Eccomi, tranquille non ero scappata
Capitolo 12Il teatro e’ il mio specchio- Tata!
- Ayumi, bambina mia!
- Finalmente ti sei decisa a venirmi a trovare!
- Tu mi devi perdonare! Avrei dovuto badare meglio a te! Se io fossi stata più attenta, questo brutto incidente non sarebbe capitato! Se tu non mi vorrai più vicino a te, io ti capirò ed andrò via subito.
- Adesso hai finito? Tu non hai colpa per quello che è successo! Io sarei dovuta essere più attenta. Tu mi avevi consigliato di prendermi più cura del mio corpo, ma io ho sottovalutato l’importanza del riposo!
- I tuoi genitori mi hanno detto che ti toglieranno le bende tra una settimana.
- Si!
- Ayumi, prometti a questa povera vecchia che starai molto più attenta adesso!
- Te lo prometto tata.
TOC-TOC
- Scusate, disturbo? Posso entrare?
- Signor Hamil? Si, entri pure!
- Adesso si è fatto tardi ed io devo andare a casa. Ci vediamo domani. Ti porterò la zuppa che ti piace tanto.
- Grazie! Tata, ti voglio bene.
Ayumi abbracciò e baciò la sua tata con un dolce sorriso, lo stesso che tutti i figli rivolgevano ai genitori. Hamil, vedendole, fu certo di vedere, tra quelle due donne di due generazioni e ceti tanto diversi, un legame che andava ben oltre il semplice rapporto di lavoro. Vide affetto, sincero e reciproco! Sentì gli occhi diventare umidi e lucidi e si voltò verso la porta, non era certo il momento di mostrarsi sentimentalista! Quando la tata uscì dalla stanza, l’attenzione di Ayumi fu tutta verso di lui.
- Sono contenta che lei sia venuto a trovarmi subito!
- Veramente i suoi genitori mi hanno telefonato due giorni fa, ma non mi trovavo in città così non sono potuto venire subito.
- Non pretendevo certo, che lei lasciasse il suo lavoro e corresse da me!
- Vede mademoiselle Himekawa, io, in un certo qual modo, mi sento responsabile!
- Responsabile? Perché?
- Quel giorno sono stato troppo brusco con lei e forse l’ho distratta dalla sua preparazione.
- Se le dicessi che non stavo pensando alle sue parole, mentirei, ma, devo anche confessarle che erano giorni che mangiavo e dormivo poco ed è stato questo che mi ha reso debole e che ha causato lo svenimento.
- Lei non sa quanto mi rende felice sapere che non mi ritiene responsabile del suo incidente!
- Devo ammettere che dal giorno in cui le ho parlato non faccio altro che ripensare alle sue parole. Le verità che mi ha detto e che i giornali ripetono con parole ancora più schiette, non mi abbandonano neanche la notte!
- Mademoiselle Ayumi, lei mi deve spiegare perché è così disperata!
- …
- Forse, lei è la prima a credere a quello che scrivono i giornali! Le è piaciuta l’interpretazione della sua insegnante?
- Certamente!
- Ma, ricordo benissimo che la signora Tsukikage ha indossato una maschera durante tutto lo spettacolo! Questo ha reso meno bella o intensa la sua interpretazione?
- No!
- Questo perché il suo cuore parlava più della sua bellezza! Ed è questo che volevo farle capire con il mio discorso. Lei, crede davvero che perdendo la bellezza, perderebbe tutto? Non si dimentichi del suo cuore!
- Il cuore? Allora, forse ho già perso tutto!
- Che cosa intende dire?
- Ho sempre odiato quegli attori meschini che per arrivare al successo sono pronti a passare sopra ai loro colleghi ed ero fiera di me e del mio cuore privo di ombre, ma…
- …
- Quei sentimenti vergognosi sono affiorati anche nel mio cuore e mi hanno resa una persona orribile!
- Non crede di essere troppo severa con se stessa?
- La prego mi faccia finire di parlare…non so perché sto raccontando a lei queste cose…ma sento che è l’unica persona che mi può capire in questo momento!
- …
- Quando eravamo nella valle, avevo capito subito che Maya era arrivata alla Dea Scarlatta prima di me, e così avevo deciso di andare via. Un’abitante del villaggio mi ha impedito di attraversare il ponte perché era mal messo e sarebbe potuto crollare e così mi fermai ma, pochi istanti dopo, vidi Maya attraversare il ponte e la lascia fare…si rende conto? La stavo lasciando morire!
Ayumi nascose il viso tra le mani per la vergogna e non riuscì a dire più una parola. Hamil capì subito il dolore e l’imbarazzo della giovane, si avvicinò le scostò le mani e con un sorriso sincero.
- Però non l’ha lasciata morire!
- Ma volevo farlo! Lo volevo con tutto il cuore. Capisce?
- Volere per un breve istante non basta a fare di una persona buona, una cattiva!
- Io ho sempre ammirato Maya, il suo genio, la sua semplicità e la sua naturalezza, ma vederla arrivare con tanta facilità al cuore della Dea Scarlatta mi ha turbato più di quanto io pensassi. Vorrei tanto sapere cosa la rende così diversa da me agli occhi di tutti!
- Io penso che sia la sua vita a renderla tanto speciale!
- La sua vita? Cosa intende?
- Vede, l’ardore che c’è in Maya viene dalle esperienze della sua vita! Lei, mademoiselle Ayumi, è ricca e bella. Ha tutto! Maya, invece, ha
bisogno di vivere le vite dei suoi personaggi! Non ha altro! Il pubblico capisce che per lei la recitazione è ossigeno, è vita.
- E, per me cos’è? Un capriccio?
- No, non dico questo! Forse per lei il teatro è più, uno specchio!
- Il teatro è il mio specchio?!
- Uno specchio dove lei ama guardare il suo talento, la sua bellezza.
- Quella che lei sta dipingendo è un’Ayumi che io non conosco!
- Nessuno di noi si conosce fino in fondo! Spesso i giudici migliori sono le persone che ci conoscono da poco tempo.
- Signor Hamil, verrà a trovarmi anche domani?
- Certamente!