| CAPITOLO 9
Maya ebbe un sussulto, e spaventata si girò di scatto verso la figura dietro di lei che la teneva per un polso.
<<maya Kitajima, è da molto tempo che non ci vediamo!>> disse quest'ultima.
<<tu? Ma... ma cosa ci fai qui? Mi hai spaventata!>> Replicò la giovane riconoscendo la persona che si spostò sotto la luce del lampione rivelando il suo viso. Era una giovane donna, ma dall'aspetto sfatto. Aveva profonde occhiaie sotto gli occhi, anche se il suo sguardo conservava ancora qualcosa dell'antica malizia per cui un tempo si era fatta conoscere. Alle parole di Maya rise sguaiatamente e bevve un sorso di liquido dalla piccola fiaschetta che portava appesa alla cintura dell'abito. E la giovane attrice la guardò con un misto di pena e disgusto: era quello il vero volto di Norie Otobe? Quella pseudo-attrice che era arrivata con mezzi e conoscenze tutt'altro che limpide, a calcare le scene a dispetto del suo dubbio talento, compensato dalla furbizia e dalla capacità di rubare alle altre attrici i loro segreti. Quando si era rivelata un'impostora, dopo aver finto di essere una assistente, prima di Ayumi, poi di Maya stessa, cercando di ottenere il ruolo dalla signora Tsukikage, e si era saputa la sua vera identità e giravano voci poco lusinghiere su di lei: si diceva che abusasse di alcolici, che prima di decidere che voleva essere un'attrice e scalare in fretta i vertici del successo, avesse avuto dei trascorsi da cortigiana, e che uno dei suoi “benefattori” l'avesse poi introdotta nell'ambiente. La doppiezza, l'arroganza, la disonestà, avevano contraddistinto il suo comportamento, ampliandosi a dismisura quando era riuscita, per colpa di Eisuke Hayami, a mettere le mani sulla Dea Scarlatta, usurpando un ruolo che nel mondo del teatro aveva sempre avuto un alone di sacralità. Maya al tempo, per quanto amareggiata per aver visto sfumare il suo sogno di sempre, e umiliata dal fatto che le fosse stato tolto per darlo ad una persona del tutto indegna, aveva sofferto molto di più per la signora Tsukikage, che aveva rischiato di morire per un attacco di cuore, quando aveva saputo dello scempio che si voleva fare con l'opera del suo amato Ichiren Ozachi. Era soprattutto questo che Maya non perdonava. Anche quando si era esiliata volontariamente nei teatri di provincia, delusa dall'ipocrisia e dalla corruzione di cui era stata testimone e vittima, le era giunta voce di come Norie avesse mal gestito la sua immeritata fama, del suo comportamento sconsiderato e prepotente... Poi aveva saputo del suo allontanamento: aveva rinunciato alla Dea Scarlatta e aveva lasciato anche il teatro, sparendo dalla circolazione, ma non ne aveva mai saputo il motivo. E ora era lì, di fronte a lei, con un aspetto trasandato, e chiaramente in preda ai fumi dell'alcool.
<<ti ho spaventata? Oh povera piccola... Beh mia cara dovresti avere molta più paura ad entrare là dentro... ahahaha!>> Disse Norie indicando col capo il teatro che troneggiava sopra di loro. E continuò: <<ti sentirai soddisfatta ora, hai ottenuto la Dea Scarlatta! Maya Kitajima, la leggitima erede di Chigusa Tsukikage... Era tua fin dall'inizio, ma io te l'ho rubata...ahaha! Ci ero riuscita, avevo sconfitto le due attrici più di talento del teatro giapponese. Tu e anche Ayumi Himekawa...Sarei stata io la Prima Attrice, la più famosa, a dispetto del vostro tanto decantanto genio!>>. Norie, barcollando si avvicinò ancora di più a Maya e le parlò su un orecchio: <<ma poi lui ha rovinato tutto...Mi ha costretta ad andarmene! Lui mi ha maledetto!!>>. La giovane Kitajima era interdetta...Stava forse farneticando per il troppo bere? Le disse che non capiva di che stesse parlando e Norie rise un'altra volta rispondendole: <<non cantare vittoria tanto presto mia cara... Lui non ti permetterà di recitare quel ruolo, non permetterà neppure a te di essere Akoya! La Dea Scarlatta è un dramma maledetto!!>>.
<<ma lui chi, di che stai parlando? Mi stai minacciando forse?>> Le chiese Maya. E l'altra la guardò in viso con occhi spiritati e replicò: <<oh no! Io ti sto solo mettendo in guardia...dal Fantasma del Nittei!>>.
<<tu devi essere completamente impazzita!>> Tagliò corto la giovane attrice, voltandosi verso la porta, ma Norie la bloccò di nuovo e disse: <<non ti hanno raccontato nulla vero, di cosa è accaduto qui mesi e mesi fa? Di tutti gli incidenti? Lui ti ucciderà! Perchè è lo spirito maledetto e senza pace del suicida Ichiren Ozachi! Scappa finchè sei in tempo Kitajima!>>. Ma Maya si liberò di lei con uno strattone e, inserita la chiave, entrò in fretta nella foresteria, chiudendo la porta in faccia alla Otobe.
Io ti ho avvertita... Peggio per te... Ti accorgerai presto di cosa lui è capace! Pensò l'ex attrice, per poi allontanarsi barcollando e sparendo in mezzo alla nebbia.
Maya raggiunse in fretta la sua stanza e ci si rifugiò dentro, serrando a doppia mandata la porta, per poi appoggiarvisi tremante. Poi cercò di calmarsi: non doveva dare retta alle parole di quella poco di buono di Norie! Aveva sempre mentito, inoltre era ubriaca... E sicuramente il suo intento era spaventarla perchè non recitasse la Dea Scarlatta. Fantasma? Ma che sciocchezza! Si disse... Anche se il ricordo degli strani avvenimenti degli ultimi giorni, la reazione di Kaori quando aveva saputo che lei alloggiava lì, la fecero rabbrividire per un attimo. No! Doveva calmarsi! Non poteva permettere di farsi suggestionare in quel modo.
Stava per andare a chiamare Genzo per chiedergli se poteva procurarle dell'acqua calda per riempire la vasca, quando si accorse con stupore che era già piena, e ancora calda...Che strano! Sospirando, si svestì completamente, si sciolse anche la lunga chioma, osservando il proprio corpo allo specchio. La signorina Mizuki le aveva detto che aveva un fascino nascosto, e che doveva far solo emergere la propria femminilità...Maya arrossì e distolse lo sguardo imbarazzata, ma poi improvvisamentesi sentì osservata e le parve di cogliere fugacemente un'ombra riflessa! Lanciò un grido soffocato e si girò di scatto impaurita: non vide nessuno.
Basta! Doveva davvero calmarsi! Spostò il paravento e andò ad immergersi nella vasca, che odorava di rose e finalmente si rilassò. Così appisolata, non si rese conto della mano che le sfiorò il viso in una carezza delicata.
E Maya sognò di essere Akoya, mentre Ishinn le si avvicinava e le sfiorava le guance con le sue mani di scultore sacro. Quando alzò lo sguardo per osservarlo, si accorse che non aveva le sembianze di Sakurakoji, ma un volto indefinito di cui distingueva solo due profondi occhi blu come il mare.
Si svegliò di soprassalto dal suo torpore, uscì dalla vasca avvolgendosi in un telo fresco di bucato, e dopo essersi asciugata, indossò la sua camicia da notte, andando finalmente a coricarsi.
Il giorno dopo Genzo la venne a chiamare presto: la stessa Maya gli aveva chiesto di essere svegliata di buonòra per poter provare un po' da sola, prima che arrivasse il resto del cast. Le piaceva molto starsene sul palcoscenico senza rumore e nessuno attorno: le dava una sensazione di pace e comunione con il teatro che per lei era tutto, e quei momenti di solitudine l'aiutavano a calarsi totalmente nel personaggio, prima di farlo interagire con gli altri.
Quel mattino cominciò a recitare alcune battute di Desdemona, estraniandosi da tutto, mentre, nel mondo dell'arcobaleno, lei non era più a Tokyo, ma nella Venezia del Rinascimento.
Quando finì e tornò ad essere Maya, fece un profondo sospiro, soddisfatta e felice, come sempre si sentiva quando recitava. Mentre si accingeva a scendere dal palco, una rosa viola cadde ai suoi piedi! La ragazza la raccolse stupita e si guardò attorno.
<<genzo?>> Chiamò, ma nessuno rispose. Sentì un rumore, quasi un fruscio, dietro le quinte e corse fino a lì, intravvedendo appena il lembo di un mantello girare l'angolo. <<c'è nessuno? Chi siete?>> e corse in quella direzione. Ma non vi scorse più anima viva.
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). Che brividi mi ha messo Norie Otobe: mi sono figurata il suo viso da gatta morta (con occhi piccoli da viperetta) reso ancora più smunto e provato dal rancore e dalla vitaccia cui è andata incontro.
