| Ragazze oggi ho avuto un attacco di follia. Speriamo sia di vostro gusto i nostri bradipi trasportati nell'800 ihihih
DEBITO D'AMORE
1° CAPITOLO
TOKIO SECONDA META' DELL'OTTOCENTO
Il locale che dava vita a quella specie di saloon, stile americano, era denso di fumo; zeppo di uomini sia occidentali, che orientali,dediti a bere, a fumare ed a giocare d'azzardo. Proprio quest'ultimo era stato la causa della rovina economica di molti industriali, che dovevano la loro fortuna all'influenza degli Stati Uniti. Ed anche in quel momento, un giovane uomo stava per perdere una forte somma al tavolo da poker, dando così il colpo di grazia alla sua già precaria situazione finanziaria. Hiroshi Kitajima sentì un brivido nella schiena quando l'uomo che aveva difronte mise sul tavolo un poker d'assi, mettendo così fine alla sua speranza di recuperare quanto perso sino a quel momento. Con un sorriso appena accennato, il suo avversario tirò una boccata di fumo, da una delle sue costose sigarette, poi lo buttò fuori e bevendo una lunga sorsata di cognac disse:-Sono spiacente, Kitajima-san, avrebbe dovuto ritirarsi quando glielo avevo proposto! Purtroppo adesso non c'è più rimedio!- Non fu tanto quel che disse, ma il tono freddo che usò, unito al suo sguardo glaciale, a far capire ad Hiroshi che con quell'uomo non si scherzava. Si maledisse e maledisse ancor più il suo desiderio di sfidare la sorte, o in quel caso la sua stupidità. Sì era stato un emerito idiota a non dare ascolto a chi lo aveva avvertito di non giocare contro quel tipo.L'uomo era noto nell'alta società giapponese, sia per la scaltrezza negli affari, oltre che nel gioco, ma anche per essere spietato con chiunque non fosse in grado di far fede agli impegni presi. Guardandolo, capì il perchè della sua fama: sembrava osservare tutto e tutti con profondo disprezzo, celandolo con modi gentili, emanando allo stesso tempo un senso di inaccessibilità, che le donne trovavano irresistibile. A tutto ciò si doveva aggiungere che era un tipo veramente notevole: alto forse più di 1m e 80, muscoloso, biondo e con gli occhi azzurri, aveva tutti i requisiti dell'uomo di successo, perdipiù suo padre era uno degli uomini più ricchi di Tokio e lui era il suo unico erede. La voce dell'uomo lo riscosse dalle sue riflessioni:- Scelga lei come e dove pagarmi! So che al momento,lei come dire... non vive una situazione felice. Da parte mia posso assicurarle che non pretendo per forza denaro, sono disposto ad accettare immobili e terreni per sopperire al suo debito! Come vede, sò essere anche comprensivo e tollerante in determinati contesti! e poi non si dica che Masumi Hayami è un uomo senza pietà!- Detto ciò scoppiò in una risata sarcastica
A quell'ora della sera, le donne altolocate di Tokio si riunivano per recitare il rosario, prendere il tè , scambiarsi gli ultimi pettegolezzi sulla moda e sul fidanzamento di questa o di quella giovane. Quella sera la riunione si teneva a casa dei Kitajima, una delle più antiche e prestigiose famiglie del Giappone: si diceva addirittura che discendessero dalla dinastia Ming e quindi era sempre stata oggetto di una grande considerazione, essere loro conoscenti era un grande onore ed allo stesso tempo era segno di grande elevatura sociale. La signora Haru, la matriarca, era considerata una donna tutta d'un pezzo, la quale dopo la morte del marito, avvenuta quando i loro 2 figli erano ancora piccoli, si era occupata dell'industria tessile che permetteva loro di vivere in maniera agiata. Era noto però che il suo debole per il figlio Hiroshi, negli ultimi anni li aveva portati quasi al tracollo finanziario, in quanto il suo prediletto non possedeva lo spiccato senso degli affari del padre, nè le accortezze della madre, ma mostrava però grande propensione per lo sperpero, legato a vizi di ogni genere dall'azzardo, alle donnine allegre e all'alcol. La signora chiamò la dama di compagnia della figlia, alla quale chiese con irritazione:- Le nostre ospiti sono tutte qui! Si può sapere dove si è cacciata mia figlia? Possibile che debba sempre farsi attendere? Chiamala per favore e dille che manca solo lei! - Subito signora! Credo sia in giardino!- La ragazza infatti era in giardino, o meglio in una parte appartata del luogo, dove la visuale era impedita da un folto cespuglio ed in quel momento stava aprendo il piccolo cancello sul retro, per lasciar passare il suo visitatore. Non appena egli entrò, la prese tra le braccia con foga e fece per baciarla sussurando:- Maya, amore mio!-
CONTINUA
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