Ti aspetterò per sempre, ispirato a gnk

Leggendo di primo acchito mi viene in mente una lirica a sfondo mistico, ma dovrei esserci abituata, con te! Il tuo spirito è così profondo che non accondiscenderesti mai a forme di amore "di ripiego" o "non totali". Un amore così ha radici divine, rammenta un po' il Cantico dei Cantici, dove il contatto fisico, la fisicità in genere è celebrata come dono di Dio che rende lode allo stesso creatore.
Ma direi che il tuo scritto richiama anche le...rose scarlatte, in una sorta di ecumenismo gradevole, che si mostra come valore aggiunto. Ravviso in te la mia coriacea Cettyna, la quale, però, non disdegna, animo sensibile qual è la fratellanza ideologica tra i tanti credi esistenti al mondo.
Chi è l'uomo di cui si parla? Dio o un uomo in carne ed ossa reso "Dio" dall'amore stesso. Perché, sillogisticamente parlando, l'amore è Dio.
I fiori nascondono spine. E spine rimandano a corone mistiche.
E il velo di apparenze?
Splendida, questa immagine. Semplice e incisiva. E' il velo di Maya di Schopenhauer o il velo di una divinità che si cela o l'amore non ancora manifesto tra due amanti.
Grazie di queste riflessioni. Ti parranno confuse, ma io ci vedo dentro una parte meravigliosa del tuo vasto mondo.

Intanto, ti abbraccio forte anche io!

Sai, Cettyna, a proposito della forza dei sentimenti che, talvolta, spaccia le persone per "smielate", ho da dir la mia.

C'è stato un tempo, quando la mia presenza come scrittrice era ben più forte che adesso (all'epoca, lavoravo meno e la scrittura, quando mio figlio era a scuola, occupava gran parte del mio tempo) in cui mi preoccupavo di ciò che scrivevo, dei commenti che avrebbe potuto suscitare uno scritto in cui i sentimenti sono al primo posto. E' pur vero che, per tendenza e autostudio, sono sempre stata portata a mettere in luce anche gli aspetti oscuri e tendenzialmente nefasti dell'animo umano, ma le mie storie erano pur sempre dei lieto fine con dichiarazione imperitura di amore annessa.
Poi, mi son detta: "Enbéh?"
Cioè, io sono questa! Io vedo il mondo così: non mi do al martirio se riconosco in me e nelle mie creature aspetti tutt'altro che angelici e, però, alla fine, faccio in modo che esse abbiano ciò che vorrei per me.
Io "ambisco", giusto? Ciò che mi fa felice è questo. Se questa forma di scrittura fa felice me, poco mi importa del giudizio esterno.
Quando leggo i tuoi scritti, io ho la percezione di sentire i tuoi tormenti, ma anche la felicità e il sollievo che deriva dall'atto di muovere la tua penna, dal creare.
Una scrittrice "brava" la si riconosce da tante cose: anzitutto, dalla cura che mette nello scrivere. Non vomita parole insulse e prive di coordinazione. Ecco perché nella scrittura la cura non è un sovrappiù, ma denota l'amore che lo scrivente ha per ciò che fa e per chi andrà a leggere. E' un dovere essere precisi il più possibile.
Tu sei questo e a ciò aggiungi un'anima profonda. Lo penso e lo scrivo perché chiunque spacci per smielato un'anima non si cura neppure di cogliere la grandezza che si cela dietro ogni essere umano. Di qualunque talento egli sia dotato.

E torniamo alla poesia.
Sì, ho visto anche io molto del volume 49 e spero insieme a te che sia come dici. Il punto di non ritorno di Masumi non può limitarsi al proposito di prendere in mano la propria vita. Deve andare fino in fondo.
Mi piace molto questo tuo binomio di amore e dedizione. Sì, è così che deve essere. Concordo in pieno e grazie a te, mia cara.

Penso che ciascuno di noi possegga capacità di autovalutazione. E' un fatto di umiltà, semmai, mediare tra il senso di <superiorità> che ciascuno ha di sé e la visione oggettiva delle cose. Io non ho paura di dire ad una persona che è brava: saper dare delle emozioni, a mio parere, significa esserlo. Inoltre, è raro leggere qualcuno che offra così tanti spunti interiori. Scrivere bene è una prerogativa non a tutti concessa. Tu scrivi bene e, quindi, te lo dico: sei brava.