Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

The Moon Shadow, Chigusa & Ichiren. Cominciò così...

« Older   Newer »
  Share  
RAY80
view post Posted on 22/4/2011, 17:26




Finalmente sono riuscita a leggere i tuoi ultimi capitoli :bounce: che sono veramente stupendi, ancora di più dei precedenti.
Da questi ultimi capitoli si capiscono bene sia l'amore e devozione di Genzo per Chigusa, tanto da diventarne assistente, anzi "protettore", sia l'amore non riamato di Eisuke Hayami.
Ora, spero che nessuno mi sparerà, ma il rapporto iniziale fra Eisuke e Chigusa mi ricorda molto quello fra Masumi e Maya. Lui che rimane abbagliato dalla passione di lei, quasi stregato, che inizia ad ammirarla e che si sente un folle per questo. Che cerca di avvicinarla, ma che vien trattato scortesemente, quasi con odio, da una Chigusa che vede in lui una minaccia.
Infondo, se Chigusa non si fosse innamorata di quel cretino di Ozaki, non mi è difficile immaginare che alla lunga Eisuke avrebbe potuto aprirle il cuore e farsi amare da lei.
Francamente quelli che più mi fanno pena in questa storia sono Kiyono (un marito così l'avrei fatto fuori io prima che ci pensasse lui
:incazz: ), Genzo, che sprecherà la sua vita a far da servo per una donna che non se lo filerà mai per andare dietro ad un vecchietto pavido e sposato con una donna che ha condannato all'infelicità :nani: , ed Eisuke, che si innamora di una che non sa vedere oltre il prioprio naso e che preferisce passare la sua vita appresso ad uno che non sa essere un buon marito , nè un buon padre, nè un buon manager, nè un buon amante, e che nemmano ha il coraggio di stare al mondo... insomma uno che schifo :nani: .
Maya è pur riuscita a vedere il cuore di Masumi, dietro a quella maschera di freddezza, Chigusa mi sembra molto meno sveglia della sua pur non lesta (sentimentalmente parlando :sweat: ) allieva.
Cosa sarebbe successo a Masumi, se Maya avesse continuato ad odiarlo e disprezzarlo, allontanandolo dalla sua vita per stare con un altro?! :dry: Per me sarebbe diventato tale e quale ad Eisuke: freddo, calcolatore, incapace di ascoltare il suo cuore,...insomma per me Eisuke come noi oggi lo conosciamo è così per colpa di Chigusa che non solo l'ha rifiutato, ma che ha mostrato chiaramente il suo disprezzo per un uomo che poi ha avuto il solo torto di innamorarsi di lei. :no:
Produci in queste vacanze Flo, produci... :ehi:
 
Top
mademoiselle anne
view post Posted on 31/5/2011, 11:33




ALLORA?????? QUI NON STIAMO PRODUCENDO......
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 1/6/2011, 15:51




lo so, perdonoooooooooo!
Fatemi mettere a posto la vita, poi riprendo...
Non venitemi a cercare con le truppe naziste, vi prego! (lo dico soprattutto per Ray ihihihih)
A presto!!
 
Top
SYLLA
view post Posted on 27/7/2011, 15:18




Mi unisco al coro che chiede a gran voce il proseguio di questa splendida storia! :tiprego:
Niente truppe d'assalto dai, :randellata: solo tanti auguri per una veloce e positiva risoluzione dei problemi della vita!!

Torna presto!! Forza!!! Ti aspettiamo!!! :moto:
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 27/7/2011, 15:23




Grazie Sylla giuro, giuro, GIUSRo che appena posso scrivo...la sera son talmente fusa che non riesco più materialmente ad accendere il pc...ma continuo a immaginarmi la faccia di Eisuke nel prossimo capitolo...che è dedicato a lui e alla più grande opera della sua vita!
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 3/10/2011, 23:01




Scusate la lunga assenza...ecco il capitolo 8 sulla fondazione della Daito...e speriamo di poter continuare a scrivere in pace senza farvi attendere più!!
Buona lettura!


CAPITOLO 8 – Daito

-E’ un progetto ambizioso, - commentò Shigeo Takamiya. Sedeva alla sua scrivania di mogano, i gomiti appoggiati al ripiano e le punte delle dita congiunte. Guardò Eisuke da sotto le sopracciglia, che cominciavano ad ingrigirsi, e nel proprio sguardo non sapeva se far prevalere lo scherno o l’ammirazione.

Hayami sostenne quello sguardo con espressione di immutata testardaggine sul volto di pietra. Ma il cuore nel petto gli batteva all’impazzata. L’uomo che aveva davanti era il solo a poter realizzare quel pazzo progetto che gli era fiorito nella mente rapido come i susini d’estate, arricchendosi di nuovi affascinanti particolari ad ogni passo che, di corsa, aveva percorso dalla casa del maestro Ichiren Ozaki all’ufficio del Takatsu Group. Fino a quel giorno Eisuke Hayami vedeva tra se stesso e la Dea Scarlatta di Chigusa Tsukikage un solo ostacolo. Non la propria mancanza di coraggio: ne aveva abbastanza da giungere ovunque volesse. Non l’evidente disprezzo che la giovane attrice gli riservava; ma soltanto il parere del regista. Eisuke conosceva il segreto che teneva legati quei due esseri, e sapeva bene che una sola parola di Ozaki avrebbe piegato la ragazza. Così, benché questo lo facesse impazzire di gelosia, aveva atteso quella parola come un affamato, e appena Ichiren aveva detto di essere interessato alla sua idea, Eisuke aveva subito capito che nulla poteva fermarlo nel suo progetto di diventare un giorno il produttore della Dea Scarlatta, di farla finalmente sua. Tutto ciò che gli occorreva, ora, erano i soldi e gli appoggi di Takamiya.

-Non hai mai avuto nulla in contrario alla mia ambizione – osservò Eisuke, la mascella ferma.
-No, è vero, e ti rispetto per lo zelo con cui vieni incontro ai miei desideri – replicò ironico Takamiya. Si alzò dalla poltrona e si diede a camminare per la stanza meditabondo, lisciandosi il mento, soppesando tra sé il progetto di Eisuke. – Mi domando solo come tu possa pensare di essermi utile nel campo del teatro. Non è mai stato di mio interesse e, che io sappia, nemmeno tuo.
Shigeo guardò Eisuke in faccia, ma nemmeno un nervo del suo viso mutò a quelle parole.
-Certo, il vantaggio sarebbe che tu potresti arrivare ad occupare un settore nel quale io non ho ancora relazioni, e questo non farebbe che arricchire la nostra rete di contatti. Ma sei sicuro di avere abbastanza esperienza per poterlo fare? Dopotutto, con la Tsubasa ti sei occupato sempre solo di logistica.

-Ho in mente una riorganizzazione radicale dell’azienda – spiegò Hayami, cercando di controllare l’impazienza nella propria voce e pregando tra sé che le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte non prendessero a scorrergli lungo il viso. Detestava quando non lo si riteneva capace di qualcosa. – Già da tempo, come sai, oltre che di trasporti e di grande distribuzione ho preso ad occuparmi di organizzare viaggi e trasferte. La rete logistica della Tsubasa può trasportare qualsiasi cosa, e i contatti che abbiamo nelle diverse città del Giappone sono utili per reperire locali e alloggi in ogni parte della nazione. Tutto ciò che serve è un quartier generale a Tokyo che organizzi i viaggi. Non credo che per gli spettacoli teatrali sia poi così diverso – concluse. Prese fiato e proseguì: - Kenzo Mizushi mi farà da consulente, lui organizzerà gli spettacoli da Tokyo, mentre la mia rete logistica trasporterà scenografie, materiali e persone ovunque gli spettacoli si terranno. Affitterò i locali più prestigiosi, e magari comprerò dei teatri. Non ci saranno limiti a quel che potrò fare in questo campo, se mi darai fondi e appoggio. Senza contare che la base logistica della Tsubasa può servire da apripista per un numero infinito di business. La divisione turismo e la divisione spettacolo saranno solo due dei campi d’azione della Daito (Metropolitan)Corporation.

-Daito Corporation – Takamiya sollevò il sopracciglio in un sorriso ironico. – E così mandi in pensione la vecchia Tsubasa e il signor Ogata suo benemerito fondatore, che ci ha insegnato l’onestà e la bellezza del lavorare duro.
Eisuke non rispose al sorriso. L’etica del suo antico datore di lavoro, che aveva creduto in lui ragazzo e gli aveva lasciato l’azienda in eredità, ormai era morta e sepolta per lui. La cosa non lo riempiva d’orgoglio, ma ormai era tardi per i rimorsi. Aveva scelto da tempo la sua strada.
-La Tsubasa non è abbastanza per quel che ho in mente – replicò soltanto Hayami, secco.

Takamiya si ricompose. Non intendeva canzonare l’entusiasmo quasi infantile del suo interlocutore, anche se era più che evidente che tra organizzare viaggi e organizzare spettacoli c’era una gran differenza, e consisteva nel gusto per l’arte e nel fiuto per il successo. Sapeva però che Hayami, benché privo entrambe le cose, sarebbe comunque arrivato ovunque desiderasse arrivare. E questo era ciò che a Shigeo interessava.
-Spettacoli di successo in teatri prestigiosi attirano tutta la buona società, tutto il denaro e il potere del Giappone – valutò l’uomo. – Ed è lì che noi vogliamo arrivare, Hayami. Se tu mi garantisci la porta d’accesso al denaro e al potere, avrai la mia benedizione e i miei finanziamenti. Ma bada di non fallire. Hai l’appoggio dei miei uomini, che possono aiutarti, come dire? a facilitarti la strada, se dovessi avere guai con i tuoi concorrenti. Ma non farmi esporre più di quanto non sia necessario.

-Non sarà necessario, Shigeo – replicò Eisuke. Un lampo negli occhi di ghiaccio era l’unico segno visibile del trionfo in un volto per il resto rimasto impassibile. Ora nessun ostacolo si poneva più tra lui e la Dea Scarlatta, se non la propria stessa volontà. Aveva promesso a Chigusa che avrebbe costruito una azienda solida e credibile, ed ora quella promessa si sarebbe realizzata. Avrebbe organizzato spettacoli di gran successo, e ognuno di essi sarebbe stato un passo in più verso di lei, la meravigliosa creatura incarnata da Chigusa Tsukikage.
-Bene. – Takamiya chiamò un segretario e si fece portare de sakè. – Allora brindiamo alla tua nuova azienda dal nome altisonante. Alla Daito Corporation. Campai!
Gli porse una tazza di liquore e vuotò la sua d’un fiato. Eisuke sorseggiò lentamente il suo sakè. “Il nome non è che il principio”, pensò.

***


Eisuke Hayami acquistò un ufficio in uno dei centralissimi e moderni grattacieli che cominciavano a popolare lo skyline di Tokyo in quel dopoguerra di furiosa ricostruzione, e ne fece il primo quartier generale della sua Daito Corporation. Radunò intorno a sé i suoi uomini più fidati e chiese a Kenzo Mizushi, in nome della gratitudine che gli doveva per aver salvato la sua azienda in rovina, di lavorare in esclusiva per la Daito come impresario.

Kenzo, come gli era stato chiesto, presentò ad Hayami un resoconto dettagliato del mercato del teatro giapponese, e, quando lo lesse, Eisuke perse gran parte della propria spavalderia. Non immaginava che quel business fosse tanto affollato di nomi affermati. Difficilmente avrebbe potuto trovare una nicchia con la sua scarsa esperienza nel campo.
Non passò molto tempo che tra i grandi produttori teatrali i nomi di Eisuke Hayami e della Daito cominciarono a circolare, e non senza una notevole dose di scherno. Hayami aveva fama di squalo inarrestabile e avido, ma nel loro campo era innegabilmente un novellino, ed essi fecero perciò di tutto per coprirlo di ridicolo per i suoi sforzi nel cercare di entrare in un mondo che non era il suo. In realtà avevano paura che la voracità di quell’uomo potesse intaccare anche il sacro mondo dell’arte, che apparteneva a loro, e quindi, screditandolo, non facevano che difendere il territorio per impedire a quel formidabile avversario di entrare nella competizione.
Eisuke Hayami si rese conto della situazione – del resto avrebbe fatto lo stesso, e con ben altri mezzi - e decise di cambiare strategia. Se non poteva competere con i produttori già affermati, si sarebbe fatto un nome sfruttando un terreno vergine, privo di concorrenti. E cioè, il teatro Gekko.

La compagnia di Ichiren Ozaki non aveva mai avuto bisogno di produttori, primo perché non era mai uscita da Tokyo, e poi perché il nome di Ozaki bastava da solo a fare il tutto esaurito. Ma per portare la compagnia fuori da Tokyo, Ichiren aveva bisogno di affidarsi a qualcuno, e si affidò ad Eisuke Hayami, al quale aveva ormai dato la parola e del quale, inspiegabilmente, si fidava. In presenza di quell’uomo, il regista aveva ancora la sensazione di averlo già conosciuto prima, e questo, lungi dal metterlo in sospetto, gli dava una specie di conforto. E Hayami, ovviamente, ne approfittava.

La stima di Ichiren per Eisuke salì alle stelle quando vide la facilità con cui la Dea Scarlatta riempiva i teatri di tutto il Giappone, grazie alla Daito che se ne era preso in carico l’allestimento e la promozione in tutte le principali città del Paese. Restarono in tournèè per oltre un anno, durante il quale il nome del regista e, quel che più contava, quello di Chigusa Tsukikage,salirono la vetta dei nomi più conosciuti e amati nel teatro giapponese. Grazie all’influenza di Hayami e alla sua capacità promozionale, recitarono nei teatri più prestigiosi del Paese e furono ammirati dalle più eminenti personalità nazionali.

Naturalmente, Hayami non era un ingenuo, e sapeva benissimo che il lavoro nel promuovere la Dea Scarlatta era notevolmente facilitato dal fatto che si trattava di uno spettacolo di tale altezza che avrebbe potuto promuoversi da solo. Mentre dava l’impressione di rendere un servizio alla compagnia del teatro Gekko, in realtà era lui stesso che si stava servendo dello spettacolo di Ozaki come ariete per espugnare il business dello spettacolo, che gli era così ostile, e per arrivare a quello che era il suo vero obbiettivo: diventare tanto potente da poter non solo promuovere la Dea Scarlatta, ma anche produrla in esclusiva. Per ora, lo spettacolo di Ichiren Ozaki serviva ad Eisuke per diffondere anche il proprio nome in tutto il Giappone, e per crearsi una fama che gli sarebbe servita in seguito per sbaragliare la concorrenza. La Daito doveva brillare della luce riflessa della Dea Scarlatta per confondere le idee a tutti, e per primo ad Ozaki. Lo spettacolo e la casa di produzione dovevano diventare talmente legati e indispensabili l’uno all’altro che il regista non avrebbe rifiutato di vendergliene i diritti in esclusiva. Questo era l’unico motivo per cui Eisuke Hayami aveva fondato la Daito Art Production: farne la cassaforte della creatura che amava.

Ma faceva i conti senza una persona. E quella persona era Chigusa Tsukikage.

Continua...
 
Top
view post Posted on 4/10/2011, 00:36
Avatar

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
2,533
Location:
catania

Status:


che dire flo.
Un gran bel capitolo sul serio.
Certo che Takamija lo hai reso alla perfezione, odioso e viscido come solo uin cattivo può essere. Per quanto riguarda Eysuke, credo che le sorprese non siano finite vero ?
Ci rimettiamo alla tua penna.
Mi è piaciuto come hai chiuso il capitolo

"Questo era l’unico motivo per cui Eisuke Hayami aveva fondato la Daito Art Production: farne la cassaforte della creatura che amava.

Ma faceva i conti senza una persona. E quella persona era Chigusa Tsukikage."

aspettiamo il seguito.
bravissima come sempre flo , posta appena puoi

 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 4/10/2011, 12:55




Grazie Choppy! in effetti ora siamo in un momento di passaggio, i colpi di scena devono ancora arrivare...e non pensiate di sapere già tutto di questa storia perchè non è così ;)

Stasera continuerò a scrivere le mie bozze sul tram :risata:, e appena possibile le copio sul forum!

Besos a todos!
 
Top
SYLLA
view post Posted on 4/10/2011, 13:25




Cara Flo, che dire se non: Bentornata!! :sorrisone: E soprattutto grazie per il nuovo capitolo!!! :bounce:
Sono strafelice che tu abbia ripreso in mano quest'avventura che ti costa un po' di sacrificio, ma vuoi mettere la soddisfazione e la goduria che dai ai tuoi fan?!! :pucci:

Non so perché, ma non riesco ad odiare Eisuke, mi risulta molto più insopportabile il personaggio di Takamiya che trovo decisamente più infimo, proprio nel midollo. Eisuke da principio non era così, lo è diventato in seguito "per forza di cose"...anche se non è una giustificazione, ha comunque i suoi perché.
So che presto dovrò ricredermi, la sua malata ossessione per Chigusa deve ancora esplodere...
Comunque spero sempre in una sua redenzione. :inchino:

Attendo con trepidanza il seguito! :streghetta:
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 6/10/2011, 11:28




Grazie Sylla!
Il prossimo capitolo è in cantiere ;)
 
Top
albalau
view post Posted on 6/10/2011, 20:41




lo ammetto, ho dovuto rileggerla quasi tutta.....
si, avevo perso il filo.....
ma come ho potuto!
in ogni caso, che dire.
sempre più bella e appassionante!
come credo di averti detto in precedenza, mi piace molto come scrivi e descrivi i personaggi!!!!!
spero di leggere presto i prossimi capitoli!
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 7/10/2011, 07:53




Alba, colpa mia che vi ho lasciato a secco troppo tempo!! scusatemi!!!!i capitoli arrivano, arrivano :)
 
Top
albalau
view post Posted on 7/10/2011, 08:02




non devi scusarti. mi ha fatto piacere rileggerla, anche perché mi piace davvero tanto!
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 7/10/2011, 11:52




beh allora vuol dire che sarà un'occasione anche per chi non l'ha letta di darci un'occhiata ;) spero di postare il prox già nei prossimi giorni!
baci a tutte
 
Top
~*Floriana*~
view post Posted on 30/4/2012, 21:49




Se mi davate per dispersa...beh, non è così ;)
Continuo con la saga di Ichren e Chigusa...cominciano i guai al teatro Gekko.
Buona lettura dalla vostra latitante fan writer ;)


CAPITOLO 9 – Io sarò sempre con lei

-È una cosa terribile, Genzo. Terribile. Bisogna avvertire Ichiren-sensei. Quell’Hayami ha passato il segno. Deve sparire dalla nostra vita. A costo di non fare mai più trasferte.
La voce di Chigusa tremava mentre ella si torceva le mani, misurava a passi nervosi la stanza. Genzo la osservava, seduto davanti a lei, all’apparenza distaccato, ma le gocce di sudore che gli imperlavano il viso pacato dopo lo sforzo fatto – trascinare di peso in casa un uomo malconcio, medicarlo e metterlo a letto - tradivano lo stesso sdegno.

Erano passati diversi mesi da quando la Dea Scarlatta aveva debuttato per la prima volta con la collaborazione della Daito Art Production di Eisuke Hayami. Dopo i primi successi, molti altri spettacoli del teatro Gekko erano stati promossi dalla nuova casa di produzione, rendendo famosi i nomi di Ichiren Ozaki e Chigusa Tsukikage. Un nuovo dramma del maestro Ozaki avrebbe debuttato entro pochi giorni, ma questa volta il regista aveva deciso di non farlo produrre alla Daito.

Quando Ichiren aveva comunicato questa sua decisione ad Hayami, gli aveva spiegato di aver bisogno di un momento di pausa dalle faticose trasferte e che si sarebbe rivolto a lui ancora, più in là nel tempo. Invece, la sua intenzione era quella di cercarsi un altro impresario. Man mano che la Daito acquistava importanza, infatti, il suo fondatore si faceva sempre più aggressivo, invadente. In più Ichiren non gradiva il modo con cui quell’uomo parlava della Dea Scarlatta: come se fosse sua, come se volesse comprare ogni singolo respiro di coloro che la interpretavano. Compresa Chigusa, alla quale Hayami, maldestro ma caparbio, aveva cominciato a fare omaggi continui e costosi, nella speranza di entrare nelle grazie dell’attrice che lo aveva sempre trattato con degnazione, quando non con aperto disprezzo. Ozaki aveva giudicato meglio allontanarsi almeno per qualche tempo dall’influenza di Hayami. Questi sul momento non aveva obbiettato alla decisione del maestro, ma inspiegabilmente tutti coloro a cui fu fatta la proposta di promuovere il nuovo spettacolo di Ozaki avevano rifiutato cortesemente: una cosa che in altri tempi non sarebbe mai accaduta. Ma il maestro non si era arreso, e aveva continuato a bussare a tutte le porte, pensando solo a trovare chi potesse continuare a finanziare il successo della sua prima attrice.

Finchè quella notte Genzo non era rientrato in casa a notte fonda, trafelato, trascinando sulle spalle un uomo in pessime condizioni e seguito da un altro messo non meglio, ma almeno in grado di reggersi in piedi. Aprendo la porta del teatro si era trovato davanti Chigusa, rimasta alzata per provare la propria parte, e non aveva potuto nasconderle il fatto. Insieme avevano messo a letto i due uomini, trascinandoli a fatica. Poi Genzo aveva raccontato alla giovane attrice quanto era capitato. I due erano gli attori principali del nuovo dramma di Ozaki. Genzo li aveva trovati per strada, appena fuori da una bettola dove avevano passato la serata in compagnia di alcuni tipi che il gestore del locale aveva definito “gente rispettabile” , ma che erano degli Yakuza conosciuti per far parte del giro di Eisuke Hayami. La serata era stata allegra, avevano mangiato e bevuto molto, poi il sakè era salito al cervello ed era finita a rissa. I due, ubriachi e malmenati erano rimasti sul selciato, dove Genzo li aveva raccolti, mentre i loro compagni erano andati via come nulla fosse per un’altra strada, come dopo una missione compiuta.

-Ma come è potuto succedere, Genzo? – chiese sconvolta Chigusa, con lacrime di rabbia che le affioravano agli occhi. – Due artisti…nutriti, allevati dal maestro Ichiren, ridursi in questo stato, e a pochi giorni dalla prima! Non hanno dunque nessun rispetto per il nostro lavoro? Che direbbe Ozaki-sensei se lo sapesse?
A braccia levate, Chigusa si ficcò disperata le mani tra i folti riccioli neri, in una posa che non sarebbe sembrata fuori luogo sul palcoscenico, e Genzo pensò che raramente l’aveva vista così bella. Ma non replicò nulla alla sua domanda. Non poteva certo rivelarle che episodi come quelli si erano ripetuti spesso negli ultimi tempi, che Ichiren lo sapeva da molto tempo e che da molto tempo taceva.

***



Il giorno dopo, qualcuno suonò alla porta, e quando Chigusa andò ad aprire si trovò davanti un fattorino con un grosso cesto di fiori e con un pacchetto per lei. Dall’imballaggio, la giovane vide che si trattava di un articolo proveniente dalla più prestigiosa gioielleria della città. E un’ondata di rabbia si impossessò di lei.
-Firmi qui, prego – disse il fattorino, porgendole la bolla.
-No, aspetti – lo fermò lei invece, e scritte in fretta poche parole su un biglietto, che chiuse in una busta e gli consegnò. – Restituisca tutto a chi lo ha mandato, e aggiunga questo. E in più dica a quel farabutto che la smetta di mandarmi regali. Non accetto niente da chi cerca di rovinarci.
Il fattorino, col viso impassibile di chi ha vissuto molte volte la stessa scena, si inchinò e andò via. Chigusa restò sola, col sangue che ribolliva. “Maledetto Hayami”, pensò. “Cerca di rovinare il maestro Ichiren e di ingraziarsi me. Ma non mi avrà mai. Mai”.

-E’ un ammiratore tenace, non si può negare – disse Ichiren, comparendo nell’atrio. – So che ti manda fiori e gioielli quasi ogni giorno da molto tempo, ma tu li rimandi sempre indietro.
Chigusa sussultò, ma presto si ricompose e lo guardò con l’aria di sfida che si può avere solo verso colui che si ama quando lo si vuol salvare da un baratro.
-Si sbaglia, sensei. E’ solo un criminale che cerca di rovinarci.
-Ma che dici, Chigusa – replicò lui con un sorriso forzato. – E’ un uomo potente, che può farti arrivare molto in alto. Forse dovresti accettare i suoi doni.
-Sensei! – A Chigusa si seccò la gola, e gli occhi verdi le lampeggiarono non tanto di rabbia, quanto di dolore. Come poteva Ozaki dire una cosa del genere? Come poteva non capire di che razza fosse Hayami? E soprattutto, come poteva desiderare davvero venderla ad un uomo? Teneva dunque così poco a lei?

-Non sono una prostituta – disse con voce bassa e roca, quando si fu ripresa dall’emozione, e Ozaki sussultò a queste parole, comprendendo di averla ferita. – Lei non ha il diritto di vendermi al miglior offerente.
Ichiren le si accostò e l’abbracciò teneramente.
-Scusami, cara Chigusa, non volevo ferirti – mormorò, e all’istante sentì il corpo di lei rilassarsi. “Tiene a me, dopotutto”, pensò la giovane, sentendosi venire le lacrime agli occhi.
-Io ho in mente solo il tuo bene – riprese Ozaki, sciogliendola dal suo abbraccio. – Non capisci? Hayami può davvero trasformarti in una stella. Guarda come ha portato la nostra Dea Scarlatta in giro per il Giappone, e quanto ha già fatto perché il tuo nome fosse conosciuto ovunque. Può farlo ancora…a patto che tu smetta di trattarlo male. Presto potrebbe stancarsi e rivolgere la sua attenzione ad un’altra attrice.
-E magari farmi malmenare, come ha fatto con Ken e Koji ieri notte? E con chissà quanti altri nei giorni passati? - ribattè Chigusa, con gli occhi fiammeggianti.

Ichiren rimase interdetto.
-Non pensavo tu lo sapessi – disse, cambiando tono di colpo.
- E lei lo sapeva? – Chigusa restò stupefatta. – Lo sapeva e non diceva nulla?
-Non volevo farti preoccupare – replicò lui. - So che quell’uomo non ti è mai piaciuto, ma non voglio che la tua antipatia per lui ti chiuda delle porte in futuro. Tu devi pensare alla tua carriera. Il resto si sistemerà.
-Sensei!- esclamò Chigusa per la seconda volta, fuori di sé. – Per amor del cielo, non mi tratti come una bambina! Davvero crede che per amore della carriera mi abbasserei a lavorare con una persona simile? Con una persona che cerca in ogni modo di rovinare l’uomo che…
Tacque di colpo, vedendo gli occhi d’oro del maestro Ozaki – ormai circondati da piccole rughe – sgranarsi come per un’emozione improvvisa. E, arrossì, temendo di aver detto più di quanto le fosse consentito.

-Lei è l’uomo a cui io devo tutto – riprese Chigusa, non osando sollevare lo sguardo. – Ho lavorato per la Daito solo perché lei me lo ha chiesto, e io non posso negarle niente. Ho tollerato per mesi che quell’uomo mi corteggiasse con fiori e regali, perché temevo che potesse vendicarsi danneggiando gli affari del teatro Gekko. Ma ora – esclamò Chigusa, stavolta guardando il maestro in viso - sapendo quello che so, non posso pensare di farlo ancora. E non deve farlo nemmeno lei. Dobbiamo liberarci di Hayami, Ichiren-sensei!
-Vorrei che fosse possibile, Chigusa – rispose lui, con una vena di rassegnazione nella voce. – Sa il cielo se lo vorrei e se ho tentato. Vorrei avere io i mezzi necessari per assicurarti un successo tale che nessuno potrà più portartelo via. Ma contro la rete che la Daito ha in tutto il Giappone io non posso far altro che perdere. E così sarebbe di qualunque altro produttore, ammesso di trovarne uno disposto ad aiutarci.

Ichiren non aveva tutti i torti. Non teneva in alcuna considerazione la competenza di Eisuke Hayami in fatto di arte, e sapeva bene che la maggior parte degli spettacoli prodotti dalla Daito Art Production erano niente altro che roba adatta a fare soldi facili, in fretta, e per passare sui cartelloni dei teatri senza lasciare nessun segno. Però, producendo un gran numero di quegli spettacoli, insieme a poche grandi opere come la Dea Scarlatta, il nome della Daito era diventato ormai così conosciuto e temuto nell’industria culturale che nessun produttore avrebbe mai osato metterglisi contro. Soprattutto conoscendo le aderenze di Eisuke Hayami con le più alte sfere del potere lecito e illecito.

-Il mio successo non è girare per il Giappone. Il mio successo è essere lì dove lei si trova, sensei – replicò Chigusa, le guance di porpora. – Non mi importa di niente altro. Hayami le mette i bastoni tra le ruote perché non vuole che noi facciamo trasferte con altri produttori. Bene, resteremo a Tokyo, con i mezzi che abbiamo; quell’uomo non potrà aver nulla in contrario. Lei sarà il produttore di se stesso. E se anche tutti l’abbandonassero – se lo ricordi, maestro - io sarò sempre con lei.
-Chigusa- mormorò Ozaki, tornando ad abbracciarla. – Mia cara, piccola coraggiosa Chigusa.

Continua... (spero presto!!)


 
Top
239 replies since 11/7/2010, 02:01   4107 views
  Share