Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

Il fantasma del Nittei

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Astrifiammante7
view post Posted on 7/7/2014, 21:37




Ma che bello avete tutte ricominciato a postare delle bellissime ff; ed ora toccano a te cara Emer i miei complimenti, per come hai saputo ben adattare Il fantasma dell'opera a GNK!! Non vedo l'ora di leggere il momento in cui comparirà il "fantasma" :imbarazzo:
 
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view post Posted on 9/7/2014, 14:17
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Ahhhhhhhhhhh! Bellissimo! Che trovata, Emer! i personaggi entrano pian piano in scena e funzionano tutti! :wub:

Dimmi che il prossimo capitolo sarà dedicato al famigerato ballo. Non sto nella pelle. A presto!
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 9/7/2014, 22:23




Eh laura, per il ballo c'è da aspettare ancora un pochino, non troppo, prima sto andando per gradi introducendo non solo personaggi, ma anche spiegazioni su quanto accaduto nel passato e piccoli momenti di suspance che anticipano la vera entrata in scena del fantasma. Sono un po' indietro pechè, a dire il vero, colta da ispirazione sto scrivendo anche alcune parti molto più in là nella storia, prima che mi scappi l'idea e che non vedevo l'ora di buttare giù. E' una cosa nuova per me, perchè di solito vado con ordine nello scrivere i capitoli.
eccone un altro che ci spiegherà, tra le altre cose, come è morto il povero Masumi. :nono:

CAPITOLO 6

Dopo la sorta di riunione che si era svolta nel teatro, i presenti si divisero in vari gruppetti, commentando le ultime novità. Eisuke Hayami, se ne andò scortato dai suoi collaboratori, mentre Sakurakoji venne chiamato da Onodera che voleva essere ragguagliato sulla tournèe da cui il giovane era appena tornato. Maya, Ayumi, Rei, Mina e Sayaka, fecero capannello chiacchierando tra loro. “Allora Maya, sei arrivata anche tu oggi? Noi siamo passate già agli alloggi che ci ha riservato la Daito non lontano da qui, pensavamo di incontrarti lì.” Disse Rei, con il suo solito fare esuberante, accentuato dal fatto che, come suo solito, indossava abiti di foggia maschile , scandalizzando ovviamente in benpensanti che, all'epoca, trovavano disdicevole vedere una donna indossare dei pantaloni al posto delle sottane. Maya cadde dalle nuvole e rispose: “Ma veramente... io sono arrivata da Yokohama ancora ieri sera! Io ho dormito...qui!”.
Le ragazze erano stupite: “Qui? Ma come, ti sei accampata dietro le quinte?” Chiese Rei guardandosi attorno. Ma Maya spiegò, sempre più confusa: “No, ma che dici, ci sono degli alloggi per gli attori presso gli annessi del teatro... Ma non capisco, perchè a voi hanno trovato delle stanze altrove se qui c'è tanto spazio? Perchè solo io devo stare qui?”A questo punto intervenne Ayumi: “Credo sia stata la signora Tsukikage a decidere così, ne ho sentito parlare l'altro giorno da Onodera con alcuni dirigenti della Daito. Non so dirti però il motivo...” Maya la guardò stupita, sempre più perplessa per le decisioni misteriose che ultimamente aveva preso la sua sensei, a partire da quella di collaborare con l'odiato Eisuke Hayami. Un paio di ragazze della Ondine, di quelle che erano rimaste dopo una serie di defezioni misteriose dopo l'uscita di Norie Otobe, stavano chiacchierando tra loro poco distante e udita la conversazione e si avvicinarono: “Ma... Maya, abbiamo sentito bene' Tu hai dormito qui al Nittei? E abiterai qui?” Chiese una delle due impallidendo vistosamente. E Maya annuì confermandolo, colpita dall'aria spaventata delle due, piuttosto eccessiva, anche ammettendo che il luogo non era molto allegro e attraente come alloggio. “Ma come non hai paura? Ma non sai che...” continuò la ragazza, ma l'altra la zittì: “Kaori, chiudi il becco!” Le intimò, trascinandola via e mentre si allontanavano, si rivolse alle altre facendo una risatina nervosa e scusandosi per l'amica che era piuttosto impressionabile e fifona. Una volta uscite si rivolse ancora a Kaori rimproverandola:“Ma che ti è saltato in mente? Vuoi farti licenziare? Ricordi cosa ci ha intimato il signor Onodera? Non dobbiamo fare parola di quanto è accaduto qui! Soprattutto con Maya! Sennò potrebbe andarsene come ha fatto Norie! E ancora una volta lo spettacolo andrà a monte!”. Kaori annuì, ma voltandosi verso l'imponente mole del teatro affermò sospirando: “Povera Maya Kitajima, non la invidio proprio. Io morirei di terrore al posto suo! pensa se lui si ripresenta di nuovo! E Norie non dormiva in teatro, mentre Maya è praticamente da sola, lì dentro, di notte!”. Detto questo le due ragazze si allontanarono in fretta, senza riuscire a trattenere un forte tremito in tutto il corpo.
Nel frattempo nel teatro, le altre cinque giovani erano perplesse per l'atteggiamento e le parole delle due colleghe appena uscite. Ayumi, il cui udito si era ancora più affinato con la perdita della vista, aveva colto più di una semplice impressionabilità per il luogo e la scarsa attrattiva che suscitava l'idea di un alloggio in un luogo simile: le pareva di aver colto una nota di puro terrore! E cos'è che Maya non sapeva? Quello che anche lei non era riuscita a farsi raccontare dai colleghi sui misteriosi eventi del Nittei dei mesi precedenti? Si ripromise di cercare di andare a fondo della questione, sperando che davvero non ci fosse dietro nulla che potesse nuocere all'amica, soprattutto conoscendo Onodera e il fatto che Maya gli fosse stata imposta da Eisuke Hayami. Ma pensò anche che, se la signora Tsukikage aveva avallato quella soluzione per Maya, forse non c'era da preoccuparsi. A Maya, dal canto suo, era rimasta una certa inquietudine per l'atteggiamento delle due colleghe, ma evitò di dire alle amiche della strana atmosfera che aveva colto in quel teatro, degli strani rumori uditi, come quella risata che aveva creduto di sentire nel corridoio quella stessa mattina, e del fatto che anche quando era chiusa nella sua stanza si sentiva come osservata. Non voleva che si preoccupassero inutilmente per lei e non voleva sembrare ancora una ragazzina paurosa e sprovveduta! Aveva vent'anni, ormai era una donna, la prima attrice di un grande teatro e presto avrebbe recitato nella più importante opera teatrale giapponese! Era suo dovere mantenere un contegno adatto, specialmente di fronte a quell'otre gonfio d'aria di Hajime Onodera, che non aspettava altro che cogliere una sua defiance.
In ogni caso le ragazze erano curiose di vedere la stanza di Maya e, dopo essere uscite insieme a pranzo, durante il quale avevano chiacchierato amabilmente e chiesto ad Ayumi come procedevano i preparativi per il suo matrimonio, rientrate al Nittei, a metà pomeriggio, si fecero accompagnare nell'ala degli alloggi. Quando Ayumi capì in quale parte del complesso di trovavano, si rammentò di essere già stata lì quando sua madre aveva recitato La Signora delle Camelie proprio al Nittei e raccontò alle amiche che, qualche mese prima dell'incendio e della seguente ristrutturazione, una delle stanze della vecchia foresteria, Ayumi non ricordava quale, era stata adibita, per volere del nuovo proprietario Eisuke Hayami, ad una sorta di museo della Dea Scarlatta. Infatti, avendo acquisito i diritti di rappresentazione, gli Hayami avevano già progettato di fare del Nittei il teatro dedicato alla Dea Scarlatta e in attesa della nuova rappresentazione volevano rinverdire la memoria della prima versione con quella piccola esposizione, di cui il pezzo forte era la splendida veste di seta, su cui erano dipinti a mano dei fiori di susino scarlatto, che Chigusa Tsukikage aveva indossato nei panni della Dea Scarlatta, e che Eisuke era riuscito ad acquistare qualche anno prima, quando Ichiren Ozaki era stato costretto a venderla per saldare i debiti del teatro Gekko. Paradossalmente quella veste, e la sua ossessione per essa, in quanto feticcio della sua ossessione per la Dea, avevano procurato al vecchio magnate un grandissimo danno, privandolo del suo erede. Infatti, la sera in cui scoppiò l'incendio, provocato da un banale incidente dovuto ad un candelabro troppo vicino ad un tendaggio, ma che presto si era propagato da dietro le quinte fino alla foresteria, risparmiando in parte solo la platea e i palchi anche grazie al tempestivo intervento dei pompieri, Eisuke era accorso col figlio e, vedendo dall'esterno da che parte imperversava il fuoco, aveva sbraitato, fuori di sé, che dovevano salvare la veste della dea. I pompieri e i volontari avevano già il loro da fare a salvare il nucleo principale del teatro, e la foresteria era già avvolta in gran parte dalle fiamme, ma l'uomo non voleva sentire ragioni: ad un suo collaboratore, costretto a gettarsi nel pericolo, era già crollata una trave addosso uccidendolo, ma al vecchio Hayami pareva non importare: qualcuno doveva recuperare la veste! A quel punto c'era stato un colpo di scena, quando Masumi Hayami, mettendosi una coperta bagnata addosso, entrò lui stesso nel teatro! E senza che il padre facesse nulla per fermarlo!
Masumi probabilmente non fece neppure in tempo ad arrivare alla stanza dove si trovava la veste e morì tragicamente carbonizzato, come molti altri che avevano cercato di domare l'incendio.
Al termine del racconto di Ayumi, le ragazze rabbrividirono al pensiero che quei tragici eventi erano accaduti proprio nel luogo in cui si trovavano ora.
Maya aveva letto sui giornali, a suo tempo, della morte del giovane Hayami, e benchè sinceramente dispiaciuta, non fosse altro che per lo spirito di compassione e la carità cristiana che le avevano inculcato le suore del collegio -pur non essendosi mai convertita al cattolicesimo, aveva finito con l'assimilarne molti principi e norme di condotta- non si era soffermata molto a pensarci. In fondo non poteva dire di averlo conosciuto personalmente: lo aveva sempre visto da lontano, soprattutto ad eventi pubblici, a cui interveniva con la sua bellissima e richissima fidanzata, Shiori Takamiya, e lo aveva intravisto tra il pubblico di alcuni spettacoli dove lei aveva recitato.
Aveva avuto modo di parlare con lui un'unica volta, anni prima -all'epoca lui non era ancora fidanzato e si diceva vivesse solo per gli affari- e per pochi secondi: bello e austero, a detta delle signore presenti l'uomo più affascinante di tutta Tokyo, si era degnato di fermarsi di fronte a lei, in occasione di un importante concorso di teatro, per farle i complimenti dopo la sua vittoria come migliore attrice non protagonista. Ma Maya, che all'epoca aveva quindici anni, sicuramente più immatura con uno spirito più battagliero e poca dimestichezza su come ci si doveva comportare nel mondo dello spettacolo, lo aveva guardato malissimo, ben sapendo che lui e suo padre erano nemici della signora Tsukikage, e gli aveva detto che non sapeva che farsene dei complimenti di un Hayami! Aveva poi girato i tacchi tra i mormorii scandalizzati degli astanti e seguita dalla risata dell'uomo. Dopo quell' unico episodio non aveva più avuto occasione di vederlo da vicino, e non si era più interessata a lui, se non quando aveva saputo di come era riuscito a strappare i diritti alla sensei, e sentì di odiarlo. Poi quando aveva saputo della sua morte, si era anche sentita in colpa, appunto, per i suoi pensieri cattivi per qualcuno che in fondo non conosceva neppure. Ma ben presto non aveva più pensato a quella vicenda. Ora, sentendo nel dettaglio il modo tragico in cui era morto, e la maniera in cui suo padre lo aveva trattato, come se la sua vita non avesse valore- del resto aveva anche saputo in che modo barbaro e crudele era stato adottato- provò in quel momento della compassione per lui ed espose il suo pensiero anche alle amiche.
Finito di chiacchierare, le cinque giovani tornarono in teatro e si salutarono, poi Maya tornò verso la sua stanza e aprì con la sua chiave, infatti non mancava mai di chiudere bene ogni volta che entrava e usciva. Accese la luce, perchè oramai fuori si era fatto quasi buio, andò alla finestra, la aprì, serrò le imposte e richiuse la finestra. Poi si sedette davanti allo specchio e togliendosi le forcine, sciolse i capelli che scesero come una cascata sulla schiena, in morbide onde, fino ai suoi fianchi. Stava per prendere la spazzola, ma vide qualcosa, attraverso lo specchio, che attirò la sua attenzione: qualcosa era poggiato sul suo cuscino. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò al letto e prese in mano la rosa poggiata sul guaciale: una rosa di uno strano color viola.
 
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view post Posted on 10/7/2014, 14:01
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Che brividi, Emer! E come calza a fagiolo questa trama. Mi piace il modo in cui le vicende del fantasma si intrecciano col reale di Maya. Bello anche che i due siano venuti a contatto prima della morte di lui. La scena finale, con la rosa sul guanciale, è un colpo da maestro! Aspetto con ansia di leggere il resto.
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 10/7/2014, 14:37




Grazie Laura... spero davvero di riuscire a rendere lo spirito più "mistery" di questa prima parte della storia , la seconda che sto scrivendo a parte a a "salti!, devo rivederla e valutarla, perchè mi rendo conto che mi sta venendo romanticona (e ci sta perchè è pur sempre una storia su GNK) e piuttosto melodrammatica... ma del resto l'altra "anima" di questa ff e il fantasma dell'opera dove l'amore, la passione e la tragedia la fanno da padroni quindi ci sta, anche perchè mi ispiro più al film che allo spettacolo originale.
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 15/7/2014, 16:05




Sono indietro con la pubblicazione perchè praticamente ho scritto tutto il finale e altre parti a metà storia lasciando indietro per ora questi capitoli iniziali.
Stavo quasi pensando che i prossimi invece di pubblicarli potrei quasi inviarteli via mp Laura, visto che leggi e commenti praticamente solo tu ^^
 
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view post Posted on 15/7/2014, 16:10
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Io li leggo volentieri in ogni caso, Emer! Ma perché non pubblicarli? La tua storia è così bella e convincente! I commenti contano relativamente, no? Magari, dopo le ferie, tanti altri verranno a leggerti. Un abbraccione e ...resto in attesa!
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 15/7/2014, 16:15




Spero ti piacerà... ora che ho scritto la parte finale e quella centrale ,ho più le idee chiare.^^
(il finale è molto romanticone, avverto già per i diabetici).
 
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view post Posted on 15/7/2014, 16:20
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Oh, io adoro i finali per diabetici! Attendo con piacevole ansia di leggerlo quanto prima! Capisco la tua difficoltà: a volte, è più facile immaginarsi la fine piuttosto che la parte centrale della vicenda. Nel caso, scegli dallo script originale ciò che può essere più incisivo. Ne verrà fuori un bel lavoro, ne sono certa! Anche il tuo stile è molto maturato: mi piaceva già prima, ma ora leggerti è diventato ancora più piacevole. A presto.
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 22/7/2014, 13:10




Ecco un nuovo capitolo: ci ho messo tanto perchè ho avuto poco tempo e inoltre ho scritto molti pezzi più avanti, compreso l'epilogo, e sono andata un po' a ritroso. ma ora ho ripreso dai capitoli iniziali.
Entra in scena un altro personaggio noto (e ne arriveranno altri poco a poco).


CAPITOLO 7

I preparativi per il ballo in maschera che avrebbe celebrato la riapertura del Nittei, andavano di pari passo con i prime fasi per la messa in scena dell'Otello. Quella mattina c'era stata la lettura dei copioni, e le prime prove per la scelta dei costumi. Durante la pausa, Maya andò a sedersi in un angolo dietro le quinte, rigirando pensierosa tra le mani la rosa viola che aveva trovato sul suo cuscino: era un enigma di cui non sapeva venire a capo. Genzo aveva negato di averla messa nella sua stanza, e, oltre loro due, nessun altro aveva le chiavi dell'alloggio, a parte forse del personale che si recava al teatro per le pulizie, anche degli annessi, ma nessuno le aveva saputo dare spiegazioni su quella rosa... Genzo, un po' sulle spine, aveva ipotizzato che tra il personale ci fosse qualche persona timida che le aveva lasciato il dono, essendo un ammiratore che voleva rimanere anonimo. Qualunque fosse la spiegazione Maya si sentiva un po' inquietata da quell'ennesimo fatto strano accaduto al Nittei da quando era giunta lì: aveva l'impressione di essere tenuta all'oscuro di qualcosa, oltre al fatto che, quando la sera rimaneva sola in quel teatro, a parte la presenza di Genzo, aveva sempre la sensazione di essere osservata, e questa sensazione l'accompagnava anche di giorno: era come se quel teatro avesse occhi!
“Che strano colore per una rosa, non sapevo che ne esistessero di quel tipo.” Commentò Sakurakoji avvicinandosi a Maya e osservando il fiore che la ragazza aveva in mano. “In Europa sarebbe considerato un dono poco oppurtuno per un'attrice di teatro.” Osservò il giovane e la ragazza gli chiese il perchè. “Perchè c'è una superstizione riguardo al fatto che il colore viola porterebbe sfortuna a chi fa spettacolo...” Spiegò lui.
“Beh ma qui non siamo in Europa e io trovo che questa rosa sia bellissima, anche se non so da dove provenga...” Disse Maya, che era comunque affascinata da quel fiore dal colore così insolito.
Ma Sakurakoji disse, prendendole una mano: “Se ti piacciono le rose, sarei davvero lieto di regalartene un mazzo, Maya, ma io le sceglierei di un colore più classico ...rosse!” E la fissò dritto negli occhi. Maya abbassò lo sguardo imbarazzata, capendo cosa aveva voluto intendere parlando di quel tipo di rose e del loro significato . Yu aveva cominciato a farle una corte discreta, ma lei non sapeva se poteva accettarla: lo considerava un amico e un ottimo collega, era felice che fosse stato scelto per il ruolo di Ishinn al posto del veterano Kei Akame, che aveva lasciato quasi subito dopo la defezione di Norie Otobe, ma non sapeva se poteva provare per lui qualcosa di più profondo. Certo era un ragazzo di gran bell'aspetto, e con lei era sempre stato gentile, galante... In fondo lui le piaceva molto: ma poteva considerare quello che provava... Amore? Dove era quel fremito del cuore, quella emozione da togliere il fiato di cui parlavano i copioni che studiava? Soprattutto quello della Dea Scarlatta? Avrebbe mai potuto sentire con lui, o con un altro uomo, quella passione bruciante che la signora Tsukikage le aveva detto che ancora le mancava? Forse era colpa dell'educazione troppo rigida che aveva avuto in collegio se non riusciva a lasciarsi andare? Forse se avesse dato una chance a quel ragazzo...Alzò il viso a guardarlo e Sakurakoji, preso coraggio e cogliendo quell'attimo che gli parve ideale si sporse di più verso di lei e cominciò ad avvicinarsi al volto della ragazza... Forse poteva osare baciarla?
Fu in quel momento che un tonfo li fece sobbalzare entrambi: una pesante corda, di quelle usate per sollevare il sipario, era caduta a pochi passi da dove si trovavano. Il rumore attirò anche altri attori e Onodera, il quale si chiese come avesse fatto quella corda a staccarsi in quel modo.
Poco dopo finì la pausa e ripresero le letture del copione, ma Sakurakoji si sentì deluso per aver perso quell'occasione con Maya. Ce ne sarebbero state altre però, visto che sarebbero stati partner di scena per molto tempo e lui era determinato, stavolta, a conquistare la ragazza di cui era innamorato da tempo e a farne la sua sposa. Erano entrambi ancora giovani, ma con una carriera oramai avviata e la loro unione sarebbe stata sicuramente felice: Maya era sicuramente la sua anima gemella sul palco come nella vita reale.
Ad un certo punto, quando le letture erano quasi terminate, l'attenzione dei presenti fu attirata da una persona che fece il suo ingresso in teatro, avvicinandosi al palco.
“Oh signorina Mizuki siete voi! Prego accomodatevi?” Chiese Onodera mellifluo alla nuova arrivata e lei rispose, con tono garbato ma distaccato: “Buonasera signor regista. Mi manda il signor Hayami: da oggi sarò io ad occuparmi degli interessi e dei bisogni della signorina Kitajima.”
“Oh si bene, capisco... Certo ora la signorina Maya è la nostra prima attrice, le serve sicuramente una persona che la guidi...” Disse fingendo ossequio, ma guardando l'attrice con un certo fare sprezzante che lei colse benissimo: sapeva che sarebbe stata dura lavorare con quel uomo. Ma Maya era altrettanto sorpresa che le avessero mandato lì la signorina Mizuki.
Saeko Mizuki era una donna sulla trentina, il cui bell'aspetto era mitigato da una austerità nell'abbigliamento, per quanto curato e di ottima sartoria, e soprattutto nei modi. Portava i capelli scuri annodati in una treccia avvolta dietro il suo capo e indossava degli occhialetti da vista. Cosa inconsueta per le donne giapponesi dell'epoca, soprattutto se di media borghesia come lei, era la sua laurea in economia: un campo che era appannaggio solo degli uomini. Era stata assunta anni prima alla Daito come semplice segretaria, ma poi Masumi Hayami, accorgendosi della sua intelligenza e della sua competenza, ne aveva fatto col tempo la sua assistente di fiducia, ruolo fuori dal comune per una donna dell'epoca: i colleghi uomini, invidiosi di lei e del suo talento, la chiamavano ' La zitella' per il fatto di essere ancora nubile e per il suo contegno austero. Purtroppo, dopo la morte del giovane presidente, Eisuke Hayami l'aveva retrocessa nuovamente al lavoro di segretaria, ma con mansioni sempre più degradanti per una persona con le sue capacità, come quella, ad esempio, di occuparsi dei capricci di Norie Otobe, neanche fosse la sua cameriera! All'epoca Mizuki aveva avuto non poco da ridire con l'atteggiamento dell'attricetta, e la storia sarebbe sicuramente finita con le sue dimissioni, se la Otobe non se ne fosse andata lei per prima. E ora Mizuki era stata assegnata alla nuova Dea Scarlatta.
Maya, si avvicinò e fece un piccolo inchino alla donna, presentandosi: anche se si erano viste in altri occasioni anni addietro, quando la vedeva accompagnare il suo capo a qualche evento, ma non aveva mai parlato con lei e poi la fidanzata di Masumi Hayami aveva preso sempre più il suo posto al fianco del fidanzato nelle occasioni pubbliche, così aveva visto la signorina Mizuki molto raramente.
Le due donne rimasero poi sole e si incamminarono verso l'alloggio di Maya. Mizuki, con tono distaccato e professionale, spiegò alla ragazza che da quel giorno lei si sarebbe occupata di tutto ciò che la riguardava, dalle interviste con i giornali, fino alla scelta del suo guardaroba, ma ci teneva a precisare con lei che non era lì in veste di domestica personale.
A queste parole Maya si bloccò in mezzo al corridoio e disse arrossendo: “Signorina Mizuki, non mi permetterei mai di considerarvi in questi termini! Anzi, mi spiace che dobbiate prendervi questo onere. Io non ho mai avuto assistenti o cose del genere...E voi poi siete una persona così istruita e intelligente, credo siate sprecata per occuparvi di qualcuno come me!”. Sentendo quelle parole la donna si voltò a guardarla stupita: che differenza tra lei e Norie! La prima era una attricetta che si dava arie da diva e non aveva alcun rispetto per gli altri, mentre questa ragazza, che lei sapeva essere un genio della recitazione, l'erede designata di Chigusa Tsukikage, era di una semplicità e di una dolcezza disarmante. Mizuki si scusò per il tono un po' brusco di poco prima e le assicurò che sarebbe stata lieta di aiutarla e che lei era la Dea Scarlatta non una attrice qualsiasi. Maya allora le sorrise in modo talmente sincero, con uno sguardo così limpido che la severa Mizuki rimase un attimo allibita: la ragazza, che a prima vista le era sembrata comune, senza particolari attrattive, le appariva ora davvero incantevole! Quella giovane avrebbe potuto tranquillamente far perdere la testa ad un uomo. Ora comprendo perchè lui si era... Pensò la donna, lasciando in sospeso il pensiero nella sua mente. La donna sempre compassata, sorrise apertamente a sua volta alla ragazza mettendole una mano sulla spalla e si diressero verso la camera di Maya.
Quando furono nella stanza, Mizuki chiese il permesso alla giovane di dare un'occhiata al suo armadio e passò in rassegna gli abiti sospirando sconsolata. “Che cosa c'è che non va signorina? Chiese Maya perplessa.” Mizuki si voltò verso di lei e, dopo averle osservato anche il viso e l'acconciatura:“Un po' tutto non va Maya, te lo devo dire...” Rispose venendole naturale darle del tu: non per mancanza di rispetto, ma perchè quella ragazza le suscitava, un istinto, se non materno, da sorella maggiore. E continuò: “Sei un'attrice, e dopo la Dea scarlatta sarai una vera celebrità, ma il tuo aspetto è troppo dimesso, troppo castigato, ormai hai già vent'anni... Si lo so, cosa starai pensando guardandomi, ma io mi ritengo una donna di scienza, il mio lavoro e il mio ruolo mi impongono una certa immagine. Ma tu sarai una stella del teatro! Devi essere femminile ed elegante mia cara!” Maya abbassò lo sguardo mortificata e disse. “Signorina, mi rendo conto che il mio abbigliamento è troppo pudico per una ragazza della mia età e per un'attrice, ma io sono cresciuta in un collegio di suore, e ci hanno sempre intimato di mostrare il meno possibile e a non peccare di vanità...” . “Ma quando sali sul palco non ti fai tutti questi problemi, ragazza mia!” obiettò Mizuki. “Quando sono in scena, quella non sono più io, è il mio personaggio! E io mi comporto e appaio come si comporterebbe lui! Mi sento come se fossi un tuttuno con esso...” Mizuki, la guardò stupita: quella ragazza era veramente un'artista straordinaria, un genio innato. Maya continuò: “Inoltre io sono consapevole di non poter essere una gran bellezza... io non sono Ayumi Himekawa!”. Mizuki le sorrise intenerita e le prese una mano: “Mia cara, tu non ti rendi neppure conto del fascino che nascondi. Non è per forza necessario possedere una bellezza abbagliante come quella di Ayumi, per poter essere attraenti. E a te basterebbe curare un po' di più il tuo aspetto, lasciando da parte certe inibizioni, per poter dimostrare quanto graziosa e affascinante sei in realtà.” Replicò la donna, ma Maya obiettò: “Io vorrei migliorare, dico davvero, ma vorrei anche rimanere me stessa signorina, come la mia amica Rei che indossa i pantaloni perchè si sente bene così, senza curarsi della gente...”. “Ti aiuterò io, e vedrai che ti troveremo un'immagine adatta, senza cambiare quello che sei: una bellezza fresca e naturale”. Le promise la donna: dopottutto, anche se non poteva occuparsi di bilanci e strategie aziendali, come avrebbe voluto, forse le sarebbe piaciuto occuparsi di quella ragazza, non solo perchè glielo avevano imposto, o perchè qualcuno glielo aveva chiesto.
Quella stessa notte Maya dormiva profondamente, stanca per la lunga giornata. Il giorno dopo era domenica e avrebbe potuto riposare e avere la giornata per sé, uscendo finalmente da quel teatro. Era da poco passata la mezzanotte, quando la porticina si aprì e, silenziosa, una figura avvolta in un lungo mantello nero, ne uscì avvicinandosi al letto dove giaceva la giovane. Si fermò accanto al giaciglio e piano allungò una mano sino a sfiorarle il viso e i capelli sparsi sul cuscino. Poi la giovane si mosse, girandosi nel sonno e lo sconosciuto tornò da dove era venuto, senza fare rumore.


Edited by Emer Kenobi - 22/7/2014, 15:42
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 24/7/2014, 17:12




Altro capitolo... compare un altro personaggio "amatissimo"^^


CAPITOLO 8

Quella domenica d'autunno si presentò da subito grigia e nebbiosa a Maya quando questa aprì le imposte e guardò fuori dalla finestra che, affacciandosi su un vicolo dietro il complesso del teatro, le permetteva di vedere appena uno spicchio di cielo sopra i tetti dei palazzi. Sospirando per il tempo non certo ideale per trascorrere la sua giornata di libertà, aprì l'armadio e ne tirò fuori un kimono tradizionale. Quel giorno aveva intenzione di andare a trovare Rei, Sayaka e le altre nel loro nuovo alloggio, ma prima voleva passare al cimitero per portare dell'incenso sulle tombe dei suoi genitori. Si acconciò i capelli con il solito semplice chignon che portava anche quando si vestiva all'occidentale e, salutato Genzo che stava sistemando delle luci nel foyer, uscì dall'ingresso principale del teatro, passando sotto il grande colonnato e scendendo la scalinata. Si recò alla fermata del tram elettrico, il nuovo mezzo di trasporto che avevano installato in città quello stesso anno, il 1903, e vi salì, stando attenta a non inciampare, montando sul mezzo con i suoi zoccoletti. Mentre il mezzo scorreva scampanellando per le vie della città, Maya osservava quello che scorreva fuori dal finestrino. Tokyo era una città in piena evoluzone, ricca di controsensi e quasi sospesa tra due mondi: le case tradizionali e le machiya, abitazioni a schiera in legno intonacato, si alternavano alle costruzioni di pietra in stile occidentale che si erano diffuse in quegli anni di impero Meji. Sulle strade, sterrate e polverose passavano diversi mezzi: le prime automobili, superavano facilmente carrozze, persone a cavallo e i risciò che trasportavano signore in kimono acconciate con il marumage, che tenevano in mano i loro wagasa, ombrellini tradizionali di bambù e carta. Ma lungo i marciapiedi passeggiavano giovani donne in abiti occidentali, con i loro vezzosi cappellini, che si fermavano a guardare le vetrine delle modiste straniere, dove erano esposti gli ultimi modelli giunti da Parigi.
Al cimitero Maya si inginocchiò di fronte alle tombe dei suoi genitori: Toshiro e Haru Kitajima. Come sempre la ragazza si commosse pensando ai genitori persi così prematuramente: ricordava soprattutto la solitudine e lo spaesamento che aveva provato quando la mamma era venuta a mancare. Al tempo la signora Haru, vedova e con una figlia ancora piccola a carico, aveva trovato lavoro come cameriera in un ristorante cinese, ma si era gravemente ammalata di tisi. Quando morì, la padrona del ristorante fu molto insensibile con la piccola di appena otto anni. In un primo momento aveva pensato di tenerla come sguattera e farla lavorare al posto della madre, ma considerandola troppo sciocca e sbadata, l'aveva spedita a Yokohama, dove una vicina di casa le aveva detto che era stato aperto un istituto di suore europee che accoglievano povere orfanelle. Mai come in quei giorni Maya si era sentita tanto triste, sola e soprattutto una cosa inutile, un fardello che nessuno voleva. Gli anni in collegio non erano stati infelici, anche se non certo felici: era semplicemente sopravvissuta, spesso rifugiandosi nella sua fantasia, in un mondo dell'arcobaleno creato dalla sua stessa mente, in cui poteva immaginare di essere chiunque e viaggiare dovunque. Ma dopotutto non se la sentiva di biasimare le suore per l'educazione forse un po' rigida che le avevano impartito tra quelle mura grigie e austere: le avevano dato una casa, una certa istruzione e salvata da un destino ben più terribile, come quello di molte bambine che finivano vendute, a volte dagli stessi familiari per via dell'estrema povertà, nei postriboli. Ma poi era stata la signora Tsukikage a cambiare il suo destino! Chissà cosa avrebbero detto i suoi genitori se avessero potuto vedere la loro figlia in quel momento: era diventata un'attrice, e stava per recitare nell'opera teatrale più importante del Giappone, in uno dei teatri più prestigiosi! Però la verità era che, a volte, Maya sentiva ancora tutto il senso di inadeguatezza e l'insicurezza della bambina sola e umiliata che era stata. Solo quando recitava ed entrava nel mondo dell'arcobaleno, le sue insicurezze e il suo eterno senso di inferiorità, scomparivano e lei si sentiva viva e felice.
Mentre si dirigeva presso l'abitazione delle sue amiche, dopo aver ripreso il tram, Maya continuava a riflettere: sulla signora Tsukikage, anche lei salvata da un triste destino grazie al teatro, anche se la sua vera felicità era stata incontrare Ichiren Ozachi, il suo mentore, il suo tutore e poi il grande amore della sua vita! Tra loro c'erano quasi vent'anni di differenza, e lui era sposato, anche se la moglie poi lo aveva lasciato portandosi via i figli per la crisi finanziaria di lui. Ma Chigusa era rimasta con lui, amandolo fino alla sua tragica morte e anche oltre. Maya si chiedeva come potesse lei rappresentare un amore immenso come quello di Akoya per Ishinn, senza aver vissuto un amore così grande come quello che la sensei aveva provato per il maestro Ozachi. Si può amare in quel modo? Fino a sacrificare tutto per chi si ama? Maya provò a pensare a Sakurakoji, al bacio che lui le aveva quasi dato il giorno precedente...Da un lato l'idea di essere baciata da un uomo la emozionava, pur vergognandosi un po', e si chiedeva che cosa avrebbe provato se Yu l'avesse fatto, ma dall'altro era conscia di non sentire quello che pensava dovesse sentire una ragazza veramente innamorata. Ma cos'era poi l'amore? Forse erano tutte fantasticherie, forse gli amori travolgenti erano solo materia di letteratura o per pochi privilegiati come la sensei? Magari avrebbe dovuto davvero ridimensionare le sue aspettative e lasciarsi corteggiare da lui... Presto avrebbero recitato l'Otello, in cui si narrava una storia, per certi versi, opposta alla Dea Scarlatta, pur finendo entrambe in tragedia, con l'innamorato che deve uccidere la sua donna. Ma mentre nell'opera di Ozachi si parlava di estremo sacrificio d'amore, in quella di Shakespeare si parlava di possesso e folle gelosia. Ma era pur sempre una storia d'amore e sarebbe stata un'occasione per provare ad interpretarla assieme a Sakurakoji sul palco e capire se poteva provare qualcosa per lui anche nella vita reale.
Rei, Sayaka e Mina, la stavano già attendendo con il pranzo in tavola, quando lei arrivò. Desinarono in allegria, le ragazze mostrarono i loro alloggi. Poi Sayaka ebbe l'idea di andare tutte in una sala da the che si trovava poco distante da lì. “Dai ragazze, visto che è domenica e non abbiamo ancora festeggiato il nostro ingresso alla Ondine e al teatro Nittei, per oggi possiamo concederci un piccolo lusso da signore!” disse la ragazza tutta eccitata. “Ma io veramente, non sono vestita molto elegante...” Obiettò Maya, ma le altre le fecero notare che stava benissimo anche con quel kimono e neppure loro si erano messe particolarmente in ghingheri. “Ma si, che ci importa? E poi potrebbe essere una delle ultime occasioni per uscire in pubblico in piena tranquillità! Quando la nostra Maya debutterà al Nittei come prima attrice e soprattutto quando avrà interpretato la Dea Scarlatta, sarà così famosa ed elegante che quando usciremo saremo sommerse dagli ammiratori! Eheh!” Intervenne Rei, facendo arrossire Maya.
La sala da the di cui parlava Sayaka, si trovava in una via elegante della città non molto distante da Nittei. La sua costruzione, in pietra e stile occidentale, risaliva ad una decina di anni prima. Le ragazze entrarono un po' in soggezione per l'eleganza del locale.I tavolini erano tutti in ferro battuto dipinto di bianco, così come le sedie,su cui erano posti dei soffici cuscini dalle tinte pastello. Ovunque nella sala erano poste delle fioriere con delle elaborate composizioni di fiori di serra. I camerieri in livrea spingevano continuamente tra un tavolo e l'altro, carrelli colmi di dolciumi di ogni tipo, mentre altri portavano in mano, muovendosi elegantemente, dei vassoi con teiere e tazzine in fine porcellana. Le clienti erano esclusivamente donne, quasi tutte abbigliate in stile occidentale, in un tripudio di merletti e cappellini, ma vi erano molte signore, specialmente quelle più mature, ma anche qualcuna più giovane e tradizionalista, che, come Maya, quel giorno indossavano il kimono: solo che, a differenza di quello della ragazza, erano di seta finissima.
Il maitre fece accomodare le quattro ragazze, e il gruppetto attirò l'attenzione delle signore sedute ai tavoli vicini che squadrarono Rei stupite, chiedendosi cosa ci facesse un ragazzo in una sala da the per signore! Le amiche se ne accorsero e ridacchiarono. In effetti quel giorno la ragazza si era messa un completo gessato di foggia maschile, con tanto di cravattino e aveva raccolto i capelli in un borsalino. dunque era normale che fosse scambiata per un maschio! L'attrice volle divertirsi un po' con l'equivoco e fece un mezzo inchino alle donne intorno, sedendosi poi sulla sedia con una gamba accavallata all'altra e un braccio sulla spalliera, atteggiandosi a giovane dandy. Le amiche soffocavano le risate con le mani sulla bocca, divertendosi un mondo. Ordinarono dei pasticcini e Maya non resistette alla tentazione di un parfait di cui era golosissima.
Ad un certo punto l'attenzione della sala fu attirata da un gruppo formato da tre donne che si stava accomodando su un tavolino proprio al centro del locale: due di esse, di mezza età, erano vestite tradizionalmente, anche se il kimono di una delle era più ricco e raffinato di quello dell'altra, mentre la terza era una giovane donna, sui venticique anni, che indossava un abito occidentale, un modello di alta sartoria francese: un due pezzi in velluto di seta blu con davantino e maniche in merletto, e in testa un cappello di seta e velluto blu con delle piume applicate, che si tolse elegantemente, mentre si sedeva contemporaneamente alle altre due donne, scoprendo una corposa capigliatura corvina, in cui le folte chiome ondulate erano raccolte in una morbida accociatura a conchiglia e impreziosita da pettinini d'osso decorati con perle. Maya osservò quest'ultima cercando di ricordare dove l'avesse già vista... Ma si! Quella era Shiori Takamiya! Anche le altre donne presenti l'avevano riconosciuta, ovviamente, facendo lei parte di una delle famiglie più in vista di tutto il Giappone. Era anche nota per la sua bellezza e la sua eleganza, di cui aveva fatto ampio sfoggio quando era fidanzata con Masumi Hayami: del resto chi meglio di lei poteva accalappiare lo scapolo più ambito di tutte le ragazze da marito appartenenti ceti più alti? I matrimoni, tra i rampolli delle famiglie più importanti, il più delle volte erano combinati per fondere imperi e unire interessi economici, ma in questo caso oltre alla ricchezza, i due potevano vantare anche bellezza e glamour e quando apparivano in pubblico erano i più ammirati e invidiati. Se ci fosse stato anche amore tra i due non era dato saperlo, anche perchè poco importava, ma, a quanto si vociferava, la mancata vedova non si era data pace per la dipartita del suo promesso, che, a detta sua, aveva spezzato la loro favola d'amore. Quella era una delle poche occasioni, dopo due anni, in cui la si vedeva nuovamente in pubblico, visto che si era ritirata per un bel po' di tempo dalla vita mondana, e si era chiusa nella serra della villa di famiglia a coltivare le sue adorate orchidee e rimpiangendo il suo amato Masumi.
Una delle signore sedute al tavolino di fianco a quello delle attrici del Nittei, si rivolse all'amica con cui stava prendendo il the, parlandole vicino all'orecchio, ma con un tono di voce che giunse perfettamente anche alle ragazze: “Hai visto Shiori Takamiya? E' qui con la madre e la tata... Era un pezzo che non si faceva vedere in società!” e l'altra rispose: “Eh si, ma la cosa più sorprendente è che non è più vestita a lutto, hai notato?” .La prima che aveva parlato le si accostò ancor più all'orecchio quando ribattè: “E' stato suo nonno, il patriarca della famiglia, ad imporle di abbandonare gli abiti neri... Pare che ci sia nell'aria un nuovo fidanzamento combinato, e un altro ottimo partito all'altezza del prestigio dei Takamiya...Beh certo non potrà essere un altro Masumi Hayami, bello e perfetto come lui non c'era nessuno, ma la cara Shiori dovrà accontentarsi...”
Maya aveva ascoltato quei discorsi con disgusto per l'ipocrisia che avvertiva intorno a sé: a cosa servivano il denaro e il potere se poi tutto era ridotto ad un contratto di affari? Compresi i sentimenti? Maya osservò Shiori, così elegante e sofisticata, e le fece pena, pensando che forse davvero aveva amato il fidanzato scomparso e stranamente si ritrovò a chiedersi se lui, quando era in vita, a sua volta l'avesse amata.
Poco dopo le ragazze si alzarono per andarsene e passarono poco distante dal tavolino occupato dalle signore Takamiya, per un istante Maya si voltò verso di loro e rimase raggelata quando si accorse che la signorina Shiori stava fissando proprio lei con uno sguardo cattivo!
Maya, dopo aver salutato le amiche, si diresse a piedi verso il Nittei. Si era attardata troppo e ormai si stava facendo scuro, inoltre era scesa una fitta nebbia. Camminando speditamente, la giovane ripensò a quello che era appena accaduto: perchè la signorina Takamiya l'aveva guardata in quel modo? Aveva fissato proprio lei, ne era certa, e il suo non era stato uno sguardo di fastidio o superiorità verso una persona abbigliata forse troppo semplicemente per quel locale così elegante... No, vi aveva visto dell'odio! Ma per quale motivo se neppure la conosceva? Quando l'aveva incontrata in altre occasioni non si erano mai avvicinate, nessuno le aveva mai presentate e comunque la distinta signorina non l'avrebbe neppure degnata di uno sguardo. No, doveva per forza aver travisato quell'occhiata... Ultimamente le stavano accadendo troppe cose strane e probabilmente cominciava ad avere delle allucinazioni...
La giovane si affrettò, ansiosa di ritirarsi nella sua stanza: aveva le chiavi della porta posteriore che dava accesso direttamente alla foresteria, ma per arrivarci doveva percorrere uno stretto vicolo secondario che le metteva una certa inquietudine, specialmente a quell'ora e con la scarsa visibilità. Era arrivata all'uscio, ma non si accorse della figura che, silenziosa, era scivolata alle sue spalle e quando la giovane fece per inserire la chiave nella serratura, si sentì afferrare improvvisamente per un braccio...
 
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view post Posted on 25/7/2014, 15:54
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Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza.

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Ho letto entrambi i capitoli tutti d'un fiato. Scusa se non ho commentato prima, ma son stata fuori sede e senza una connessione degna di questo nome.

Mi piacciono immensamente alcuni elementi (tutti!) di questi nuovi capitoli.
Il primo: Mitzuki sembra rivestire il ruolo di sensei saggia e di fata madrina. Mi piace questo aspetto materno e pratico insieme. Bello anche il continuum del confronto tra Maya e Norie: il talento contro la scelleratezza e la falsità.
Il secondo: quando Shiori è entrata in scena ho avuto come una sensazione di distacco, di inaccessibilità. Ella, sospesa nella sua dimensione solitaria al pari di una imperatrice giapponese nascosta nella sua reggia! Bellissima questa cosa. Salvo poi, la sciabolata dello sguardo di ghiaccio: davvero una trovata magnifica. Il suo odio per Maya ha avuto il potere di riempire i vuoti che il suo animo fa trapelare!
Bravissima. Non vedo l'ora di leggere il seguito e di vedere chi afferra il braccio di Maya! A presto.
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 26/7/2014, 00:31




cara laura mi fa piacere che ti piaccia come ho inserito i vari personaggi e che sono riuscita a dare certe sensazioni su di esse. Scrivendo e rileggendo, anche parti che ho scritto più avanti, mi sono resa conto che senza volerlo, complice anche il periodo storico in cui ho inserito la storia, stanno venendo fuori alcune tematiche che mi piacerebbe far risaltare. soprattutto mostrare le varie condizioni femminili dell'epoca: le anticonformiste come Mizuki e Rei, a quelle emblema della alta società vuota e senza scopi se non accasarsi, come Shiori appunto, alle donnette da poco come Norie. Ho anche dato a Maya un passato ancora più triste e difficile di quello del manga, proprio perchè essere orfani all'epoca era ancora più drammatico di oggi (per il discorso delle bambine vendute ai bordelli mi ha ispirato "memorie di una geisha"), e ancor più madri sole (vedi madre di masumi a cui ho fatto proprio rubare il figlio da Eisuke): anche per questo ho totalmente deresponsabilizzato Masumi dalla morte di Haru, non solo perchè non ci stava con la nuova trama, e avrebbe solo complicato le cose.
 
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view post Posted on 29/7/2014, 20:59
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Mi sono aggiornata leggendo i capitoli mancanti tutti d'un fiato e ora sono già in crisi di astinenza.
Speravo sinceramente che la cozza non ci fosse e invece mi sbagliavo! Credo di sapere perché odia Maya...
Chi ha afferrato il braccio di Maya? Un amico o un nemico?
Brava, bravissima.
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 29/7/2014, 21:05




Grazie Savira! :inchino:
sono un po' indietro con i capitoli ma presto scopriremo chi è la figura misteriosa... theheheee
 
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37 replies since 30/12/2012, 22:26   1670 views
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