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| XVII.
Premendosi la gamba da dove fuoriusciva copiosamente il sangue, il killer fissava terrorizzato Hijiri e gli alti uomini vestiti di scuro che lo avevano trascinato in quella stanza. -"Che cosa volete farmi? Sto perdendo troppo sangue, dovete portarmi da un dottore... la ferita...la ferita è profonda... Dovete aiutarmi!!" Si lamentava di dolore e di paura. Conosceva la fama di spietatezza che circondava Masumi Hayami ed era sicuro che stavolta non avrebbe portato a casa la pelle. Hijiri lo squadrò dall'alto con disgusto. -"Per chi lavori?" chiese con freddezza. Gli rispose un lungo silenzio imbarazzato. Hijiri piegò le gambe mettendosi faccia a faccia con l'uomo, seduto scompostamente a terra. Lo fissò dritto negli occhi e sibilò: -"Voglio sapere per chi lavori. E lo voglio sapere adesso." Il lampo di cattiveria che passò nei suoi occhi la diceva lunga sulle sue intenzioni. Il killer riprese a piagnucolare. -"Io non c'entro niente, io eseguo solo gli ordini..." -"DI CHI?" urlò Hijiri agguantandolo per il bavero della camicia. Di nuovo silenzio. Hijiri si rialzò. -"Peggio per te. Ragazzi pensate voi al nostro ospite!" ordinò mentre lasciava la stanza. Non ci volle molto perché raccontasse tutto quello che sapeva. Masumi accolse la notizia senza la minima sorpresa. Sapeva che le cose stavano così, gli serviva solo una conferma ai suoi sospetti. -"Lei... come sta?" -"Non accenna a migliorare..." Si fece ancor più scuro in volto: Maya lottava ancora tra la vita e la morte. -"Occupatene tu Hijiri. Mi fido di te. Per mio padre dovrai seguire i piani stabiliti da tempo. Per i Takamiya... non so devo pensarci." -"E la signorina Shiori?" Masumi strinse i denti. Quella stupida bambola viziata. Era vuota e crudele. Meritava di essere punita. -"E' partito tutto da lei, ne sono più che sicuro. Pagherà molto caro quello che ha fatto a Maya." Voltò le spalle al suo uomo ed entrò nella stanza di Maya.
Le sembrava di riemergere da acque scure a profonde. Acque calde che tentavano di trattenerla nel loro abbraccio vischioso. Era come se avesse galleggiato senza peso per un lunghissimo tempo. Finalmente riusciva di nuovo a sentire il suo corpo, ma sentiva solo lo spasmo del dolore che la trafiggeva. Era ancora viva. Un'ondata di gioia la travolse e immediatamente il viso bellissimo di Masumi le comparve davanti, lui le sorrideva poi si voltava e si allontanava a grandi passi da lei: l'immagine rimpiccioliva e sfuocava. Maya non riusciva a parlare. Sentiva l'urlo che le premeva la gola, ma era come se le sue labbra, la sua lingua non le ubbidissero. Lo chiamò nella sua mente gridando il suo nome una, due, tre volte... lui si faceva sempre più distante. La disperazione le artigliò l'anima. Masumi. Masumi. MASUMI. -"Ma...su..mi!" riuscì a articolare, svegliandosi in un sussulto. Aprì gli occhi e la prima cosa che vide furono due occhi azzurri dolcissimi. Sul volto di lui, sconvolto da un'emozione incontenibile, passarono mille sensazioni: sorpresa, sollievo, gioia e amore... un immenso, infinito amore. Quegli occhi si velarono d'un tratto di lacrime e una grande mano calda le si posò sul viso. -"Sei salva, piccola mia! Sei salva!!!"
continua...
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