Masumi aveva pensato che sentire Maya asserire che non provava sentimenti per Sakurakoji lo avrebbe fatto sentire meglio. Ed invece aveva finito per ascoltare parole ben peggiori. Le cose che lei gli aveva confidato lo avevano atterrito, gettato nella più cupa disperazione mai provata in tutta la sua vita , la quale, di certo, non poteva già dirsi felice.
Si voltò verso il volante. Con lo sguardo vuoto e ferito di un animale braccato e finito in una strada senza uscita. Non sapeva chi fosse quest’uomo di cui parlava Maya, forse un qualche ammiratore che lei aveva scambiato per quello delle rose scarlatte. Ma in quel momento non riusciva nemmeno a ragionare su quello, riusciva solo a pensare a respirare, si concentrava solo su quello, per rimanere seduto eretto, per non farle capire quale dolore stesse provando al petto in quel momento.
Perché aveva voluto insistere, perché aveva dovuto ascoltare quelle parole guardandola negli occhi? Perché si era voluto fare del male? Lui conosceva benissimo il sentimento di cui gli aveva appena parlato Maya, lo conosceva bene adesso che lo aveva scoperto nel suo stesso cuore, e proprio per questo non poteva che provare un male atroce dovuto alla consapevolezza che quelle parole non erano rivolte a lui. Non ce la faceva. Non poteva rimanere lì vicino, a quella breve distanza.

Aprì la portiera di scatto e scese. Non si voltò nemmeno ma disse ad alta voce:
–Ho bisogno di 5 minuti. Debbo sgranchirmi le gambe-.
Maya rimase interdetta. –Vengo con lei allora- E scese prontamente dall’auto.
-NO!- Le urlò lui. Poi si dette un contegno, schiarì la voce, e sempre di spalle continuò:
–No scusi, è che preferisco che lei stia in macchina non penso che sia nelle condizioni per sostenere una passeggiata. Tornerò subito non si preoccupi.

Maya tornò a sedersi. Cos’altro poteva fare? Perché tra loro c’era sempre quella specie di brutale muro invisibile, che li teneva lontani, distanti? Forse era lei a sbagliar
e.. Lui aveva capito che lei era a conoscenza del suo segreto? Forse lo era e non gliene importava.. Forse invece lei non era riuscito a farglielo capire. Perché non era riuscita ad essere diretta come avrebbe voluto e continuava a girarci intorno? Decise di raggiungerlo. Il signor Hayami avrebbe dovuto ascoltarla fino in fondo questa volta.


Capitolo 3: REAZIONI A CALDO

parte I


Ayumi, proprio durante la passeggiata, aveva improvvisamente deciso di andare a trovare Maya. Era da qualche giorno che non si vedevano e, sembrava ridicolo, ma le era quasi parso di sentire la sua mancanza. Avendo passato tanto tempo insieme nella Valle dei Susini sentiva di conoscerla meglio o, più che altro, aveva imparato a sentirla vicina. Con lei poteva rapportarsi in modo autentico ed era persino riuscita a tirare fuori il peggio di sé e a sfogare quella voce che non permetteva nemmeno a sé stessa di udire. Lei era riuscita a richiamarla e a farla uscire dopo anni di silenzio.

Provava un forte senso di competitività nei suoi confronti ma allo stesso tempo era l’unica persona al mondo che, sentiva, le potesse essere vicino in un qualche modo. Lo aveva realizzato durante il periodo passato insieme e si era stupita di questa scoperta. Certo, era vero, non aveva mai avuto un’amica del cuore, e nemmeno Maya infondo poteva essere considerata in quella maniera però, di sicuro, era l’unica che avrebbe potuto ricoprire un simile ruolo o a cui l’avrebbe consentito.

Accompagnata da quei pensieri si ritrovò sotto la sala prove e vide il portone spalancato, insolitamente a dire il vero, ma non ci fece più di tanto caso. A colpirla fu altro. Solitamente, quando entrava da qualche parte, tutti gli sguardi, almeno quelli maschili, si catalizzavano su di lei. Però questa volta non successe.

Non che le mancasse la cosa, anzi, ne era sempre molto infastidita per cui non poteva che essere contenta, una volta tanto, di passare inosservata, solo che... le sembrò strano. Apparivano tutti presi da una strana frenesia ed inoltre non riusciva a scorgere Maya da nessuna parte.

La sua attenzione fu richiamata da una voce che gridava. Il regista Kuronuma stava gesticolando arrabbiato, Sakurakoji sembrava subire una sua sfuriata e si mostrava dispiaciuto però non troppo attento a quelle parole. Gli altri attori erano in disparte a chiacchierare sottovoce, come se avessero paura di disturbare.

Sì avvicinò ad una addetta ai costumi e le chiese:
-Sto cercando Maya Kitajima, potrebbe chiamarmela per cortesia?-
-Mi dispiace ma in questo momento non saprei dove cercarla…- rispose esitante la donna.
-E’ già andata a casa?- insistette Ayumi.
-Non lo so, qui dentro è successo il finimondo a dire il vero, e lei è scappata via come se fosse inseguita dal demonio! Ed infatti da qualcuno era inseguita.. Quei giornalisti sono spuntati come funghi. Dopo il bacio, ovvio, prima nessuno si era nemmeno accorto fossero presenti. Lei poverina si sarà spaventata. Mi sembra una brava ragazza, semplice ed ingenua, la si vede sempre come persa tra i suoi pensieri, ha un po’ la testa tra le nuvole…-
Ayumi interruppe il chiacchiericcio della costumista chiedendole dell’unico dettaglio che l’aveva sbigottita:
-Bacio?-
-Ma sì, quel giovanotto, quel Sakurakoji lì.. Di punto in bianco l’ha presa e l’ha baciata in mezzo alla sala. Io ho pensato subito che facesse parte dello spettacolo, ma poi quando ho visto tutto quello che è successo dopo.. La signorina Kitajima scappare via, quei giornalisti rincorrerla, il signor regista furioso… Ho capito che era successo qualcosa di strano. Povera ragazza chissà dove sarà finita ora. Quel Sakurakoji poi… – continuò con un tono di disprezzo – I giovanotti d’oggi non li capirò mai, fare queste cose in pubblico, non hanno proprio ritegno, non sanno comportarsi.. Capisco che da giovani si è irrequieti ma nessuna ragazza troverebbe galante un comportamento così.. Bello lo è di certo, ma le giovani donne sono affascinate non solo dalla bellezza quanto dalla.. come posso dire.. inavvicinabilità di un uomo.. A nessuna ragazza ci piace di avere qualcuno attaccato alla gonnella ecco, glielo dico sempre io a mio nipote, che sta in continuazione a regalare fiori alle ragazzine, le sue compagne di scuola.. No mio caro, così non riuscirai mai a conquistare nessuna, devi guardarle da dietro le cortine e poi fare finta di non notarle figliolo, è così che va il mondo…Nevvero signorina?-

Ayumi fece parlare l’anziana costumista senza più interromperla ma pensando a quello che aveva dunque capito era successo.
Sakurakoji aveva baciato Maya sotto lo sguardo dei giornalisti..
Questo stava a significare molte cose. Quella vicenda non sarebbe finita lì ma avrebbe portato sicuramente a qualche sviluppo poco piacevole..
Le si indurì lo sguardo. Stava succedendo ancora: Maya stava rischiando di allontanarsi dalla dea Scarlatta, ma non per una sua precisa responsabilità o perché non fosse in grado di interpretarla degnamente, ma perché qualcuno si era nuovamente messo in mezzo. Non poteva permetterlo.

E’ vero, voleva la Dea Scarlatta più di ogni altra cosa avesse mai davvero desiderato.. Ma non così, voleva la Dea Scarlatta per dimostrare una volta per tutte di essere migliore di Maya, la voleva perché ERA migliore di Maya… E la sua rivale doveva combattere fino alla fine con tutti i mezzi prima di perdere, altrimenti lei stessa non si sarebbe mai sentita soddisfatta.

parte II


Il regista Kuronuma non riusciva credere alla sfortuna che sembrava perseguitarlo. Prima Maya aveva rischiato di far saltare lo spettacolo intero perché non riusciva a tenere separate le sue pene d’amore dall’interpretazione della Dea Scarlatta. Poi, Sakurakoji, miracolosamente, era riuscito a farla distrarre e a sistemare le cose. Ma quando pensava, finalmente, di avere cominciato a lavorare bene, ecco di nuovo frapporsi un ostacolo che rischiava di minare l’esito dell'intera rappresentazione.

Se solo ci fosse stato un attore giovane e promettente quanto quel ragazzo... Allora la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di cacciarlo dallo spettacolo a calci altroché, dopo la bella trovata di quella mattina. Purtroppo aveva le mani legate, era chiaro che Sakurakoji era l’unico in grado di interpretare il ruolo di protagonista accanto a Maya nella Dea Scarlatta. Farsi prendere da antipatie personali avrebbe danneggiato tutti, lui per primo.. Certo una sfuriata se l’era meritata, ed inoltre non era riuscito a reprimerla.

I giornalisti avrebbero ricamato sopra all’episodio un bel romanzo, con tanto di foto a corredare pagine di squallide invenzioni.
A prima vista poteva sembrare una fortuna tanta pubblicità.
Kuronuma, invece, sapeva bene che ciò che era accaduto era ben più grave di quello che poteva apparire.

La Dea Scarlatta era uno spettacolo atteso da decenni, ammirato dai più profondi conoscitori di teatro di tutto il paese. Persone competenti ed esigenti, che pretendevano non solo talento dagli interpreti, ma anche capacità, serietà e professionalità. Una storia come quella su tutti i giornali rischiava seriamente di far perdere credibilità a tutto il suo staff e all’esito del suo lavoro. Ayumi Himekawa di certo era un’attrice che sarebbe piaciuta molto alla critica, era perfetta per quel ruolo anche grazie alla sua immagine perfetta ed immacolata. Maya invece non sarebbe stata sulla bocca di tutti per i suoi progressi, ma solo per quello scandalo da quattro soldi. Senza contare poi che l’aveva vista totalmente sconvolta e i suoi rapporti con Sakurakoji, dopo quel gesto, difficilmente avrebbero potuto tornare quelli di un tempo.

Questo era quello che lo preoccupava maggiormente...
Non solo la pubblicità negativa che sarebbe derivata dalla vicenda, ma soprattutto il legame tra i due protagonisti: sarebbero riusciti a ritrovare il feeling di un tempo? Sarebbero stati in grado di essere due partner affiatati e capaci di sembrare perdutamente innamorati almeno sul palcoscenico? Kuronuma aveva molti dubbi in proposito.

Ma quello non era il momento di farsi prendere dal pessimismo. Maya era scappata. Per quel giorno temeva che nessuno dei presenti sarebbe stato in grado di fare alcunché. Per prima cosa bisognava avvisare chi di dovere, sopportare le reazioni da parte della Daito, che sentiva perennemente gravitare su di sé come un falco sulla preda. Informare probabilmente la stessa Chigusa Tsukikage e, per l’appunto, sopportare una sua reazione che a lui risultava ancora più temibile rispetto a quella dei dirigenti della Daito Art Production.. Era necessario tenere a bada la stampa senza inimicarsela ulteriormente, cosa per lui molto difficile.. E, soprattutto, occorreva ritrovare la sua protagonista, Maya Kitajima.

Impulsiva ragazza…. Al ricordo di quello che aveva fatto ai tempi in cui interpretava la ragazza lupo si spaventò non poco. Avrebbe potuto non vederla per giorni interi: quando aveva l’intenzione di scomparire.. ci riusciva perfettamente.

parte III


Negli uffici della Daito Art Production, la segretaria di Masumi Hayami, la signorina Mizuki, stava sbrigando delle pratiche da tempo accumulatesi sulla sua scrivania. Quella mattina il suo capo non si era neanche presentato in ufficio, probabilmente aveva un’altra colazione di lavoro.
Sapeva che, quella che doveva essere l’imminente rappresentazione teatrale della Dea Scarlatta, assorbiva gran parte dei suoi pensieri.
Il fatto che Maya Kitajima fosse una delle due candidate al ruolo sicuramente aveva moltiplicato le sue preoccupazioni.

Di certo, pensò, non si trovava con la signorina Shiori, la sua promessa sposa, visto che qualche minuto prima era venuto a cercarlo…
Quella donna, all’apparenza fragile e bisognosa di sostegno, era molto più furba di quanto appariva, questo le era sembrato chiaro dal primo istante in cui l’aveva vista. A parte questa certezza, non è che provasse sentimenti ostili nei suoi confronti… Non si era mai comportata male e sarebbe stato sciocco detestarla senza motivo. Certo non le ispirava molta simpatia, e nel suo cuore era sempre accesa la vecchia speranza che il signor Hayami si lasciasse alle spalle tutti i suoi doveri e decidesse di ricominciare. Magari non da solo, ma con l’unica ragazza che era stata capace di accendere il suo interesse e i suoi sentimenti.

La signorina Mizuki sapeva che solo con lei il signor Hayami avrebbe trovato quella serenità affettiva che gli era sempre mancata, ma ormai si era scoraggiata. Non era un’illusa e, vivendo nel mondo reale, sapeva bene che certe fantasticherie romantiche difficilmente si realizzano concretamente.
La ragazza che era entrata nel cuore del signor Hayami era cresciuta e si era trasformata in donna, e per un istante lei stessa aveva cullato l’illusione che lui, vedendola tale, avrebbe fatto un qualche piccolo passo nella sua direzione. Ma poi.. la salute precaria di Hayami senior, il fidanzamento combinato con la signorina Shiori, le varie vicissitudini, i suoi sensi di colpa mai sopiti…. Le sembrava che la distanza fra quei due, piuttosto che diminuire, fosse aumentata.
Distratta, fece cadere il fascicolo che teneva in mano ed i fogli si sparpagliarono per terra. Trattenendo l’esclamazione di disappunto che le era salita alle labbra cominciò a raccoglierli quando bussarono alla porta.
-Avanti- esclamò non distogliendo lo sguardo da terra.
Di sicuro non era un cliente, era troppo presto e chi era in affari con la compagnia sapeva che non veniva ricevuto nessuno prima del pomeriggio, se non sotto appuntamento. Proprio per questo non si curò di alzarsi e andare a ricevere la persona che aveva bussato, perché poteva essere solo un qualche fattorino o un altro impiegato dell’azienda. Infatti era proprio Hijiri, l’assistente del signor Hayami.
-Buongiorno signorina Mizuki per caso c’è qualche messaggio da parte del signor Hayami?- chiese Hijiri.
-No mi dispiace, questa mattina non è ancora venuto, è successo qualcosa?- Chiese, avendo notato la premura con cui le aveva posto quella domanda.
Hijiri, vista la situazione, si chinò per aiutarla a raccogliere i fogli e, preso da un attimo di scoraggiamento, nonostante fosse un atteggiamento insolito per una persona discreta come lui, le disse la verità:
-Direi di sì, Maya Kitajima è scomparsa- Si limitò a dire.

Per un attimo la signorina Mizuki rischiò di far cadere nuovamente quello che aveva appena raccolto e alzò di scatto il viso per indagare negli occhi del suo interlocutore. Di certo non poteva essere accaduto niente di simile, doveva essere uno scherzo!
-Ma com’è è possibile?-
-Durante le prove di questa mattina Yu Sakurakoji l’ha baciata e lei è scappata via. Questo è tutto quello che mi hanno riferito. Ovviamente se ci dimentichiamo del fatto che la sala, a quanto pare, era piena di fotografi che sono stati pronti a immortalare la scena… Una vera manna dal cielo per loro, non c’è che dire…- concluse con una punta di amarezza. Poi proseguì: -Adesso non mi rimane altro da fare che andare alla sala prove per capire di preciso cosa sia successo e tentare di gettare acqua sul fuoco-.

La segretaria era senza parole. Al signor Hayami la faccenda non sarebbe piaciuta. Egoisticamente sperava proprio di non dover essere lei a dirglielo, ma sapeva anche che sarebbe stato molto più brutto farglielo scoprire direttamente la mattina seguente, sui giornali.
-Signor Hijiri stia sicuro che, non appena riuscirò a rintracciare il signor Hayami, lo avviserò e la farò richiamare. Nel frattempo cercherò anche Maya Kitajima. Sono certa che non può essere scappata davvero, si sarà solo nascosta dalla stampa…- E di sicuro, Maya avrebbe fatto bene a non farsi trovare per un po’, penso la signorina Mizuki. Il signor Hayami avrebbe subito davvero un duro colpo e, se non fosse bastato quello a convincerlo a cambiare le carte in tavola, una volta per tutte, niente avrebbe più potuto farlo.

parte IV


La sala prove si era svuotata. Era rimasto solo Sakurakoji. Il regista Kuronuma aveva gettato la spugna accorgendosi, saggiamente, che le prove erano state interrotte almeno per quel giorno. Perciò aveva mandato a casa tutti ed era uscito per recarsi lui stesso dalla signora Tsukikage e avvisarla di persona dell’accaduto. Il triste spettacolo di quel luogo, che la mattina era stato così operoso e rumoroso, e che adesso appariva silenzioso e desolato, dava modo a Sakurakoji di tormentarsi e pentirsi delle sue azioni. Aveva la netta sensazione che la buona sorte fosse tornata ad abbandonarlo.

In realtà non riusciva a pensare razionalmente, da una parte aveva voglia di farsi trasportare dalle sue romantiche fantasie, e ripensare al bacio con Maya, il loro primo bacio.. Dall’altra lei era scappata, questo era un dato di fatto. E lui sinceramente non riusciva a capire il perché. Forse la presenza di tanti fotografi l’aveva scossa?
Non c’era dubbio che lui aveva agito d’impulso, e per questo l’aveva colta di sorpresa, ma fino ad un certo punto..
Pensò che il suo atteggiamento nei confronti della ragazza, specie nell’ultimo periodo, era stato di sicuro inequivocabile..

Dopo la predica di Kuronuma aveva trovato il tempo di telefonare a Rei, ma Maya non si era vista. Non gli era venuto in mente nulla, per cui aveva deciso di rimanere lì ad aspettare il suo ritorno. Maya non poteva vivere senza la recitazione, e non avrebbe rinunciato alla Dea Scarlatta per così poco.
Nella migliore delle ipotesi la situazione tra loro poteva addirittura essersi sbloccata. Magari lei si era resa conto che erano perfetti insieme e avrebbero potuto cominciare una storia d’amore, quella storia d’amore che sognava dal giorno in cui l’aveva conosciuta alla compagnia Ondine.

Sentì un rumore e si alzò in piedi. Era entrato qualcuno dal portone, dubitava che fosse già lei. Si era preparato psicologicamente ad aspettare ore…
Ma la speranza faceva capolino superando la ragione. Per questo, nonostante pensasse di essere preparato, fu deluso quando vide che era un uomo della Daito ad essere entrato.

Hijiri ci mise poco a capire che era arrivato sul posto troppo tardi e non si accorse nemmeno del ragazzo. Con un gesto di stizza prese il cellulare e tentò per l’ennesima volta di chiamare il signor Hayami che fino a quel momento era stato irraggiungibile. Ma a quel tentativo il telefonino squillò libero.

-Finalmente!- esclamò ad alta voce.

Il cellulare continuò a squillare per parecchio tempo prima che qualcuno gli rispondesse.

Ovviamente continua......

:ciao:

 
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BlueCameila
view post Posted on 5/10/2010, 20:07




Scusa Birky :sweatdrop:
ma sai a che punto è l'autrice con il seguito? :domanda:
 
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briky
view post Posted on 5/10/2010, 20:26




Per Blue e per chi ha iniziato a leggere questa ff posto un nuovo capitolo.....
Buona lettura

Capitolo 4: CAMBIO DI TONO

parte I

Masumi si era seduto sul bordo di un fosso dietro una fila di alberi dai rami nodosi. Si lasciò andare, disperato si prese la testa tra le mani. Quella mattina era successo davvero di tutto. Se solo avesse potuto dimenticare quello che aveva appena ascoltato…

Solo quel giorno, dopo tanti anni, era riuscito ad essere totalmente sincero con sé stesso. Riguardo i suoi veri sentimenti, i suoi desideri. Il suo desiderio anzi, l’unico reale desiderio, l’unico che avesse mai avuto. Lui voleva lei. La voleva disperatamente, inspiegabilmente, incredibilmente, follemente e pazzamente. La voleva così tanto da chiedersi come aveva fatto a non accorgersene immediatamente. La voleva talmente tanto da sentire un dolore fisico insostenibile.

Voleva abbracciarla, voleva toccarla, voleva darle calore. Voleva che lei gli sorridesse. Voleva che lei gli parlasse d’amore come..

Come, invece, aveva fatto riferendosi a qualcun altro appena poco prima.

Non sapeva cosa dire o fare, era paralizzato e non riusciva a muovere un muscolo ma dentro di sé ogni sua emozione o istinto era amplificato. Era diventato talmente consapevole di quello che provava da rendersi conto di quanto tutto il resto contasse poco in definitiva. Ma adesso, prima ancora che avesse fatto in tempo a capire che strada prendere, cosa fare, come agire: seguire il proprio sentimento o dimenticarsene? Prima ancora che avesse avuto il tempo di pensarci, trovava davanti a sé una saracinesca chiusa. Lei amava qualcun altro. Lei amava qualcun altro. Lei amava qualcun altro.

Masumi non riusciva a convincersene. Il suo non era egocentrismo, era solamente incredulità di fronte ad una convinzione: il suo amore era totale, grande, incondizionato. Maya era la donna della sua vita ora lo sapeva, l’unica che avesse mai voluto e avrebbe mai voluto. In parole povere, la sua anima gemella.

Ma perché fosse davvero così anche lui avrebbe dovuto essere quella di lei, mentre Maya questi sentimenti sembrava provarli per qualcuno di diverso da lui..

Non sarebbe dovuta andare così. Ed ora cosa gli rimaneva? Non lo sapeva, o meglio non lo accettava: quello che gli rimaneva era qualcosa che non voleva più da tempo. A dire il vero molti altri sarebbero stati felici di avere quello che lui aveva sempre posseduto, ma come avrebbe potuto bastargli adesso riempirsi la testa, la vita e le giornate, di qualcosa a cui non sapeva più dare senso? Avrebbe potuto anche diventare il padrone del mondo, ma ora che aveva appreso che l’unica cosa di veramente desiderabile non avrebbe mai potuto averla, avrebbe mai bramato qualsiasi altra cosa?

Alzò lo sguardo. In lontananza un piccolo laghetto brillava sotto un timido raggio di sole che filtrava tra i nuvoloni.
-Non voglio più niente- seguì il flusso dei suoi pensieri a voce alta.

-Neanche la Dea Scarlatta?-
Masumi alzò lo sguardo e vide Maya davanti a lui. –Cosa ci fa qui ragazzina? Le avevo detto di aspettarmi in macchina-.
-E’ seccato per colpa mia? Vero signor Hayami?- cercò di scoprire tristemente. Ma non aspettò una risposta, gli si avvicinò, e sedendosi accanto a lui, a pochi centimetri di distanza, guardò davanti a sé continuando a parlare.
-Sa signor Hayami, a volte, ultimamente, mi sto chiedendo cosa succederà dopo-
-Dopo?-
-Dopo la Dea Scarlatta-
-Beh probabilmente diventerà una delle attrici più famose di tutto il Giappone. Avrà un lungo stuolo di ammiratori, tantissimi contratti… Reciterà altre mille commedie e mille drammi… Farà quello che ha sempre sognato, reciterà- concluse pratico e secco.

Ma lei non sembrò prendere sul serio, stranamente, quelle sue parole.
-Sa, mi ha ferito il gesto di Sakurakoji. Anche se sono molto affezionata a lui, anche se una parte di me si sente fortemente in colpa del fatto di non poterlo ricambiare. Ma mi ha davvero ferito- mormorò Maya. Masumi con difficoltà le rispose:
-Mi rendo conto che probabilmente il suo donatore di rose scarlatte non sarà felice di aver diviso anche solo per un istante, la ragazza che ammira con qualcun altro…-
-Io.. non lo so quello che gli passa per la mente. Passo notti intere sa, a chiedermi tante cose su di lui, con gli occhi spalancati nel buio e cercando di non fare rumore per non svegliare Rei che dorme accanto a me.. Ma poi, quando lo vedo, non ho mai il coraggio di riportargli le mie domande. Sono solo una povera ragazzina insicura, poco affascinante, e goffa. Vorrei conoscere un modo per diventare diversa da come sono, ma l’unica cosa che sono in grado di fare è quella di recitare, sostituire me stessa per quell’ora o quelle due ore che sono in scena con qualcuno di più definito e affascinante. Ma poi.. Poi cala il sipario, e ritorno quella che ero prima di salire sul palcoscenico. E mi chiedo, soprattutto ultimamente, se non posso tentare di essere diversa…-
Quelle parole stupirono fortemente Masumi.

-Ho sempre pensato che fosse stato proprio quell’aspetto della recitazione a farla innamorare definitivamente di essa. Ma adesso non capisco il suo discorso. Perché vorrebbe essere diversa?-
-E’ solo che… come sono non riesco ad avere quello che voglio veramente. Non so se riesce a comprendermi.-
-Sì mi è successo. Qualcosa di simile.-
-Avrei voluto allontanarlo da me. Sakurakoji intendo. Ma non ce l’ho fatta. Mi sono sentita in colpa e non l’ho fatto. Ed ora, a causa di questo, mi sono allontanata per l’ennesima volta di un passo da quello che desidero. Per questo sono ferita. Senza contare che..- ma non proseguì la frase.

La voce si spense e gli occhi le si velarono di lacrime.

-E’ arrabbiata con lui?- Se si doveva sfogare, se era quello che era andata cercando quando aveva deciso di seguirlo, allora Masumi avrebbe ascoltato fino in fondo, anche se probabilmente le parole di lei lo avrebbero ferito ancora, anche se quello che avrebbe ascoltato non gli sarebbe piaciuto.

-Sì, sono arrabbiata. Mi ha preso qualcosa che conservavo gelosamente per qualcun altro.-

-A cosa si riferisce?- chiese Masumi ad alta voce ma con un tono che sembrava rivolgere solo a sé stesso.

-Il mio primo bacio- rispose lei. Masumi si sentì spiazzato. Quella ragazza a volte era veramente incomprensibile. Tutta la sua sofferenza dunque era per quello.

Si sentì in colpa, ben sapendo che non era stato Sakurakoji a rubarle il primo bacio, il vero colpevole era lui, per ben due volte, mentre lei era indifesa aveva carpito il sapore delle sue labbra. Lo risentì sulle sue per l’ennesima volta, quasi riuscì a rivivere quei due piccoli, leggeri baci, si perse nel loro ricordo, ma poi riemerse dai suoi pensieri e cercò di dirle qualcosa che l’avrebbe potuta fare sentire meglio, senza fare l’ipocrita.

-Non si affligga per una cosa di questo tipo. Un bacio può anche non significare niente. E’ solo un gesto, che assume valore a seconda di quello che le due persone che se lo scambiano gli attribuiscono. Io e lei potremmo baciarci in questo momento, solo per il fatto che siamo soli, appartati e vicini. Potrei avvicinarmi a lei mentre è distratta e baciarla a mia volta. Non penso che questo possa cambiarle la vita- cercò di consolarla Masumi ben sapendo ovviamente, che un bacio di Maya sarebbe stato tutto tranne che insignificante.

Maya arrossì, ma lo guardò:

–Me lo provi-.

Masumi a sua volta si voltò verso di lei di soprassalto, scrutò nei suoi occhi, e alterò il tono della voce: -Come?-

-Mi dimostri che un bacio non significa nulla, che è vuoto, un gesto qualsiasi tra due persone che gli attribuiscono un significato diverso a seconda dei sentimenti che provano-.

-Maya, sei in vena di giochetti oggi?-

Masumi le aveva parlato impulsivamente, sconvolto dalla sua proposta, ed arrossì accorgendosi che, preso alla sprovvista, le aveva dato del tu, l’aveva chiamata per nome, in modo così intimo, proprio come faceva tra sé e sé quando lei era distante.

Accidenti, non doveva farle caricare di strani significati quel suo gesto. Colse l’occasione per cambiare discorso:

-Sai, trovo che sia inutile dopo tanti anni continuare a parlare tra di noi in modo così formale ragazzina. Cosa ne pensi?-

Maya lo guardò e rispose sincera: -Mi fa piacere sentirmi chiamare per nome da lei.-

-Sì però non debbo essere solo io a farlo, anche lei.. anche tu insomma.-

-Mi sembrerebbe strano trattarla con troppa confidenza.- ammise Maya

-Ahahaha ragazzina- rise -ma se è una vita che mi insulti, di certo non sarà il fatto che ti rivolgi a me in maniera informale a far cascare il mondo-.

Maya si vergognò al ricordo di tutti i loro battibecchi.

–Masumi-san- lo chiamò parlando con sé stessa, assaporando per la prima volta la sensazione intima di pronunciare il suo nome ad alta voce.

Lui cercò di non cambiare espressione, nonostante si sentisse il cuore in gola tanto batteva velocemente.

-Non so se riuscirò a farlo- concluse lei con la voce tremante.

-Se vuoi possiamo rimanere in toni formali. Se non ti senti a tuo agio non c’è problema. Ti assicuro che forzarti a fare qualcosa è l’ultimo dei miei desideri- la rassicurò vedendola in difficoltà.

-No, mi piace sentirmi chiamare per nome da lei.- ripetè –Solo… non so se da parte mia sia sconveniente- tentennò lei.

-Allora facciamo così ragazzina, per cominciare possiamo farlo solo tra di noi. Quando siamo in mezzo alla gente torneremo al tono di sempre, se ti senti più tranquilla…Il resto delle volte possiamo anche concederci un tono più leggero…-.

Calò un silenzio imbarazzante tra di loro. Nonostante Masumi fosse riuscito a cambiare argomento, entrambi erano ben consapevoli del punto in cui era arrivata la conversazione.

parte II

Maya si chiese come era riuscita a pronunciare certe cose davanti a lui.

Non riusciva più a recuperare il coraggio necessario per proseguire in quella direzione.

E poi lui l’aveva interrotta. Non poteva non essersi reso conto di quanto fosse cambiata nei suoi confronti. Era un uomo fatto e finito, molto più sveglio di lei, era ovvio che aveva capito dove voleva andare a parare. Ma l’aveva rifiutata. Maya non si accorse che una lacrima le era scesa sulla guancia, proprio dalla parte del viso che Masumi stava fissando. Lui si sentì stringere il cuore. Voleva abbracciarla stretta e dirle che tutto sarebbe passato. Ma non voleva mancarle di rispetto un’altra volta. Già era afflitto da enormi sensi di colpa per tutto quello che era stato. Se Maya avesse scoperto che aveva addirittura baciato le sue labbra due volte di nascosto, avrebbe avuto un altro motivo per odiarlo.

Non potè bloccare la sua mano però e, le sue dita, le si avvicinarono lentamente al volto, arrivando ad asciugare la guancia umida di pianto.

-Maya- la chiamò, prendendole il mento con dolcezza e voltandole il viso nella sua direzione prima di consolarla:

-Tutto si aggiusterà, non è successo niente di irreparabile-.

-Ho paura- confessò lei per tutta risposta, non accorgendosi del tono dolce che lui aveva appena adottato per consolarla.

Lui la guardò per incoraggiarla a continuare.

-Mi sento sempre più lontana da lui e per quanto cerchi di avvicinarmi c’è sempre qualcosa che ci allontana. Forse non è destino per noi stare insieme-.

Masumi cosa avrebbe potuto dire in quel frangente? Nessuno meglio di lui avrebbe potuto capire. E poi cosa le poteva consigliare? Di andare avanti con la sua vita e i suoi sogni se quell’uomo di cui parlava non era disposto a calpestare il pianeta intero pur di averla?

Certo, era questo che le voleva urlare, voleva dirle, lui non ti merita se non ti vuole, lui non è ciò che credi, non è la persona che ti pensa ogni giorno da anni. Ma non poteva, non poteva dirle queste cose. Perché sarebbe stato ipocrita da parte sua cercare di allontanarla dalla persona che amava, sarebbe stato egoista e Maya era la prima donna che era riuscito a fargli provare proprio il sentimento opposto all’egoismo. Voleva essere diverso per lei, anche se questo lo avrebbe fatto avvizzire.

-Maya.. tu….. sei una ragazza molto speciale e coraggiosa. Sei capace di brillare da sola. E se non riuscirai per qualche ragione a stare con la persona che vuoi al tuo fianco, sono convinto che saprai comunque contare nuovamente su te stessa per rinascere e volare ancora più in alto. Ogni volta che ti sei trovata in difficoltà sei salita su quel palcoscenico ed hai dimostrato al mondo quanto vali, hai mostrato a me la tua forza e sebbene giovanissima hai conquistato il mio rispetto, cosa che non sono riuscite a fare persone ben più importanti e mature di te. Tu sei la dea Scarlatta.. ormai lo so da tempo.. e anche se potrai solo guardare da lontano colui che ami, potrai comunque conservare quello che senti dentro di te e continuare a guardare la vita con quegli occhi pieni di sentimento.-
Era stato davvero complicato per lui, esprimere in maniera abbastanza distaccata quello che provava e non lasciarsi trascinare dall’impulso. E poi si rese conto di averle comunque detto quello che pensava. Lui stesso avrebbe seguito quel consiglio, l’avrebbe guardata per sempre da lontano cercando di farsi bastare quelle poche briciole di lei che la vita sembrava disposta a concedergli.

–Ora credo che sia meglio proseguire col nostro viaggio, manca ancora un po’ prima del nostro arrivo-.

Si alzò in piedi e lei scattò dietro di lui, prendendolo per un braccio per non farlo allontanare e facendolo voltare sorpreso da quel contatto.

-Masumi-san.. Io.. c’è una cosa che non sono ancora riuscita a dire-.

-Di cosa si tratta? Ti ascolto- rispose lui senza pensarci troppo ma riuscendo ad essere conscio solamente della mano di Maya che lo toccava.

-Vedi…- la voce le tremò.

Poi il destino, per l’ennesima volta si mise di mezzo e il cellulare di Masumi squillò. Maya si interruppe e la suoneria del telefonino continuò a suonare per un interminabile istante nell’aria. Poi, finalmente Masumi sembrò decidersi a rispondere.

-Scusami- disse rivolto alla ragazza e prese la chiamata.


Blue l'autrice ha scritto altri capitoli che psterò man mano però non ha terminato la ff ecco perchè questa storia si trova in questa sezione.

Cari lettori buon divertimento :ok:
 
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sabrinuzza
view post Posted on 5/10/2010, 22:31




ma quanto mi piace questa ff!!! :wowhot: ::emoheart: è da tanto che aspettavo un aggiornamento :sbrill: grazie briky!
 
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BlueCameila
view post Posted on 6/10/2010, 19:02




Grazie Briky per aver postato il capitolo :sbrill:
questa ff è veramente interessante
:streghetta:
 
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murasaki-chan
view post Posted on 6/11/2010, 16:59




Quest'ultimo capitolo è davvero stupendo, dolce e triste al tempo stesso! Mi piace molto il dialogo tra Masumi e Maya,anche se ancora non si sono chiariti...
Ma Blue quanti capitoli ha scritto in totale?
Peccato che non l'ha finita, scrive molto bene e anche i sentimenti e la psicologia dei personaggi sono descritti in maniera convincente.
 
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tais
view post Posted on 6/11/2010, 17:27




Grazie Briki per aver postato il seguito spero di continuare a leggerla
 
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briky
view post Posted on 9/11/2010, 00:33




Bhe cerco di accontentarvi e postare un altra parte di questa ff..... buona lettura

Capitolo 5: RICERCHE

parte I


Il regista Kuronuma era arrivato in breve tempo dalla signora Tsukikage. Inaspettatamente, non appena aveva varcato la soglia, si era reso conto che non era il solo ospite: sistemata su un divano di pelle, sedeva aggraziata ed elegante come sempre Ayumi Himekawa. La cosa lo aveva lasciato perplesso, e si era chiesto se forse la sua malizia non fosse fuori luogo. Magari era lì per tutt’altri motivi che quelli che gli erano saltati in testa. Ma anche se invece fosse stata lì per approfittare della situazione, chi era lui per giudicarla? La stimava come attrice, sicuramente era tra le più talentuose che avesse mai visto, ed infondo, chi poteva biasimarla se era corsa a reclamare la parte della dea Scarlatta nel momento in cui l’altra contendente era scappata a gambe levate?

In realtà Ayumi non era lì per avanzare pretese di sorta; semplicemente aveva avuto la stessa idea di Kuronuma. Era andata per avvisare l’insegnante di ciò che era avvenuto quel giorno prima che lo apprendesse in altra maniera. Aveva sperato che, se glielo avesse raccontato con una certa leggerezza, senza dare troppa rilevanza al fatto della scomparsa di Maya, l’avrebbe ammorbidita. Conoscendola, sarebbe stato difficile: poche cose al mondo l’avrebbero fatta infuriare quanto un’attrice che lascia le prove, anzi, un’attrice che lascia QUELLE prove, quelle della commedia della sua vita! Ad ogni modo, appena aveva provato ad accennarle qualcosa, aveva capito che era troppo tardi perché lei ne era già al corrente.

-Signor Kuronuma, la prego si accomodi, immagino che sia venuto per parlarmi di Maya- lo salutò la signora Tsukikage.

-Sì, ma penso che ormai sappia già tutto- si limitò a dire lanciando un’occhiata veloce ad Ayumi.

-Penso che tutta la città ormai ne sia a conoscenza...- commentò lei -nemmeno Ayumi, per quanto sia stata solerte, è riuscita ad avvertirmi per prima-.

Sentendosi nominare, Ayumi, si sentì in dovere di intervenire, ma la presenza di Kuronuma l’aveva irrigidita perciò le uscirono parole più dure di quanto avesse previsto, che subito dopo aver pronunciato sperò non venissero fraintese:

-Questo atteggiamento proprio non me l’aspettavo da Maya e Sakurakoji. Ad ogni modo sono venuta per conoscere le sue intenzioni-

-Le mie intenzioni?- domandò stupita lei, mentre Ayumi ascoltava con attenzione dalla sua poltrona.

Kuronuma abbassò lo sguardo con gravità ma poi la fissò deciso –Voglio sapere se quello che è successo ha decretato una vincitrice ancora prima della rappresentazione.-

La signora Tsukikage si schiarì la voce e disse -Genzo, portaci del the per piacere- poi si accomodò sulla poltrona con uno sguardo tranquillo ma oltremodo pensieroso. Rimase in silenzio per qualche minuto, e nessuna delle altre due persone presenti ebbe il coraggio di dire nulla.

Quando arrivò Genzo col servizio da the in porcellana tutti vennero serviti. Ognuno di loro aveva ora in mano la propria tazza fumante, e solo allora la signora Tsukikage si pronunciò:

-Io penso che questo possa aiutare Maya- sentenziò decisa, con un sorriso sulle labbra, per poi prendere a sorseggiare la bevanda calda.

-Cosa?- chiese Kuronuma alzando la voce più del dovuto e guardando di sfuggita Ayumi per capire se anche lei aveva sentito le sue stesse parole.

Ayumi non sembrava affatto seccata da ciò che aveva udito, solo sorpresa, ma in positivo, e sollevata disse:

-Allora non ha intenzione di togliere a Maya la possibilità di interpretare la parte della dea Scarlatta?-

La ragazza era davvero rincuorata nell’apprenderlo. Aveva visto per l’ennesima volta il profilarsi all’orizzonte della possibilità di vincere su Maya in una maniera totalmente diversa da quella del confronto ad armi pari sul palcoscenico. E questa cosa l’aveva ancora spaventata. Se la signora Tsukikage era, per motivi a lei incomprensibili, favorevole a quello che era successo, questo non poteva che renderla felice. Aveva sentito tutto quello che era venuta per sentire.

La signora Tsukikage proseguì mantenendosi sul vago:

-Ho visto Maya molto cambiata in questo periodo-

Cambiata? Ayumi cercò di rifletterci sopra, lei aveva forse notato un cambiamento?

-Ha ragione- confermò il regista.

-Di che tipo di cambiamento stiamo parlando?- si informò –L’ultima volta che l’ho vista recitare mi è sembrata brava come al solito-.

-E’ innamorata- asserì Kuronuma.

Ayumi trasalì. Innamorata? La signora Tsukikage annuì.

-Lo avevo sospettato. Nelle ultime occasioni che ho avuto di vederla e di parlarle mi sono trovata di fronte ad una ragazza diversa, anzi, una donna.-

-Ma signora Tsukikage- non si trattenne Ayumi -come può essere così tranquilla davanti ad una cosa del genere? Maya deve pensare alla Dea Scarlatta. Capisco che sia difficile scindere le due cose se il ragazzo che ama è anche il suo partner di recitazione, ma io voglio che lei metta il massimo impegno in quello che sta facendo! Non posso credere che siamo qui a parlare di quanto possa essere o meno innamorata come se in questo frangente fosse la cosa più importante!- Si era lasciata sfuggire parole forti, ma non poteva pensare che Maya per un bisticcio da innamorata si lasciasse sfuggire ciò che aveva rincorso in tutti quegli ultimi anni.

-Ma Maya non è innamorata di Sakurakoji!- le rispose sicuro Kuronuma.

-Come no?- chiese Ayumi allibita. Di chi poteva essere innamorata visto che non avevano tempo di frequentare e conoscere nessuno?

-Infatti- rispose per lui la signora Tsukikage. -E’ per questo che ho bisogno di parlare con lei adesso. Me la trovi signor Kuronuma. Mi faccia contattare da lei. Al più presto-. Quell’ordine suonava anche da congedo. Kuronuma si era incuriosito, sembrava che l’anziana signora sapesse più di quanto voleva far vedere ma, già sollevato dalla piega che avevano preso le cose, non osò dire altro e si alzò per salutare.

La signora Tsukikage salutò anche Ayumi: -Sappi che mi aspetto da te il massimo dell’impegno. Un’attrice non deve farsi distrarre per nulla al mondo da quello che le succede intorno, tu devi pensare a superare Maya, concentrarti sul tuo cammino. Quello che la sta travolgendo può aiutarla in qualche modo, non temere anzi, usa tutte le tue armi per arrivare alla Dea Scarlatta-.

La ragazza si sentì punta sul vivo e si alzò dunque per andarsene:

-Dica a Maya, non appena la sente, di tornare al lavoro. Io mi batterò con tutta me stessa, questo è sicuro-.

-Glielo dirò Ayumi- sorrise lei.

Rimase da sola nella stanza, si alzò faticosamente dalla poltrona e si avvicinò ad un cassettino basso della scrivania di legno. Lo aprì, inserì la mano destra che entrava a malapena in quel pertugio, e tirò fuori una piccola fotografia che sfiorò con la punta delle dita dell’altra mano. -Ichiren- sussurrò a stento con lo sguardo lontano.

parte II


La signorina Mizuki era sempre più scoraggiata. Il signor Hayami non si era fatto sentire, e lei aveva cercato Maya ovunque, in tutti i posti dove pensava potesse essere andata, ma nessuno aveva saputo dirle nulla, non le sue amiche, non la sua insegnante. Tra l’altro cominciava anche ad essere preoccupata perché sapeva bene che quella ragazza non aveva tante persone al mondo su cui poteva contare per un aiuto. Era vero che in molte occasioni aveva tirato fuori risorse inaspettate e che se le era cavata egregiamente in situazioni ben peggiori, la morte della madre, le diverse prove al limite della follia che aveva sostenuto per arrivare ad interpretare i suoi personaggi.. Era cresciuta sola, seppur socievole: sin da quando aveva deciso di lasciare casa aveva contato solo su se stessa.
Col signor Hayami che aveva vegliato su di lei, certo. Ma se aveva trovato un tale benefattore era per la sua natura appassionata e sincera, natura grazie alla quale tutti non potevano che stimarla.
Quando il telefono prese a squillare si fece speranzosa, e sollevò immediatamente la cornetta:

-Pronto?- il volto le si rabbuiò immediatamente ed il suo tono si fece professionale.

-Salve signorina Shiori, mi dispiace il signor Hayami non è in ufficio, credo avesse degli appuntamenti di lavoro……. Sì lo informerò quando torna e la farò richiamare………. Non sapevo che aveste una cena in programma, probabilmente ha avuto un imprevisto e non è riuscito a telefonare……….Se riesco a contattarlo prima di lei non mancherò di avvisarlo certo. Arrivederci-.

Posò il telefono. Aveva cercato di far durare la telefonata il meno possibile. Non amava quella donna, era la prima cosa a cui pensava ogni volta che sentiva la sua voce o se la ritrovava di fronte. Aveva come l’impressione che, alla fine, grazia alla sua aria fragile e tranquilla nel suo chiedere continuamente aiuto ed attenzioni, riuscisse a far fare al signor Hayami tutto quello che voleva. Quei gesti di affetto e premura le sembravano però solo il frutto di una sfrenata accondiscendenza, senza contare che, da quando aveva conosciuto Maya, il signor Hayami si era completamente trasformato ed era diventato un uomo davvero generoso. Probabilmente era anche il senso di colpa a spingerlo verso Shiori, il senso di colpa per l’amore che provava da tempo per colei che pensava non avrebbe dovuto amare colei che secondo il suo spietato pensiero non poteva ricambiarlo, il senso di colpa per aver accettato, per l’ennesima volta di accontentare il padre, controvoglia, ingannando tutti.

Mizuki si chiese se la signorina Shiori si fosse un minimo resa conto di tutto questo. Cosa passava nella testa di quella donna?

Il suo orario d’ufficio stava per terminare ma aveva già deciso che il suo compito più importante lo avrebbe portato a termine fuori da lì: doveva trovare Maya prima degli altri, e riportarla lì prima che accadesse l’irreparabile. Prima di tutto però provò a contattare il suo principale. Prese la cornetta, compose il numero e stette in fiduciosa attesa fino a quando non sentì che suonava occupato. Guardò ancora l’orologio. Ormai si era fatta sera, doveva sbrigarsi ad uscire se voleva combinare qualcosa. Rinunciò per il momento a parlargli ripromettendosi di provare successivamente dal cellulare.

parte III


Hijiri, dopo qualche squillo che suonava libero, sentì finalmente una voce dall’altra parte del telefono.

-Pronto?-

-Pronto signor Hayami. Sono Hijiri-.

-Ah sì…- la voce sembrava tergiversare.

-Signor Hayami c’è una cosa che debbo dirle riguardo ad oggi. E’ successa una cosa imprevista durante le prove dello spettacolo della Dea Scarlatta. Maya…-

-Sì lo so- lo interruppe lui -Per quella faccenda sono dovuto intervenire io-.

Sentendo che il signor Hayami continuava a mantenersi sul vago capì che non doveva essere solo perciò cominciò a fargli domande più mirate:

-Maya è con lei?- chiese secco.

-Sì esatto… A questo proposito mi dovrebbe sistemare alcune questioni. Dovrei rimandare certi appuntamenti e..- ci fu una piccola interruzione poi riprese -ed anche per le altre cose, avrei bisogno che qualcuno provvedesse. Puoi farti aiutare dalla mia segretaria-.

Hijiri capì immediatamente quello che voleva dire e lo rassicurò –Non si preoccupi signor Hayami, parlerò con la signorina Mizuki affinché le sposti gli appuntamenti di domani. Poi vedrò di tenerla informata su quello che succede qui in città con la stampa e farò il possibile per arginare i danni. Non le assicuro niente però, anche perché sa benissimo che i giornalisti si fiondano a pesce su questo genere di cose-. Si interruppe in attesa del consenso di Hayami.

-Certo, sono d’accordo. Il tuo aiuto però dovrà riguardare anche altri ambiti…-

Hijiri cercò di pensare velocemente a cosa si potesse riferire e tentò di andargli incontro:

-A suo padre ed alla signorina Shiori riferirò che è in viaggio di lavoro, per quell’affare del teatro ad Osaka.. Concorderò la versione migliore con la sua segretaria se per lei va bene-.

-Va benissimo- la voce dall’altro capo si fece più rilassata ed Hijiri ne fu contento. Non potè però esimersi dal metterlo in guardia:

-Sono sicuro che riuscirò a sistemare tutto come previsto anche se penso che qualsiasi scusa potremmo adottare con suo padre non potrà reggere per più di 24-48 ore se i giornali parleranno di Maya. Sembrerebbe troppo strana la sua assenza in un simile frangente- si interruppe un istante per poi aggiungere –Credo che comunque sarebbe meglio che si facesse sentire domani, o non appena potrà, con le persone direttamente interessate ai suoi spostamenti..-

-Lo so ma ho piena fiducia nella tua capacità di persuasione e vedrò di pensare qualcosa per quella faccenda. Se trovi il telefonino spento puoi contattarmi nella villetta che ho fatto sistemare qualche tempo fa, ricordi?-

-Sì signor Hayami, parla di quella fuori città penso..-

-Proprio quella, l’indirizzo lo ha Mizuki ed ecco il numero di telefono-.

Hijiri lo ripetè ad alta voce nel prendere nota e dopo un rapido scambio di battute la telefonata si concluse.

Il signor Hayami aveva portato Maya fuori città. Era chiaro che voleva tenerla lontana dai giornalisti, pensò Hijiri. Per prima cosa doveva informare la signorina Mizuki e raccomandarle di mantenere la massima discrezione. Insieme avrebbero pianificato cosa dire e che atteggiamento mantenere con la stampa. Uscì a passo svelto dall’edificio continuando a pensare a quello che doveva fare nell’immediato senza essersi accorto che tutta la sua telefonata era stata ascoltata con molta attenzione da qualcuno…

Sakurakoji attese di avere la certezza che il tizio, che da quanto aveva capito lavorava per la Daito, se ne fosse andato e poi corse nel camerino dove aveva carta e penna per segnarsi il numero di telefono che aveva sentito. Tramite quello sarebbe riuscito in breve tempo a risalire al luogo dove si trovava Maya.

Non avrebbe aspettato ulteriormente, voleva andarla a prendere subito per chiarire, per dichiararle i suoi sentimenti.

Nel suo cuore era forte la speranza di un futuro insieme a lei, quella volta era di certo quella buona.

Temeva anche che il signor Hayami potesse prendersela con lei, sapeva che non gli stava molto simpatica e che quei due non si piacevano minimamente. Probabilmente ci sarebbe stata un’atmosfera talmente gelida che Maya avrebbe finito per scappare anche da lì, per cui lui doveva trovarla prima che lo facesse. Guardò il numero di telefono sul bigliettino che aveva appena scritto e si passò nervosamente la mano tra i capelli.

-Sto arrivando Maya-.


alla prossima ....
 
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BlueCameila
view post Posted on 9/11/2010, 09:14




Briky grazie di aver postato questo bel capitolo!
questa ff si fa sempre più interessante! :applausi:
Grazie ancora.
:streghetta:
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 9/11/2010, 12:18




come al solito, il Sak ha capito tutto...Briky, posta, voglio vedere che combina!!!
Grazie!
 
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tais
view post Posted on 9/11/2010, 12:48




Sak ma dove vai? Fatti i cavoli tuoi e non disturbare i bradipini...image :no:
 
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gipsiusy
view post Posted on 9/11/2010, 17:58




stupido polpo fatti gli affaracci tuoi!!!!!ora che iniziamo a muoverci un pò...
cmq la storia è sempre più interessante,ma medito di farli bere un bel veritaserum a entrambi...se si dicessero le cose fatte e finite eviteremmo un sacco di problemi...
ad ogni modo spero che aggiorni presto..è bellissima!!
 
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27 replies since 8/4/2010, 22:32   3823 views
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