Murasaki no Bara no Yume  - Glass no Kamen  * Il Grande Sogno di Maya * Anime, Manga, Drama, World e Fanwork

Il fuoco dell'anima

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monica 75
view post Posted on 2/4/2010, 08:16




Come promesso vi posto la fic che abbiamo realizzato in coppia:
elex (come mitica scrittrice) ed io con le idee.
Volevo fare un ringraziamento particolare ad Elex: Grazie carissima.... per tutto il tempo che hai perso per scriverla e per la pazienza che hai avuto a sopportarmi.... :sweatdrop:
grazie elex.... veramente. :emoheart:
Ed ora vi lascio alla lettura. Baci Monica.

PROLOGO

Ricordi senza voce



Ricordi…

Ricordi dolci e tristi scritti a caratteri indelebili nei pensieri e nei fogli della memoria.

Ferite…

Ferite nell’animo e nel cuore dopo anni di incomprensioni e dopo mille parole non dette.

Sangue…

Sangue non sgorgato da quelle ferite incorporee ma mai rimarginate se non per brevi momenti.

Attimi…

Attimi sereni nell’oceano di sofferenze nelle quali sembrava che stessero annegando sempre più.

Attimi come quella sera alla baia di Tokyo, un regalo inaspettato di Kuronuma.

Se solo avessero avuto la forza e il coraggio necessari a lasciar parlare i loro cuori, le loro anime… Lei gli era così vicina, talmente tanto che il vento leggero, proveniente dall’oceano, gli portava il dolce e delicato profumo dei suoi capelli alle narici.

Se solo avesse avuto il coraggio di accarezzarglieli allora…

Cosa resta ora di quel tempo trascorso su quella nave? Solo il ricordo dolce amaro e i brandelli di una foto brutalmente strappata.

Lasciare…

Lasciare Shiori, quella fidanzata imposta e mai amata, e correre da lei…lei così pura…lei, la sola che avesse mai amato.

Se solo lei non avesse sospettato…

Se solo Shiori non avesse trovato l’album contenente le foto di scena della sua amata…

Se solo Shiori non avesse trovato e letto quel biglietto con scritto del loro
appuntamento…

Se solo… Se solo…Quanti ‘se’ erano presenti nelle loro vite? Ora è inutile rimuginare su ciò che poteva essere ma non è stato.

Pazzia…Pazzia suicida pur di tenerlo legato a sè. Shiori non l’avrebbe mai lasciato andare da quella ragazzetta che gliel’avrebbe portato via per sempre…

Quella sciocca e insulsa ragazzetta che lui amava.

Amore…

Amore malato e non corrisposto era quello che Shiori provava per lui, il suo fidanzato.

Egoismo…

Egoismo di legarlo a sé anche sapendo che lui sarebbe stato infelice.

Ricatto…

Ricatto morale subito da lui, costretto a correre dalla sua fidanzata invece che dalla donna amata…

E ancora ricatti…Tanti ricatti per imprigionarlo sempre più, come l’imposizione di non vedere più quell’attrice e di non mandarle più rose scarlatte altrimenti lei, la sua fidanzata e futura moglie, si sarebbe suicidata.

Menzogne…

Menzogne dette da Shiori per separare due anime create nei tempi che furono per stare insieme! Come quella foto strappata e data a lui…come l’album restituito a lei… Un mare di menzogne nato dall’egoismo.

Paura…

Paura che gela il sangue nelle vene alla notizia dell’incidente di lui. Lui che non ha potuto incontrarla per correre dalla sua fidanzata…

Se solo non ci fosse stata Rei con lei in quei momenti di paura…

La sua cara amica Rei che oramai sapeva tutto! Sapeva di quantolei amasse quell’uomo finito in ospedale e anche che era proprio lui colui che l’aveva sostenuta in tutti quegli anni, il suo caro ammiratore delle rose scarlatte!

Disperazione…

Disperazione perché obbligati a non vedersi, in balia delle menzogne
e dei ricatti di una perfida donna.
Anche sapendo cosa aveva fatto la sua fidanzata, lui non potè fare nulla tranne piegarsi una volta in più…una volta in più che lo faceva sprofondare nell’abisso
dell’apatia e della negazione di ogni speranza.

Cosa ne è ora del suo cuore tornato alla vita grazie a lei?

Niente…il suo cuore non è più niente, quasi come se non esistesse più anche se continuava ad essere dolorosamente lacerato.

Cosa ne è ora della gioia di vivere e del sorriso che l’ha sempre caratterizzata? Niente…tutto questo non è più niente!

Le sue labbra non conoscono più il sorriso e i suoi occhi sono ormai privi di vita.
Lavoro per lui, recitazione per lei...

Lavoro, buttarsi a capofitto negli affari per non pensare più a lei e per vedere il meno possibile quella fidanzata che gli aveva destinato la sorte… Quella folle fidanzata che non poteva accontentarsi neanche di quella situazione.

Lo voleva tutto per sé, ma non così! Shiori voleva che lui fosse sempre al suo fianco e che le sorridesse amorevolmente, una follia…

Lui non poteva starle accanto e tantomeno sorriderle amorevolmente, lui non la amava né mai l’avrebbe amata! Non voleva neanche vederla. Se solo avesse potuto scappare da quell’assurda situazione!

Recitazione, lei non riusciva neanche più a pronunciare le sue battute perché c’era solo lui nei suoi pensieri, nei suoi occhi, nel suo cuore… La sua anima smarrita anelava disperatamente quella dell’amato, ma senza ottenere alcuna risposta…come poteva recitare in quello stato? Proprio quando il suo sogno stava per realizzarsi lei era così apatica!

Anche Sakurakoji non sapeva più cosa fare per farla reagire, per questo l’aveva baciata. Baciata…l’aveva baciata… Un bacio violento…come avrebbe voluto che fosse stato lui a baciarla invece che Sakurakoji…

Lui che oramai era irraggiungibile... lui che le aveva reso il suo album con le foto di scena…lui che non la stimava più neanche come attrice… Aveva solo deluso tutti…aveva deluso Sakurakoji…aveva deluso il signor Kuronuma… aveva deluso lui…aveva deluso la signora Tsukikage!

Solo che non era la sola ad essere in difficoltà con la recitazione, anche la geniale Ayumi aveva seri problemi perché non conosceva il vero amore.

Una non riusciva a recitare in balia delle pene d’amore e l’altra non ne era in grado perché non conosceva l’amore…che strano destino era il loro!

La signora Tsukikage, seppur non in salute, non aveva esitato a tornare a Tokyo appena saputo che le sue amate allieve, in particolare Maya, si trovavano in difficoltà. Ma come aiutarle? Erano sempre state così diverse quelle ragazze! Vederle…oh sì, doveva vederle!
 
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view post Posted on 7/4/2010, 19:06
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Senti Nadeshiko,poni il caso che ciò in cui una persona ha sempre creduto a un certo punto, a causa di uno stimolo esterno,cambi...in tal frangente,se il nuovo modo di essere la rendesse più felice di quanto fosse prima non sarebbe qualcosa di magnifico?

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che bello... grazie monica per averla ripostata (e con la scua me la sto rileggendo :fufu: )

attendo con ansia il seguito...

:emohi: :maya:
 
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Simo1977
view post Posted on 8/4/2010, 14:29




Evviva!! Per fortuna viene ripostata anche questa FF...
Mi aggrego a Simply e me la rileggo tutta anch'io...
Forza Monica, non farci attendere molto :nuvoletta:
Bravissima! :ok:
 
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monica 75
view post Posted on 10/4/2010, 11:17




E rieccovi il nuovo capitolo:

1.
Consigli e follia




Consigli…
Consigli da dare alle sue amate allieve, ma cosa dire? Era tornata a Tokyo senza riuscire a darsi una risposta, ma ora davanti a quella porta chiusa si sentiva quasi bloccata.

Si era diretta allo studio direttamente dalla stazione di Tokyo, senza preoccuparsi della sua salute sempre più in peggioramento…ma cosa poteva fare per aiutare quella ragazza? Oltre la porta sentiva gli urli del regista indirizzati alla sua allieva…ogni singola parola echeggiava nella sua testa e restava incisa a fuoco nel suo stanco cuore malato.

“Cosa ti è successo?”, si chiese la donna portandosi una mano al petto. Faticava a credere che la ragazza scelta da lei stessa si trovasse in così serie difficoltà.

Che ne era della forte ragazza che non si era mai arresa in mezzo alle mille avversità in cui si era trovata nel corso della sua breve vita?

“Cosa posso fare per te?”, respirò a fondo e mise la mano sulla maniglia aprendo la porta.

Nessuno si accorse della sua presenza e lei non vide cosa stava succedendo all’interno della sala perché il suo stanco occhio faticava a regolarsi dalla penombra del corridoio alla luminosità della sala, ma le urla del regista ferivano sempre più le sue orecchie e il suo cuore. Quando finalmente
riuscì a scorgere le sagome il sangue le si gelò nelle vene, - Maya! -.

La sua Maya era accasciata al suolo in lacrime subendo le ire del signor Kuronuma, ma quello che la faceva più soffrire era quel viso un tempo così espressivo privato della sua naturale vitalità.

Chigusa non riuscì a muovere neanche un passo, “Avrei voluto mettere il mondo nelle tue mani!”.

Mosse qualche incerto passo appoggiandosi pesantemente al suo bastone, di cui non poteva più fare a meno, - Signor Kuronuma? -, richiamò l’attenzione del regista cercando di non far trapelare le sue emozioni.

L’uomo si voltò verso di lei con sguardo irritato pronto a gridare contro quell’intruso, ma si fermò riconoscendola.
- Signora Tsukikage? Lei…qui? -, era stupito della sua presenza…

Maya non riuscì a sollevare lo sguardo sulla sua insegnante, si vergognava così tanto!

- Signor Kuronuma, mi permette di parlare da sola con Maya? -, chiese guardandolo fisso negli occhi.

Lui si grattò il capo, - Sì, signora Tsukikage. Spero che almeno lei possa riuscire a farla tornare a recitare… -, prese Maya per un braccio e la sollevò di peso, - …perchè in questo stato è totalmente inutile! -, la spinse verso la donna.

- Andiamo, Maya! -, Chigusa girò su se stessa e uscì dalla sala seguita dall’esitante e tremante Maya.

Si diressero in silenzio, ognuna coi proprio pensieri, in una saletta vuota. Solo una volta che si chiusero la porta alle spalle Chigusa iniziò a parlare, - Siediti, Maya! -, ordinò e si sedette lei stessa…era così stanca!

La ragazza si sedette e iniziò a tormentarsi le mani in grembo con il capo sempre chino.

- Cosa ti succede, Maya? -, chiese la donna in tono accorato non riuscendo a dissimulare la sua preoccupazione.

Lentamente Maya sollevò la testa ma nuove copiose lacrime le inondarono il volto, - Si…signo…signora…-, ma il pianto le impedì di continuare a parlare.

“Forse ho sbagliato tutto con te, Maya…”. - La strada di un’attrice è piena di ostacoli, Maya, e questo lo sai da quando hai iniziato a recitare. Ma ora cosa ti succede? Sei sempre riuscita a recitare qualsiasi cosa succedesse, perché ora non ne sei in grado? -, il suo tono non era di rimprovero.

La ragazza si asciugò le lacrime col dorso delle mani e tirò su col naso, poi scosse il capo, - Non posso, signora, non posso recitare! Anche se sto deludendo tutti, anche se lo sto deludendo non ce la faccio proprio! E sto deludendo anche lei che si è fidata di me… -.

- No, Maya, tu non potresti mai deludermi. Tu non mi hai mai delusa! -, disse con convinzione, “La ragazza che ho scelto io stessa come mia erede non potrebbe mai deludermi! Tu sola mi hai dato la speranza di poter vedere il mio sogno di riportare in scena ‘La Dea Scarlatta’ realizzarsi, tu e nessun’altra!”.

- Ma…ma ora… -…

- Neanche ora, Maya! -.

Ma la ragazza faticava a credere a quelle parole.

- E non deluderai neanche lui, Maya, chiunque egli sia. -, proseguì Chigusa con un leggero sorriso.

Maya sussultò. - Puoi fidarti di me, nel tuo cuore è già presente la Dea devi solo trovare il modo di farla uscire. -.

- Come se non riesco neanche più a recitare? Non riesco ad indossare la maschera di Akoya, resto sempre Maya Kitajima! -, era disperata e con la voce rotta da singhiozzi repressi.

Chigusa rise pacatamente, - Maya Kitajima ora è come Akoya. -.

Maya spalancò gli occhi, come poteva affermare che lei fosse come Akoya?

- Hai capito bene, ora sei come Akoya. Se non mi credi pensa al suo tormento d’amore, non è forse lo stesso che stai vivendo anche tu? -, allungò una mano dalla pelle quasi trasparente fino a posarla su quelle della sua allieva prediletta.

- Lo stesso…amore? -, guardò il viso della signora Tsukikage ma senza vederla, stava pensando alle battute di Akoya e al tormento d’amore che le accomunava.

“Lo stesso amore tormentato, Maya…lo stesso amore che ho provato anch’io per Ichiren, Maya…lo stesso amore che mi ha fatto capire il cuore di Akoya!”, - Non sarà facile per te diventare la Dea su quel palco! -.

‘Diventare’, quella parola riscosse la ragazza, - Diventare la Dea? Non interpretare la Dea? -, chiese stupita ricordando i rimproveri ricevuti perché era diventata il vento.

Chigusa annuì, - Sono sicura che tu non ti limiterai ad interpretare la Dea, ma diventerai la Dea stessa. Quella sarà la tua maschera e sarà diversa sia da quella che ho indossato io sia da quella che porterà in scena Ayumi. Sarà una maschera solo tua e che non deluderà nessuno, devi solo riuscire a portare in scena il tuo cuore tormentato dall’amore. -.

Maya sorrise mentre un nuovo spiraglio di luce tornava ad illuminarle il volto.

- Bene, Maya, ora torna alle tue prove e mostra a tutti il tuo cuore. Io aspetterò di vederti risplendere sul palco. -, si sollevò faticosamente congedandosi dalla sua erede predestinata.

- Grazie, signora. -, si inchinò salutandola per poi fare ritorno alla sala prove.

Uscendo dal Kid’s Studio, il cuore di Chigusa era come se fosse più sereno, “Forse ho sbagliato tutto con te, Maya, spero solo di aver detto le cose giuste poco fa…”.

Salì sulla vettura che l’attendeva diretta dall’altra sua allieva, la più volte definita attrice geniale Ayumi Himekawa.

Follia…
Follia galoppante a saperlo sempre rinchiuso nel suo ufficio invece che con lei. Non le interessava neanche più che oramai fosse totalmente in suo potere, voleva che fosse al suo fianco! Voleva che le sorridesse con infinito affetto!

Voleva vederlo! E subito anche!

Senza pensarci molto decise di raggiungerlo quindi si precipitò nel suo ufficio senza né farsi annunciare né bussare, come se fosse lei la padrona.

Ignorando il fatto che lui fosse chiaramente impegnato nel redigere documenti, gli mise una mano sulla spalla chiamandolo.
Sussultò a quel tocco e rabbrividì di disgusto spostandosi il tanto che bastava per sfuggire a quell’odiata mano.

Perché aveva accettato di sposarla? Perché non si era accorto prima del vero volto di quella donna?

- Masumi? -, era chiaramente stizzita oltre che irritata. Come osava comportarsi così?

- Sto lavorando, Shiori. -, rispose lui senza neanche sollevare lo sguardo dai documenti.

- E io sono la tua fidanzata, Masumi. -, gli ricordò con veemenza, - Ho anche rischiato di morire a causa tua! -.

Masumi chiuse gli occhi, ancora ricatti…

- Vuoi forse vedermi morta per correre da quell’attricetta? -, sibilò.

Strinse forte i pugni cercando di reprimere tutti sentimenti di rabbia e odio che rischiavano di esplodere dentro di lui a quella parola, ‘attricetta’, - No, Shiori. -.

- Allora perché mi fai questo? -, piagnucolò con finta voce infantile, - Perché sei sempre qui invece che con me? Sono la tua fidanzata, tra poco ci sposeremo e sembra che a te non interessi niente, neanche i preparativi della nostra futura casa! -.

Masumi respirò a fondo prima di parlare, - Quello che farai per me andrà bene, dopotutto mi basta solo un letto in cui dormire. -.

- Ma io ho bisogno di vederti! -, insistette la donna pestando un piede per terra.
Sospirò sforzandosi di guardarla in viso, - Se vuoi scusarmi, ho ancora molto lavoro da fare. -, cercò di congedarla.

- Lavoro… -, sibilò Shiori, - …sempre e solo lavoro. Per te io, che sono la tua fidanzata, vengo sempre dopo gli affari. -.

- Sai benissimo che devo occuparmi della Daito per conto di mio padre e che tra breve ci sarà la rappresentazione de ‘La Dea Scar…’… -.

- ‘La Dea Scarlatta’?! -, gridò, - Ancora con quella ragazza? -.

Si accese una sigaretta cercando di trattenere la rabbia che gli ribolliva dentro, - Ho detto ‘La Dea Scarlatta’, Shiori, non la sua interprete. -.

“Che tu sia maledetta, Maya Kitajima!”, - Spero che sia davvero così, Masumi. Sai bene che senza di te potrei morire… -, si conficcò le unghie nel palmo della mano per non far tradire i suoi veri pensieri, “…anche se preferirei che fosse lei, quell’insulsa ragazzetta, a morire!”.

- Vado, ti lascio al tuo lavoro, Masumi. Spero di rivederti presto. -.

Uscì dall’ufficio esattamente come vi era entrata, lasciandolo finalmente solo!

- Maya! -, sussurrò affranto appellandosi a quel nome, l’unica cosa che gli era concessa.

Consigli…
Consigli da dare a un’attrice geniale! Cosa poteva dire a quella ragazza bella come una dea?

Come fare a non ferirla nell’orgoglio?

La guardava muoversi tra gli altri attori, era davvero una bella ragazza dall’aspetto divino ma le mancava qualcosa.

I suoi occhi non esprimevano l’amore della Dea, esattamente come anni prima
non lo esprimevano nello sceneggiato televisivo.

Era solo quello il punto debole di quell’attrice definita
da tutti geniale!

Gli altri attori, il suo partner di scena e persino il suo regista si scioglievano in complimenti per la sua interpretazione, ma lei non era soddisfatta.
Lo si poteva capire dal suo sguardo irritato da parole non meritate…

- Ayumi? -, la chiamò andandole vicino.

La ragazza spalancò gli occhi stupita, - Signora Tsukikage? -.

- Potrei parlarti per qualche minuto? -.

Ayumi le sorrise, - Certo, signora Tsukikage! -. Condusse la sua insegnante nel suo elegante camerino nel quale si accomodarono entrambe. - In cosa posso esserle utile, signora? -.

Chigusa scosse il capo chiudendo gli occhi, - In cosa posso esserti utile io, Ayumi? -.

La giovane attrice chinò il capo, - Se ne è accorta… -, mormorò.

La donna riaprì gli occhi, - Sì, Ayumi, sono qui per questo. -.

Ayumi respirò a fondo, - Come posso esprimere il cuore di Akoya se non lo capisco? -, chiese tristemente.

Chigusa prese le mani della giovane nelle sue, - Non si può capire un cuore innamorato senza aver conosciuto l’amore. Gli esseri umani capiscono solo le cose che possono provare in prima persona, Ayumi, è sempre stato così fin dalla notte dei tempi! -.

- Sarò solo una pallida imitazione di Akoya, signora Tsukikage, mi perdoni per la delusione che le darò. -, era così afflitta.

- No, Ayumi, sei ancora in tempo per capire e per interpretare Akoya. Devi solo permettere al tuo cuore di conoscere l’amore! -.

- Conoscere l’amore? -, ripetè esitante.

- Sì. Pensa a quando eri soltanto una bambina e la tua tata ti diceva di non avvicinarti troppo al fuoco altrimenti avresti potuto bruciarti…-, le suggerì, -…può un bambino conoscere la sensazione del bruciore senza mai averla sperimentata? -.

Ayumi scosse il capo, - Naturalmente no, signora Tsukikage! -, rispose senza dubbio alcuno.

- Quindi può il tuo cuore conoscere l’amore senza mai averlo provato? -.

- Devo conoscere l’amore…-, capì la ragazza, - Ma come posso fare? Io non so niente dell’amore!

So solo quello che ne dicono i grandi scrittori! Come si fa a conoscere l’amore, signora? -.

Chigusa sorrise con affetto e le fece mettere una mano sul cuore in modo da poterne sentire il battito,

- Devi solo ascoltare il tuo cuore! I suoi battiti non sono sempre uguali, pensa a chi te lo fa battere più velocemente, sarà solo quell’uomo a farti capire l’amore! -.

- É…è così semplice conoscere l’amore? -, Ayumi era davvero stupita!

La signora trattene una risata, - Sì, Ayumi, conoscere l’amore è davvero semplice… -, sospirò tristemente, - …il difficile inizia poi. -, “Spero però che il tuo amore non sia triste come lo è stato il mio…”.

- Grazie, signora Tsukikage! Credo di poter interpretare la mia Dea Scarlatta non appena conoscerò l’amore! -.

- Sì, Ayumi, e sono sicura che interpreterai una bellissima Dea esattamente come Maya diventerà una bellissima Dea! -, le sorrise con affetto.

Ayumi annuì con convinzione.

- Torna alle tue prove ora, Ayumi, e ricorda di ascoltare il tuo cuore. -, si congedò dalla sua bella allieva e uscì silenziosamente da Ondine.

Ai cancelli la stava aspettando un’auto nella quale entrò appoggiandosi stancamente sul sedile.

“Sono così stanca!”.
 
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monica 75
view post Posted on 2/5/2010, 14:38




2.


Sentire il cuore



Sentire il cuore…
Sentire il cuore in ogni singolo battito, quando è triste…quando felice…quando inizia a pulsare con più forza.

Quando…
Quando batteva con più forza? Non riusciva proprio a capirlo! Chi poteva riuscire a farle battere il cuore? Neanche ripensando al suo breve passato succedeva…anche pensando agli attori presenti in quello studio il suo battito rimaneva regolare…

Cosa avrebbe fatto se non fosse riuscita a capire l’amore? Ormai mancava così poco alla rappresentazione…
Così poco…
E un’altra lunga, estenuante, giornata di prove era finita senza che il suo cuore accelerasse.
“Forse nel mio destino non c’è l’amore…”, pensò tristemente uscendo da Ondine. Era così assorta nei suoi pensieri da non essersi accorta della pioggia scrosciante che persisteva già da alcune ore.

- Piove… -, sussurrò stupita.
- Oui, il pleut… -, sentì dire da una nota voce poco distante da lei, TUTUM, e si voltò nella sua direzione, - …da questo pomeriggio, mademoiselle Ayumi. -.
- Monsieur Hamil…-, si mise una mano sul cuore, “Perché questo battito tumultuoso proprio ora?”,
- …pensavo fosse partito… -.
- Non, mademoiselle, je sois…-, le si mise accanto coprendola col suo ombrello, -…sono ancora nel suo bel Paese. -.
Ayumi annuì col capo, - Era tanto che non la vedevo…-, sentì una strana stretta al cuore mai provata prima, - Forse non trova niente di interessante nel fotografarmi durante le prove? -.
- Rien d’intéressant? -, chiese stupito, - Sono stato un folle a chiederle di posare per me in uno studio fotografico, mademoiselle Ayumi. -.
La ragazza chinò il capo mentre il suo cuore pareva essersi fermato.
- Lei è bellissima quando nei suoi occhi brilla la passion par la recitazione. -.
- Oh! -, non riuscì a dire nulla in risposta tanto il suo cuore batteva forte.
- Posso accompagnarla alla sua macchina, mademoiselle Ayumi? -, si offrì galantemente Hamil.
- Veramente non mi aspetta nessuno stasera…-, Ayumi sollevò il capo per guardarlo in viso, -…e sono anche senza ombrello come può notare…potrebbe… -, inghiottì la saliva, - …potrebbe essere così cortese da accompagnarmi fino alla metropolitana? -. Il suo cuore si fermò in attesa di una risposta dell’uomo.
- Mais oui, mademoiselle Ayumi! -, accettò con palese gioia, - È un onore per me poterla accompagnare!
-. Le prese la pesante borsa dalle mani e se la mise su una spalla.
- Ma…-, arrossì, -…non posso approfittare così tanto della sua gentilezza! -, cercò di protestare.
- En France un uomo non potrebbe mai far portare una borsa così pesante a una fanciulla graziosa come lei! -, ribattè ridendo.

Alla fine Ayumi cedette rassegnata, - E sia, monsieur Hamil, ma solo per questa volta! -.
- Tres bien! Andiamo, mademoiselle Ayumi? -.
Si incamminarono sotto lo stesso ombrello in direzione della più vicina fermata della metropolitana.

Inconsciamente la ragazza camminava lentamente mentre il suo cuore continuava a battere velocemente come mai aveva fatto prima.
“Devi solo ascoltare il tuo cuore! I suoi battiti non sono sempre uguali, pensa a chi te lo fa battere più velocemente, sarà solo quell’uomo a farti capire l’amore!”, l’eco delle parole della signora Tsukikage la raggiunse con forza…

Guardò con la coda dell’occhio l’uomo che le stava accanto.
Poteva essere lui colui che le avrebbe fatto conoscere l’amore?

Hamil…

Hamil il fotografo francese che desiderava fotografarla.
Hamil che l’aveva seguita fino alla valle della Dea pur di immortalarla.
Hamil che era sempre presente durante le sue prove.
Hamil che era rimasto assente per lunghi giorni e che ora le faceva battere così forte il cuore!

Sì, forse era davvero lui colui che le avrebbe fatto conoscere l’amore. Altrimenti perché il suo cuore batteva così veloce?

- Eccoci arrivati, mademoiselle Ayumi! -.
“Quando siamo arrivati?”, si chiese, le sembrava fosse passato appena un attimo da quando avevano lasciato Ondine…Annuì mentre un gelo più penetrante delle gocce di pioggia scendeva sul suo stanco corpo.

- Merci, monsieur Hamil…oh… -, un’insegna attirò la sua attenzione.
Hamil sollevò un sopracciglio, - Qualche problema? -.
- No… -, scosse leggermente il capo, - …solo che…solo che mi chiedevo se potessi rubare un altro po’ del suo tempo… -, si sentiva imbarazzata.
Sorrise, - Tutto il tempo che vuole, mademoiselle Ayumi! -.
- Allora…allora… -, prese fiato, - …prenderebbe un the con me? -, gli indicò un’insegna dall’altra parte della strada.
- Mais oui, mademoiselle! -, accettò all’istante.
“Perché sono così felice di restare con lui? E cos’è questo calore che si sprigiona dal mio petto all’improvviso?”.

Sentire il cuore…

Sentire il cuore e il suo dolce tepore in presenza di quell’uomo venuto dall’altra parte del mondo.
Sentire il cuore…
Sentire il cuore ed esprimere il suo tormento d’amore come le aveva suggerito la signora Tsukikage.

Ce l’aveva messa tutta in quei giorni per diventare la Dea…ci aveva messo tutto il suo cuore e tutti i suoi tormenti… E le prove erano decisamente migliorate, però…

Però si sentiva così male! Anche stare sotto quell’ombrello le faceva male, era lo stesso ombrello che avevano diviso anni prima in una giornata di neve…il suo ombrello con le fragole!

“Signor Hayami!”, una lacrima le rigò il viso…
Aveva tentato di tornare a ridere, aveva tentato di tornare ad essere la solita Maya…ma tutte le volte che un sorriso le compariva sulle labbra il ricordo di lui lo tramutava in pianto.

Perché doveva soffrire così tanto?
Perché si era innamorata proprio di lui?
Perché era lui il suo ammiratore?
Perché le aveva scritto di averlo deluso?

“Signor Hayami!”, il suo braccio senza più forze le fece cadere l’ombrello dalla mano. Volse il capo verso il cielo lasciando che le sue copiose lacrime si confondessero con la pioggia.

Tempo…

Quanto tempo aveva passato sotto la pioggia? Non ne aveva idea, solo che improvvisamente era cessata. Aprì gli occhi…

- Maya… -…
- Si…signor…signor Hijiri…? -, la pioggia non era cessata, era solo Karato che la stava coprendo col proprio ombrello.
- Ti ammalerai stando così sotto la pioggia. -, era così triste vederla in quello stato e non poter fare nulla…proprio come era triste vedere il signor Masumi rinnegare i suoi sentimenti senza che potesse aiutarlo.
- Cambierebbe ben poco…sto già così male, signor Hijiri! -, scoppiò nuovamente a piangere. Vedere quell’uomo le ricordava il signor Hayami e quell’appuntamento mancato, la fine di ogni sua speranza…
“Perché deve andare così? Non c’è proprio niente che io possa fare per loro?”, le mise una mano sull’esile spalla scossa dai singhiozzi, - Permettimi di accompagnarti a casa, Maya. -.
Ma lei scosse il capo, - Grazie ma non è necessario. -, si chinò per raccogliere il suo ombrello con le fragole.
- Maya…-, Hijiri seguitò a guardarla di spalle, -…non posso fare davvero niente per te? -, chiese più a sé stesso che a lei.
- No… -, sussurrò senza voltarsi, - …anzi… -, volse il capo fino a guardarlo negli occhi, - …una cosa la può fare, signor Hijiri! -.
- Qualsiasi cosa, Maya! -, promise.
Maya deglutì, - Dica…dica al mio ammiratore delle rose scarlatte che… -, nuove lacrime minacciavano di essere versate, -…che anche se mi ha abbandonato, io…-, scacciò le lacrime con gesto deciso, - …io reciterò solo per lui! -, “Sì, io reciterò solo per lei, signor Hayami.”.
- Ritienilo già fatto, Maya. -, le promise. “Come vorrei che queste parole possano farlo reagire e liberarsi dal giogo della sua fidanzata!”.
- La ringrazio, signor Hijiri! -, si inchinò profondamente e poi corse via.
“Maya…”, Karato seguì la scia di quell’ombrello con le fragole che si allontanava velocemente.

Sentire il cuore…

Sentire il cuore e impazzire! Era così che si sentiva guardando la pioggia che scendeva senza sosta su Tokyo.

Avrebbe voluto strapparsi il cuore dal petto, tanto era il dolore che sentiva…
Avrebbe voluto farla finita con quell’assurda vita di imposizioni, perché non poteva fare ciò che il cuore gli comandava?

Perché non riusciva a ribellarsi?
Perché?
Quanti ‘perché?’ senza risposta affollavano la sua mente? Oramai ne aveva perso il conto.

Pensare…
Pensare a cosa? Pensare a lei, lei che amava così tanto eppure non poteva vedere… Pensare a lei, lei la sua fidanzata che lo teneva in pugno coi suoi vili ricatti…
Pensare…
Non voleva più pensare a niente…a niente!

Strinse forte i pugni lungo i fianchi trattenendo l’esplosione nervosa che rischiava di travolgerlo da un momento all’altro, come sempre più spesso gli capitava.

Lavoro…
Doveva assolutamente mettersi al lavoro per non pensare…doveva fare qualsiasi cosa altrimenti l’odiosa voce di quella donna l’avrebbe raggiunto anche a chilometri di distanza.

Nervoso…
Oh, sì! Nervoso e irascibile…era così che si sentiva in quel momento e tutto per quella donna che l’aveva soggiogato così vilmente.

Irascibile…
Oh, sì! Irascibile e nervoso…era così che lo faceva sentire ogni volta che gli ricordava i suoi bassi ricatti.

Chiamò la sua segretaria perché gli trovasse qualcosa su cui lavorare, - Qualsiasi cosa, Mizuki, qualsiasi cosa che non mi faccia pensare. -.

- Sì, signor Masumi. -, acconsentì tristemente la donna che non riusciva neanche più a tirargli frecciatine. Era così triste vederlo in quello stato, quasi barricato nel suo ufficio pur di non pensare e pur di sfuggire alla vista della sua fidanzata.

Squillò il telefono, stancamente e con rassegnazione rispose pensando di sentire un’odiata voce dall’altra parte perché era solo odio quello che provava per la sua fidanzata.
Ma fortunatamente non era lei. - Hijiri! -, sospirò rilassandosi e un sorriso tirato gli comparve sul volto, solo che durò ben poco…

Rimise giù ben presto il ricevitore con l’eco delle parole dell’amico ancora nella mente, “Maya vuole farle sapere che reciterà per lei soltanto, signor Masumi.”.

Non aveva avuto neanche la forza di replicare…

Si mise le mani tra i capelli mentre le tempie gli pulsavano dolorosamente, “Maya…Maya…”.
 
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Emer Kenobi
view post Posted on 3/5/2010, 20:26




e' sempre bellissimo rileggere questi splendidi capitoli... ahhh povero masumi! e maledetta cozza!

però devo dire che masumi lo trovo maledettamente sexy anche quando è disperato^^
del resto l'uomo tormentato ha sempre un suo fascino romantico!!!
 
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monica 75
view post Posted on 25/5/2010, 16:10




Dopo un po' di tempo rieccomi con il capitolo successivo..... un bacione a tutte. :hula:

3.


Serenità e tormento


Serenità…
Serenità, l’essenza dell’amore della Dea scesa sul palco per prima.
Serenità data da un cuore palpitante d’amore per la prima volta in vita sua.

Amore…
Amore puro e incontrastato, appena sbocciato e così gioioso!

Gioia…
Gioia espressa in ogni parola, in ogni sguardo, in ogni passo di eterea e divina danza.

Pace…
Pace dell’anima innamorata e riamata.

Questa era l’interpretazione de ‘La Dea Scarlatta’ di Ayumi Himekawa, una Dea quasi perfetta!

Quasi…
Quasi perché il suo amore appena nato non conosceva né dolore né sofferenza, proprio come un fiore appena sbocciato. Nessuno nella platea echeggiante di applausi parve accorgersi della sua imperfezione, nessuno tranne lei, Chigusa Tsukikage. Ma come poteva non gioire ugualmente per la sua giovane allieva?
Ayumi era felice, aveva ascoltato il suo cuore e l’aveva messo nella sua Dea
Scarlatta! Ayumi aveva creato una maschera solo sua, poco importava che questa non corrispondesse a quella di un amore contrastato perché tra una Dea e un essere umano, per soffrire aveva tutta la vita davanti…era giusto che vivesse appieno del suo primo amore.

“Brava, Ayumi, sei stata sublime e non hai nulla di cui vergognarti.”, Chigusa tenne lo sguardo sulla giovane per tutto il tempo della discesa del sipario sperando che questa sentisse i suoi pensieri.

Finita…
Oh, sì…la sua rappresentazione era finita!

Ce l’aveva fatta? Non lo sapeva ancora ma di sicuro non si pentiva della maschera che aveva indossato, quella era la sua Dea Scarlatta! Quello era il suo cuore, suo e di nessun’altro!

Serenità…
Era consapevole di aver espresso la serenità del suo giovane amore, ma andava bene così, dopotutto non poteva esprimere qualcosa che non avesse provato in prima persona. Quello non era un ruolo in cui potesse fingere sentimenti così forti!
Aveva fatto del suo meglio, aveva usato tutta la sua forza, aveva usato tutto il suo cuore…e ora era finita!

- Come le sono sembrata, monsieur Hamil? -, chiese con un sorriso appena tornata dietro le quinte.
Lui la guardò e scosse il capo…non riusciva a parlare! Prese una mano della ragazza e se la appoggiò sul cuore.

Tormento…
Tormento d’amore era l’essenza della seconda e ultima Dea Scarlatta scesa sul palco.

Amore…
Amore puro e corrisposto ma così contrastato.

Dolore…
Dolore che fa sgorgare sangue dagli occhi per le troppe lacrime versate.
Dolore intramezzato da brevi momenti felici trascorsi accanto all’amato, ma poi la sofferenza tornava con maggior impeto.

Rassegnazione…
Rassegnazione sapendo che l’amore tra un essere divino e un mortale è proibito, severamente proibito!

Proibito…
Proibito proprio come il suo amore, quello di Maya Kitajima.

Disperazione…
Disperazione per il futuro che l’attendeva, un futuro di solitudine e di nuovi dolori. E nuovamente amore assoluto! Come Akoya avrebbe continuato ad amare sempre il suo Isshin, Maya avrebbe continuato ad amare sempre il signor Hayami! Sebbene costasse tutto quell’immenso dolore e quell’immenso
tormento, non poteva essere diversamente! Le loro anime erano divise in due metà…metà che invocavano disperatamente di tornare ad essere un’unica anima, un unico essere.

Questa era l’interpretazione de ‘La Dea Scarlatta’ di Maya Kitajima, una ragazza diventata Dea perché non si era limitata ad interpretare il ruolo, lei era diventata sul serio Akoya!

E ora era finita…finita sul serio…

Ce l’aveva messa tutta, aveva dato tutto il suo cuore tormentato e i suoi sofferti pensieri alla Dea.
Ma la Dea era più fortunata, calando il sipario tornava a vivere nella fantasia collettiva senza più né gioire né soffrire, mentre Maya tornava alla sua vita e ai suoi dolori. Nulla per lei sarebbe cambiato… nulla…non poteva neanche sperare di rivivere i momenti felici trascorsi col signor Hayami come capitava ad Akoya e Isshin ad ogni spettacolo. Cercò di svuotare la mente da ogni pensiero,
cercando di godere almeno della letizia del momento…

Aria…
Nel teatro l’aria sembrava essersi fermata, come i respiri e i cuori dei presenti, come se anch’essa avesse assistito attentamente a quella prodigiosa rappresentazione.
Aria ferma a mirare quegli attori immobili a fine spettacolo mentre lentamente il sipario iniziava a calare.

L’unico suono udibile era il triste cigolio di quel tendone che scendeva inesorabilmente, ma tutti udivano il battito tumultuoso del proprio cuore…

Tutti, soprattutto gli attori che avevano dato vita al mondo dell’arcobaleno che aveva visto Maya Kitajima indossare la maschera di vetro di Akoya…
Tutti, soprattutto lei, Chigusa Tsukikage che aveva finalmente visto realizzarsi il sogno della sua vita, riportare ‘La Dea Scarlatta’ sulle scene. Anche se il suo cuore soffriva per quella ragazza, “Avrei sperato di non trasmetterti il mio destino di amore tormentato e infelice, Maya, avrei tanto voluto che
tu fossi felice!”…
Tutti, soprattutto lui, Masumi Hayami il cui cuore rischiava di esplodere ad ogni battito ma allo stesso tempo moriva poco a poco e inesorabilmente per colpa di lui, l’uomo che gli sedeva accanto, e per colpa di lei, la donna che gli teneva la pallida mano ingioiellata sul braccio…
Tutti, tranne lei…

Lei che lo amava così tanto senza essere ricambiata… Lei che non si sarebbe mai arresa… Lei che lo voleva solo per sé… Lei che lo ricattava pur di tenerlo al suo fianco… Lei che avrebbe fatto di tutto purché quella sciocca ragazzina sparisse per sempre!

“Sparirà, Masumi, sparirà…”, pensò con sguardo folle, “…lei sparirà e la colpa sarà solo tua. Sei tu che mi hai costretta a prendere questa decisione, non è colpa mia ma tua…solo tua! Anche se hai promesso di non vederla mai più, nei tuoi occhi c’è solo lei e per questo deve sparire per sempre!
Dovevi restare con me in tutti questi giorni, non alla Daito…i tuoi occhi dovevano vedere me soltanto, non lei… Ma ora è troppo tardi, Masumi, lei sparirà e tu sarai solo mio, mio e di nessun’altra!”.

Strinse con forza il braccio dell’uomo che le stava accanto, ma lui si irrigidì cercando di sfuggire a quel contatto tanto molesto quanto indesiderato. Shiori voltò il capo di scatto riuscendo a scorgere il corpo steso sul palco di quell’attricetta e le indirizzò uno sguardo carico d’odio e rancore, mentre
il sipario finiva la sua discesa e il pubblico iniziava ad applaudire chiamando gli attori alla ribalta.

“Sparirai! Vorrei farti sparire con le mie stesse mani…vorrei vederti disperata e poi morire con i miei stessi occhi!”.

Finita…
Oh, sì…ora era finita!

Era andata bene? Non riusciva neanche a pensarci, nei suoi occhi era rimasto solo il volto del signor Hayami accanto alla sua fidanzata…

“Signor Hayami, davvero l’ho deluso? Ce l’ho messa tutta solo per lei! La prego, mi dica qualcosa! Qualsiasi cosa che mi faccia capire che nel suo cuore c’è ancora un piccolo spazio per me!”.
Aveva dato la sua anima senza ottenere ancora alcuna risposta…era davvero finita?
 
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monica 75
view post Posted on 28/6/2010, 14:30




Ecco un'altro capitoletto........ un bacio a tutte. :ok:

4.


Follia senza fine



Follia…

Follia senza fine la sua, oltre che premeditata e per questo non si poteva dire che fosse davvero una pazza. Una pazza agiva senza pensare spinta dall’istinto, lei invece trascorreva lunghe giornate riflettendo su come agire per raggiungere il suo scopo.

Anche se sempre follia era… Follia come ciò che stava per compiere con così fredda determinazione, proprio ora che il sipario era davvero calato e il pubblico era in procinto di sfollare.

Fece un cenno precedentemente concordato, segnale che il momento era arrivato, “Il sipario sta davvero per calare, mia cara Maya Kitajima!”.

Guardò al suo fianco, - Bellissimo spettacolo davvero! -, esclamò con velata ironia, - Vorrei complimentarmi personalmente con gli attori! Lei cosa ne pensa, signor Hayami? -.
Lui annuì, - Due interpretazioni diverse ma affascinanti. -, cercò di alzarsi appoggiandosi al suo bastone, - Penso proprio che andrò a chiedere il parere dell’Associazione Nazionale dello Spettacolo, Shiori… -, guardò per un attimo il volto ancora assente del figlio, - Masumi? -, ne richiamò l’attenzione, - Vieni con me? -.

Masumi si alzò, lieto di poter sfuggire alla presenza di quella donna anche se per pochi minuti e in compagnia di suo padre, - Sì, padre. -.

- Torneremo tra poco, Shiori. -, si congedarono dalla donna.

“Molto bene, tutto procede nel migliore dei modi!”, si sollevò anch’essa dalla sua poltroncina…

Follia…
Follia nata dalla speranza e uccisa dalla dura realtà. Aveva sperato così ardentemente di trovare le sue amate rose scarlatte tornando nel suo camerino…anche solo un bigliettino…ma niente, non c’era altro che non vi avesse messo lei stessa.

“Sei solo una sciocca illusa, Maya!”, gli occhi le si inondarono di lacrime disperate, “Signor Hayami… signor Hayami…”, lo invocava follemente con tutta la sua anima.

Si accasciò al suolo prendendosi il capo tra le mani, piangendo tutte le sue lacrime.

Diversi minuti dopo sentì bussare alla sua porta e il suo cuore tormentato riprese a sperare, “Signor Hayami!”. Si alzò rapidamente e prese un panno per pulirsi il volto da lacrime e trucco sciolto, poi balzò ad aprire la porta sorridendo speranzosa ma il sorriso le morì vedendo un uomo vestito in
un classico completo nero e con gli occhiali scuri.

- Signorina Kitajima? -, chiese conferma costui. Maya annuì tristemente. - Una persona vorrebbe vederla, mi segua. -.

Il cuore della giovane riprese a sperare ardentemente, “Signor Hayami!”, - Chi…-, inghiottì la saliva in eccesso, - Chi vorrebbe vedermi? -.

L’uomo si spazientì palesemente, - La signorina Takamiya. Ora mi vuole seguire? -.

Chinò il capo mentre il suo povero cuore finiva il frantumi una volta in più, - Sì…-, sussurrò senza essere sicura che la sentisse.

Lo seguì chiedendosi cosa volesse la fidanzata del signor Hayami da lei…era davvero l’ultima persona che volesse vedere in quel momento…

Perché il destino beffardo voleva metterle davanti il volto sorridente della signorina Shiori proprio in quel triste momento?

Follia…
Si sentiva davvero un folle a spiarla da lontano, però era un folle innamorato e questa era l’unica sua scusante anche per quel bacio rubato con la forza.

Quel bacio…
Che grandissimo errore era stato quel bacio, lei non aveva corrisposto come aveva tanto desiderato.

E ora stava seguendo quell’uomo sconosciuto…

Sospirò, “Maya…”, chiuse gli occhi, “…è il mio destino continuare ad inseguirti senza mai raggiungerti?”.

Si voltò ritornando sui suoi passi, le avrebbe parlato in seguito…non sapeva ancora di cosa, ma gli sarebbe bastato guardarla negli occhi per trovare qualcosa da dirle e magari farla ridere.

Ridere…
Ridere come oramai lei non faceva più da troppo tempo.

Follia…
Poteva essere una follia rispondere a quelle domande? Sorrise guardando i volti ansiosi dei presenti, tra cui c’erano anche gli Hayami padre e figlio.

- Entrambe le rappresentazioni hanno avuto un forte impatto per diversi motivi, a volte anche opposti, ma quale ha destato maggiormente il suo interesse? -, insistette leggermente il presidente della JDA.

- Il mio interesse? -, scosse il capo leggermente, - Entrambe hanno destato il mio interesse. -. Poteva davvero dare già il suo giudizio definitivo? - Piuttosto chi ha destato maggiormente il vostro interesse, signori? -.

Il presidente della JDA annuì, se l’era quasi aspettata quella domanda, - Posso dire che la giovane Himekawa è sembrata davvero una Dea dal primo momento che è apparsa sul palco e ogni suo movimento era perfetto, però… -, si schiarì la voce, - …però ho avuto l’impressione che le mancasse qualcosa, qualcosa che invece Maya Kitajima aveva! Solo lei quest’oggi, per me, ha mostrato
l’autentico tormento d’amore. Questo è il mio parere, signora Tsukikage. -.

“Maya…”, il cuore di Masumi mancò un battito sentendo quelle parole, “…il tuo sogno diventerà realtà, ma io come potrò vivere senza di te?”.

- E per voi, signori? -, continuò a chiedere la signora Tsukikage.

Uno a uno tutti, seppur con parole diverse, diedero la medesima opinione del presidente.

- Bene, ora vi dirò quello che penso io. -, il silenzio calò a quelle sue parole, - Entrambe hanno costruito una maschera che nessun’altra ha mai indossato né mai potrà indossare, perché è la maschera che rappresenta il loro cuore. Da una parte abbiamo visto un cuore sereno e innamorato, dall’altra abbiamo sempre visto un cuore innamorato ma terribilmente tormentato…-, si portò una mano
al petto, - …lo stesso tormento di Akoya… -, si commosse leggermente, - Per questo, anche se entrambe meriterebbero di ottenere il ruolo, la mia decisione…la mia erede non può essere che Maya Kitajima. -.

“Ce l’hai fatta, ragazzina, ce l’hai fatta!”, il suo cuore esultò per quella notizia e la sua anima invocòpazzamente quella dell’amata.

Follia…
Oh, sì follia! Follia sul punto di esplodere inesorabilmente travolgendo qualsiasi cosa le fosse accanto!
Follia che accecava la ragione oltre a metterla a tacere!

Si aggirava per i corridoi, ben attenta a non farsi vedere, dirigendosi con passo sicuro al luogo convenuto.
- Dov’è? -, chiese a chi l’attendeva una volta arrivata.
L’uomo vestito di nero le rispose indicandole una porta chiusa.
- Vi ha visti qualcuno? -, indagò.
- No, signorina Shiori, nessuno. -.
Annuì soddisfatta andando a posare una mano su quella porta chiusa, “Il sipario sta iniziando a calare, Maya Kitajima!”. - Hai portato tutto? -, chiese con un filo di voce.
L’uomo annuì tirando fuori qualcosa dalla giacca.
- Blocca la porta. -, ordinò seccamente e lui eseguì con estrema velocità ed efficienza.
- Vada via ora, signorina, finisco io. -, si premurò di dirle ma lei scosse il capo prendendogli le ultime cose che aveva in mano.
- No, voglio essere io a farlo. -, “Voglio essere io a far calare per sempre il sipario su di te, Maya Kitajima!”.

Tempo…
Il tempo passava lentamente in quel camerino isolato, ma per lei non aveva importanza…era ben felice che il momento in cui avesse avuto davanti la signorina Shiori fosse ritardato il più possibile.

Non capiva perché volesse vederla proprio lì e proprio ora, ma non poteva proprio evitare di incontrarla…
non avrebbe potuto giustificare un rifiuto in alcuno modo e forse il signor Hayami si sarebbe sentito anche più deluso da lei…

Deluso…
Il signor Hayami era deluso da lei.
“Signor Hayami…”, non poteva impedire alla sua anima di invocare quella di lui.
 
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view post Posted on 28/6/2010, 16:11
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Monica che capitolo fantastico...la pazza di shioi che intenzioni a verso maya ...masumi riuscirà a salvarla ...attendo di leggere il continuo.........
 
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Yayoi
view post Posted on 30/6/2010, 20:10




Nooooo, non avrai intenzione di darla vinta alla cozza??? O ancora peggio farla salvare dal Sak...

Ma Masumi DORME???? Come al solito del resto!!! :nani:

Che ansia.

Bravissima a tenere alta la suspance Monica. Posta presto il seguito.

Un besito

 
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monica 75
view post Posted on 28/8/2010, 17:50




Scusate del mega ritardo.... ed eccovi un altro capitolo..... baciotti a tutte.

5.


Divampa l’incendio



Seduzione…

Davanti agli occhi della donna iniziava a sprigionarsi il vivo gioco della seduzione…seduzione dai caldi bagliori rossastri.

Rise divertita, contenta che il suo gioco stesse procedendo così bene.

Non riusciva a togliere lo sguardo dalla sua meravigliosa opera.

- Signorina Shiori, venga via, presto! -, cercò di farla retrocedere l’uomo.
- Andare via? Perché? -, chiese stupita senza distogliere lo sguardo da quelle meravigliose scintille rosse.
Si stupì, - É…è pericoloso stare qui… -.
- Pericoloso? -.
- Sì, potremmo non avere una via di fuga sicura! -, si sforzò di spiegarle, - Dobbiamo andare via, ora! -.

La prese per le braccia obbligandola quasi ad allontanarsi, mentre le scintille prendevano corpo iniziando a diventare boccioli di rose vermiglie…e poi lingue infuocate!

Fuggire…

Improvvisamente si rese conto che doveva fuggire da lì! Doveva tornare al suo posto in platea.

“Mi dispiace solo non poter vedere il tuo volto al momento finale, Maya Kitajima!”, pensò passando accanto a quella porta sigillata.

Dopo essersi separata dall’uomo in nero, tornò tranquillamente a sedersi sulla sua poltroncina di prima fila. Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno avesse notato la sua assenza. Sorrise,
sembrava proprio che tutti fossero intenti a seguire la conversazione tra la signora Tsukikage e i membri dell’Associazione Nazionale dello Spettacolo.

Sentì distrattamente qualche parola, parlavano della rappresentazione come c’era da aspettarsi…
ma le parole finali la fecero quasi ridere, - …la mia erede non può essere altri che Maya Kitajima.-.

“Io non ne sarei così sicura!”.

Caldo…

Iniziava ad avere caldo in quel camerino, sebbene la stagione fosse già fredda e il suo kimono di scena così leggero.
E poi non capiva perché ci volesse così tanto tempo perché arrivasse la signorina Shiori…non che la aspettasse volentieri, però stava passando davvero troppo tempo…

Iniziava a sentirsi anche la gola secca…erano passate ore da quando aveva bevuto l’ultima volta e tutte le lacrime versate poco prima non erano state d’aiuto.

Acqua…

Oh, sì…aveva bisogno di almeno un goccio d’acqua.
Si diresse alla porta, la signorina Shiori avrebbe atteso ma lei aveva assolutamente bisogno di un po’ d’aria fresca e di bere!

Mise la mano sulla maniglia e la girò, ma la porta rimase serrata.

Riprovò un’altra volta, ma niente.

Provò con maggior forza…
“Chiusa?”, come poteva essere chiusa quella porta? Perché era chiusa?

Voci…

Voci di sottofondo inondavano la platea commentando quel verdetto…ognuno dava il suo personale parere, ma nessuno si trovava in disaccordo, Maya Kitajima aveva convinto tutti!

Improvvisamente un suono stridente si profuse in tutto l’edificio, facendo sobbalzare tutti. Era un allarme…

Le voci aumentarono di entità, qualcuno si chiese se fosse davvero il preoccupante allarme…ma poi ci fu la comunicazione dell’altoparlante: - Siete pregati di abbandonare l’edificio. Ripeto, siete pregati di abbandonare l’edificio. -, e il personale di sicurezza che entrò nella sala per aiutare a sfollare senza problemi.

- Possibile che sia successo davvero qualcosa? -, chiese stizzito Eisuke, - E proprio stasera… -.

Sembrava assurdo che quella splendida serata fosse rovinata da un così nefasto evento.

Masumi non ebbe modo di rispondergli in alcun modo perchè Shiori gli si aggrappo al braccio tremante,
- Oh, Masumi! Ho così tanta paura! Cosa succederà adesso? -.

Avrebbe tanto voluto allontanarla da sé, ma dovette trattenersi…quell’allarme poteva non significare niente, però era meglio non rischiare! - Dobbiamo solo uscire di qui. -, rispose quasi meccanicamente.

Imitarono tutti i presenti, avvicinandosi con ordine a una delle tante porte di uscita…presto avrebbero saputo cosa stava succedendo.

Allarme…

Quello era il suono di un allarme!

“Cosa sta succedendo?”, si chiese sempre più preoccupata oltre che accaldata.

- Siete pregati di abbandonare l’edificio. Ripeto, siete pregati di abbandonare l’edificio. -, sentì il freddo annuncio.

Si guardò attorno allarmata.

Paura…

Oh, sì! Aveva una folle paura, doveva uscire ma la porta non voleva aprirsi.
- Devo uscire di qui. -.

Rimise la mano sulla maniglia provando per l’ennesima volta di uscire da lì, ma la ritrasse quasi immediatamente con un gemito.
- Scotta! -, esclamò mentre il panico iniziava a farsi strada nel suo corpo.

Trascorsero lunghi istanti senza che riuscisse a far altro che guardare quella porta serrata, con le mani strette al petto.
“Cosa posso fare? Cosa posso fare?”.

Il momento era arrivato!

Si era chiesta quando se ne fossero accorti nel momento stesso in cui aveva avvicinato la fiammella alle tende, non pensava che ci sarebbe voluto tutto quel tempo! Ma pazienza, ora che l’incendio
era divampato per quell’attricetta non c’erano più speranze!

“Quasi mi dispiace per te, cara Maya, proprio ora che avevi ottenuto il ruolo da protagonista ne ‘La Dea Scarlatta’!”, negli occhi rivide il rosso del fuoco, “Ma non lo saprai mai!”.

Man mano che si avvicinavano all’uscita poterono sentire un nuovo suono assordante, la sirena dei pompieri…

- Un incendio? -, Masumi era allibito, “Maya!”.
- Sembra proprio di sì…-, Eisuke guardò quell’edificio con leggera rabbia…era costato così tanto alla Daito!
- Oh! -, esclamò Shiori, - Un incendio! -, rabbrividì aggrappandosi di più al braccio di Masumi, ma dentro di sé esultava pregustando il sapore della vittoria su quella ragazzetta. “Ora sei solo mio, Masumi!”.

Ma lui non le prestava neanche ascolto, “Maya, dove sei?”, iniziò a guardarsi attorno sperando di vederla tra la folla in attesa di uscire.

Però come poteva essere tra di loro? Lei era andata sicuramente
al suo camerino, mentre lui era tra gli spettatori…era impossibile vederla lì!

Uscirono giusto in tempo per vedere le camionette dei vigili del fuoco fermarsi nello spiazzo davanti al teatro, da esse scesero molti uomini in uniforme che si apprestarono ad affrontare l’incendio.

Poco dopo iniziarono ad uscire i primi attori. Tossivano per il fumo inalato…oramai da qualche finestra si potevano vedere i bagliori vermigli delle fiamme.

Masumi continuò a guardarsi attorno, cercandola ma invano. “Dove sei, Maya?”, il suo cuore iniziava a battere dolorosamente e con angoscia. Vide gli attori del suo cast, ma lei non era neanche
tra loro…doveva sapere, doveva assolutamente sapere dove fosse!

- Vado ad informarmi sulle cause dell’incendio. -, disse staccandosi da Shiori senza neanche guardarla.
“Vai pure, mio caro, tanto oramai è tutto inutile! Il sipario sarà già calato su quella maledetta!”.

Fumo…

Il fumo iniziava a trapelare dagli infissi di quella porta maledettamente chiusa!
- Non può essere…non può essere! -, la sua voce era già flebile ed affannata per la sete e il caldo.

Come poteva essere un incendio? Come poteva essere che la porta non si aprisse? Perché proprio quella sera?

“Signor Hayami…”, invocò il suo nome con la disperazione nel cuore, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

Sirene...

Sentì le sirene spiegate dei vigili del fuoco. Mandò via le lacrime, imponendosi di farsi coraggio,
“Presto spegneranno l’incendio e mi tireranno fuori di qui…la signorina Shiori dirà che sono qui…”.

Eppure l’aria era sempre più rarefatta…le sembrava di avere sabbia in bocca tanta era la sete…quasi le mancava il fiato…quasi sentiva le forze venir meno…

“Signor Hayami!”.

Cercarla…

Doveva cercarla assolutamente! Si muoveva tra la folla come un forsennato agognando di vederla, ma lei non era da nessuna parte.

“Maya!”, sentiva il cuore battergli dolorosamente in petto non trovandola.

Poi vide lui! Forse lui sapeva dove fosse! Gli corse incontro, incurante di essere visto, e gli mise le mani sulle spalle, - Ti prego, dimmi che sta bene. Dimmi che l’hai vista e sta bene! -.

Ma lui chinò il capo, - Mi dispiace, signor Masumi… -.
- Devo trovarla, Hijiri! Devo assolutamente trovarla! -, si sentiva tutta la sua preoccupazione in quelle poche parole.
- La aiuterò anch’io, signor Masumi. -, gli propose, - Sicuramente è fuori da qualche parte, non si preoccupi. -. Si separarono andando in direzioni opposte, con l’accordo di chiamarsi quando l’avessero
trovata.

Masumi continuò a vagare tra la folla che cercava di allontanarsi sempre più dall’edificio e che gli impediva anche la sua ricerca…continuava a scontrarsi con persone che andavano nella direzione opposta rispetto alla sua, qualcuno gli diceva di andare con loro perché così avrebbe messo solo in pericolo la sua vita. Ma lui non ascoltava nessuno, non vedeva nessuno! Solo lei aveva importanza
in quel momento, solo vedere il suo viso poteva tranquillizzarlo.
“Maya!”.

Alla fine vide lui, il giovane Sakurakoji. Pensò di vedere Maya al suo fianco, ma di lei neanche l’ombra.

Corse da quel ragazzo più velocemente che potè. - Dov’è Maya? -, gli chiese appena affiancatolo.
Yu lo guardò stupito, - Non saprei, penso sia qui fuori… -.

Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, aveva cercato ovunque invano! - Speravo fosse con te, non riesco a trovarla da nessuna parte qui fuori… -.
Sakurakoji sorrise, - Si sarà nascosta da qualche parte per la paura! -.
“Paura…”, Masumi guardò l’edificio scintillante di rosso vivo.
- Tutti ci siamo spaventati per l’allarme…-, seguitò Yu ma oramai non lo stava più ascoltando. Un angosciante pensiero aveva preso corpo in lui, mosse un passo verso l’edificio.

“No, Maya…non puoi essere ancora lì…”, iniziò a correre disperatamente, “Non puoi essere ancora lì dentro!”.

Provarci…

Doveva provarci ancora!

Si appellò alle sue ultime forze per avvicinarsi nuovamente alla porta e cercò di spingerla. Ma cadde a terra.

- Devo…uscire…di…qui! -, ansimò.

Si guardò attorno cercando qualcosa che la aiutasse ad aprirsi una via di fuga, ma non c’era niente! Non una sedia, non uno sgabello, non un bastone…niente!

E continuava a tossire per il fumo che ormai aveva invaso l’ambiente…il sudore le colava ardentemente e copiosamente dal viso. Sentiva la pelle bruciare esattamente come i suoi polmoni in cerca d’aria e la sua gola in cerca d’acqua.

“Signor Hayami, almeno lei sarà riuscito a scappare?”.

Non sapeva come fosse riuscito ad entrare sebbene i vigili sbarrassero ogni entrata, però ora era lì. Non sapeva dove cercarla ma era riuscito ad entrare in quel teatro che oramai era un forno!

Faceva caldo, c’era fumo ovunque ma non ci face caso. Il suo unico pensiero era lei, la sua unica speranza era che fosse salva.

“Dove sei, ragazzina?”.

Si diresse ai camerini, sperando che fosse lì. Aprì ad una ad una tutte le porte senza mai trovarla.

- Maya! -, gridava nei lunghi corridoi ottenendo come unica risposta il crepitare del fuoco.

Salire…

Doveva salire, magari era andata al piano superiore. Sperò che fosse davvero lì, ormai tossiva per il fumo inalato e il percorso era sempre più difficoltoso…

Schivò appena in tempo un corrimano che il fuoco aveva fatto precipitare nel vuoto.

- Maya! -, gridò nuovamente, “Dove sei, Maya?”.

Aveva ormai percorso due interi piani senza trovarla…ormai brancolava ansimante, ma lei sembrava svanita nel nulla.

Iniziò a tossire copiosamente, senza quasi più aria nei polmoni. Si accasciò al suolo svuotato da ogni forza. “Maya!”, continuava a chiamarla la sua anima mentre il suo corpo quasi perdeva coscienza…

“Maya, dove sei?”, urlava il suo cuore straziato a cui faceva eco il richiamo di lei, “Signor Hayami!”.
 
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~*Floriana*~
view post Posted on 28/8/2010, 20:46




che bello Monica! Che suspence, bravissima!
Quella cozzaccia maledetta, spero che tu le faccia fare la fine che si merita dopo questa sua pessima trovata...
Posta presto il seguito mi raccomando!
 
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Principe Kaoru
view post Posted on 29/8/2010, 10:11




Bellissima fanfic Monica che suspence mamma mia!!!!!!!!!!!!!!!!!
Spero che quella cozza finisca in padella prima o poi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ma soprattutto spero che Masumi si riprenda e riesca a trovare Maya o comunque che qualcuno li recuprei tutti e due .....
aspetto i seguito con ansia
baciotto
ciaooooooooooooooo





:torta:
 
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monica 75
view post Posted on 4/12/2010, 16:45




Meglio tardi che mai, vi posto un altro capitoletto..... bacioni a tutte. Monica

6.

Visione…realtà…

Visione…

Sembrava proprio una visione vedere Masumi Hayami correre all’interno del teatro in fiamme, eppure era la realtà! Era davvero rientrato sebbene i pompieri avessero cercato di trattenerlo.

- Signor Hayami! -, esclamò il giovane Sakurakoji vedendolo correre a quel modo. Lui non riusciva a muovere neanche un passo verso quel rogo…

- Masumi! -, pigolò lei con aria preoccupata mentre si conficcava le unghie nel palmo delle mani, “Cosa credi di fare?”.

“Masumi!”, aveva gli occhi spalancati…perché suo figlio era corso lì dentro? Non poteva essere vero, suo figlio non poteva essere corso in quell’edificio in fiamme!

- Perché Masumi è corso lì dentro? -, piagnucolò nuovamente la donna, “Credi forse di riuscire a salvarla?”.

Scosse il capo, - Vorrei saperlo anch’io… -.

“Ormai sarà carbonizzata, mio caro Masumi.”. Singhiozzò, - Oh, signor Hayami, sono così in pena per Masumi! -.

- Non temere, Shiori, vedrai che ne uscirà presto… -, “Masumi…”.

Ma i minuti passavano senza che nessuno uscisse dal teatro sempre più arso dalle fiamme…

- Signorina Takamiya? -.

La donna si voltò vedendo un agente di mezz’età. - S…sì, agente? Ha forse bisogno di me? -, chiese stupita, - Il mio fidanzato sta bene, vero? -, le spuntarono le lacrime agli occhi.

- Deve seguirmi, signorina. -, si limitò a risponderle.

- E mio figlio? Mio figlio sta bene? -, si precipitò a chiedere Eisuke.

L’agente scosse il capo, - Di suo figlio non so nulla, signor Hayami. Sono qui perché la signorina Takamiya mi deve seguire. -.

- Ma perché? -, chiese lei, “Non possono avermi vista…non può avermi visto nessuno!”.

- Deve solo seguirmi, signorina. -, le ordinò.

- Signor Hayami… -, si appellò all’uomo, - …ho così paura…Masumi è ancora lì dentro…e se gli fosse successo qualcosa? -.

“No, non può essergli successo niente!”, - Suvvia, Shiori, non ti preoccupare. Vai tranquilla. -. La convinse a seguire l’agente e ritornò a guardare la porta.

Visione…

Visione illusoria e incorporea accompagnata da un fresco vento odoroso di susino scarlatto.

Vedere il suo stesso corpo steso al suolo dall’esterno, - Maya, è mio destino morire qui senza poterti rivedere? -.

Percepire nuovamente quel fresco vento portargli il richiamo della soave voce di lei, - Signor Hayami! -.

Seguire quel dolce richiamo abbandonando il suo corpo inerme e vagare nel teatro avvolto dalle fiamme, passando attraverso le pareti e il fuoco stesso come se non esistessero.

Fermarsi davanti a una porta chiusa e vedere attraverso di essa un altro corpo.

- Sono qui, amore mio. -, sentì dire da quella dolce voce.
- Ragazzina… -, cercò di avvicinarsi a lei e di prenderla tra le braccia ma la sua anima le passò attraverso.
- Vieni da me. -, lo implorò.
- Non capisco…dove sei? -.
- Sono qui, amore mio! -. Vide l’anima di lei materializzarsi sopra quel corpo svenuto e tendergli la mano, lui prese quella mano stringendola forte. - Vieni da me, amore mio! -.

Visione…

Visione delle loro due anime abbracciate che gli mostravano la strada da seguire, lungo il corridoio… su per le scale…e ancora quella porta chiusa.
- Aiutami, amore mio. -.

Realtà…

La dura realtà del fuoco che imperversava e del fumo che gli toglieva il respiro gli fece riaprire gli occhi.

“Maya…”, si guardò attorno ma lei non c’era, “…un’altra illusione come nella valle?”.
Faticosamente si rimise in piedi, “Ma se fosse davvero lì?”. Poteva seguire quell’illusione? Poteva dar retta a quella sciocca visione dettata dal suo cuore?

“Ho forse alternative? Ho forse qualcosa da perdere?”, guardò il lungo corridoio e avanzò mettendo un piede dopo l’altro.

- Aspettami, Maya, sto arrivando. -.

Seguì la strada vista mentre era privo di sensi, affrontando le fiamme sempre più possenti…incurante del caldo pressante…incurante della sete…incurante del fumo che avvolgeva il suo cammino… incurante della stanchezza…

Dove assolutamente arrivare a quella porta! Mancava poco ormai, poche scale e pochi passi…doveva mettercela tutta! La sua anima gli diceva che lei era lì, dietro quella porta, spronandolo ad avanzare.

- Ancora poco, Maya…sono quasi arrivato… -.

Barcollava nel fumo che gli impediva la visuale, ma gli occhi del suo cuore gli fecero vedere quella porta chiusa minacciata da lingue di fuoco, “Maya!”. Affrettò il passo ansimando. - Maya…-, sussurrò, - …sono qui, Maya… -, respirò più profondamente possibile, - Maya! -, gridò con quanto fiato aveva in corpo.

Non poteva essere vero, sicuramente si era sbagliata…era tutta una sciocca illusione, esattamente come nella valle! La sua anima non aveva visto quella del signor Hayami…l’anima del signor Hayami non l’aveva raggiunta fin lì…e quella…
Quella non poteva essere la voce del signor Hayami!

La realtà era che il suo cuore l’aveva chiamato così tanto che ora si era immaginata di sentire la sua voce chiamarla.

“Signor Hayami, non ce la faccio più…vorrei tanto poterla rivedere almeno una volta…solo una volta ancora!”.

Sentì un colpo alla porta e gli occhi le si inumidirono.

- Maya! -, sentì gridare ancora dall’amata voce.
- Si…signor…Hayami… -, ansimò sforzandosi di alzarsi, - …sono qui…sono qui… -.
- Maya! -, lo sentì gridare nuovamente.
Faticosamente si avvicinò alla porta, - Signor…Hayami! -.
- Maya, sei qui… -, lo sentì sospirare attraverso l’uscio.
- Mi aiuti, signor Hayami, la prego! -, mormorò singhiozzando, “È qui, il signor Hayami è qui!”.

Forse la sua illusione di poco prima era stata solo una follia, eppure lei era dietro quella porta!
“Maya, ti ho trovata finalmente!”, cercò di aprire la porta ma questa era serrata.
- Stai bene, Maya? -, le chiese battendo un colpo sullo stipite.
- Sì, signor Hayami. -, sentì la risposta di quella flebile voce.
- Ascoltami bene adesso. Ti tirerò fuori di lì ad ogni costo, Maya, devi avere solo un po’ di pazienza
e allontanarti dalla porta. Capito? -.
- S…sì… -.

Masumi annuì, retrocedette di un paio di passi e poi corse verso la porta cercando di sfondarla.
Solo che questa resistette strenuamente.
“Maledizione!”, riprovò ancora e ancora finché non riuscì nel suo intento. E la vide!

Lei era lì! Era proprio al centro di quel camerino e lo guardava spaurita e con gli occhi pieni di lacrime, - Si…signo…signor…Ha…Hayami… -.

- Ma…Maya… -, ansimò sia per la fatica che per la mancanza di ossigeno.
Lei si portò una mano tremante alle labbra, “Non si è dimenticato di me, signor Hayami…non si è dimenticato di me…”.

Senza rendersene conto, spinto dall’istinto, con lunghe falcate le si mise davanti e la strinse forte tra le sue braccia, “Ragazzina mia!”.

Si abbandonò tra quelle forti braccia, sentendosi finalmente al sicuro anche se in mezzo a un incendio.

Ma poi…poi si allontanò di scatto non osando neanche guardarlo in viso. Aveva le gote rosse d’imbarazzo, “Come ho potuto osare così tanto? Lui è fidanzato con la signorina Shiori…”.

Si passò una mano tra i capelli, - Dobbiamo andare via immediatamente da qui, Maya. -, le tese una mano, - Vieni! -.

Maya, tremante, prese quella mano e finalmente uscì da quel camerino. Fuori era anche peggio di quanto si aspettasse, ovunque c’erano fiamme e fumo. Si immobilizzò terrorizzata scuotendo i capo, - Non posso…non posso… -.

Masumi le strinse maggiormente la mano, - Puoi, Maya. Andiamo! -. Cercò di avanzare tirandosela dietro ma lei era come impietrita.

- Vada, signor Hayami. Si salvi, io…io non ce la faccio… -. A cosa sarebbe servito uscire di lì? La sua vita era come se fosse già finita…anche se lui era andato a salvarla sfidando l’incendio, non l’avrebbe mai amata.

- Maya! -, la prese per le spalle con decisione e la scosse con forza, - Cosa stai dicendo? Sei forse impazzita? -.

Dagli occhi le sgorgarono disperate lacrime.

- Vuoi morire qui, tra le fiamme, proprio ora? -, le chiese con impeto. Ma lei non rispose. - Vuoi morire proprio ora che il tuo sogno si è realizzato, Maya? -.

Chinò il capo, - Si salvi, signor Hayami, vada senza di me… -.

“Vada senza di me…”, come poteva chiedergli una cosa simile? Come?
- No, Maya, tu verrai con me. -, “Come puoi chiedermi di lasciarti qui?”
- Non posso… -, “Come posso seguirla e poi lasciarla andare dalla sua fidanzata?”.
- Perché? -, le chiese atterrito abbandonando le braccia lungo i fianchi, - Mi odi così tanto, ragazzina? -.
“Odiarla? Come potrei se la amo così tanto?”, scosse il capo senza osare guardarlo.
- Allora andiamo. Se non vuoi farlo per me, fallo per te stessa. Mettiti in salvo, Maya. -, rise leggermente,
- Tu non lo sai ancora ma la signor Tsukikage ha già fatto la sua scelta, hai vinto, Maya!
‘La Dea Scarlatta’ è tua… -. Lo guardò stupita, quasi incerta di aver capito bene. - Hai realizzato il tuo sogno, ora vivi… -, “…vivi, amor mio…”, - Vivi, Maya! -.

Mosse un passo senza parlare…doveva vivere anche senza il suo amore…

- Grazie, ragazzina! -, sussurrò mentre svariate scintille caddero su di loro. Si tolse la giacca e gliela mise sul capo per proteggerla ma lei si irrigidì, - Non posso permettere che succeda qualcosa all’uovo d’oro della Daito. -.

- L’uovo d’oro della Daito… -, ripetè stringendosi l’indumento addosso, - …sono solo questo per lei… -, “Perché non può amarmi, signor Hayami? Perché?”.

“Sei molto più di questo…”, le mise un braccio attorno alle spalle stringendola un po’ a sé mentre con la mano libera si sbottonava un po’ la camicia, “…sei la mia vita, ragazzina!”.

Lentamente e con estrema cautela si avvicinarono alle scale, erano invase dalle fiamme.

- Fai attenzione, Maya. -, la strinse di più a sé e mise un piede sul primo gradino di discesa solo che questo cedette schiantandosi di sotto! Masumi si sbilanciò all’indietro per evitare che cadessero nel vuoto e Maya gridò per la paura stringendo nella mano un lembo della camicia di lui.

- Maledizione…maledizione! -, gridò con rabbia Masumi guardando le scale.
- Non…non… -, non riusciva neanche a dirlo…
- No, Maya… -, la rassicurò capendone l’angoscia, - …ti porterò fuori di qui al costo della mia stessa vita! -, promise.
“Signor Hayami!”, il cuore le batteva come impazzito.
- Dobbiamo solo cambiare strada…-, si sforzò di sorriderle, -…se non possiamo scendere, vorrà dire che saliremo! -.

Lei annuì e iniziarono a salire stringendosi l’uno all’altra sempre più, scalino dopo scalino, piano dopo piano.

Alla fine le scale finirono e giunsero alla porta del tetto. - Ci siamo! -, gioì lui mettendo una mano sulla fresca maniglia ed aprendo la porta.

Era mai stata tanto piacevole l’aria fredda della notte? E le stelle notturne erano mai state tanto luminose? Non lo sapevano…non lo sapevano proprio! Sapevano solo che ora i loro polmoni potevano riempirsi di aria fresca e i loro occhi non erano più tormentati dal fumo.

Lì erano salvi!

Cadde in ginocchio scoppiando nuovamente in lacrime, - Non so…non so come…non so come ringraziarla, signor…Hayami! -.

Si chinò accanto a lei, - Allora non farlo, Maya! -, “Sono io che devo ringraziare te, ragazzina!”. Le asciugò il volto con le mani e rise.

Maya si stupì per quell’eccesso di ilarità.

- Hai il viso talmente nero di fumo che le lacrime hanno lasciato il segno! -, la prese in giro.
- E lei non si è visto? Ha anche la camicia bruciacchiata! -.
Scoppiarono a ridere entrambi spezzando finalmente la tensione provata fino a quel momento.
Masumi si alzò e le allungò una mano per aiutarla a fare altrettanto. Sempre tenendosi per mano si avvicinarono al cornicione del tetto chiamando aiuto.

Appena li notarono, i vigili salirono fin lì mediante una scala a pioli per portarli definitivamente in salvo. Si staccarono le mani solo quando uno dei loro salvatori prese tra le braccia Maya per portarla giù, e un altro aiutava Masumi a scendere.

Realtà…

La realtà era solo quella, l’aveva salvata dalle fiamme!
Si voltarono a guardare l’edificio, mentre i loro amici gioivano di rivederli. Qualcuno andò a stringere la mano del signor Hayami, congratulandosi con lui per aver salvato ‘La Dea Scarlatta’ dall’incendio… qualcuno abbracciava Maya…ma loro non li notavano, erano come assenti ripensando a quella strana visione che aveva permesso a Masumi di trovarla e poi salvarla.

“Non posso essermi immaginato tutto una seconda volta.”, pensò lui.
“Non può essere tutta un’illusione anche adesso.”, pensò lei.

Intanto i pompieri finirono di domare quell’incendio le cui fiamme si erano innalzate al cielo, come fossero stati i rami dei susini scarlatti, e i cui rimasugli incendiati continuarono a danzare come tanti petali fino a perdersi tra le stelle.

La signora Tsukikage avanzò verso loro e abbracciò la sua amata erede sollevata che stesse bene, - Sono stata così in pena per te! -. Aveva la voce incrinata dalla commozione, aveva temuto di impazzire non vedendo la sua Maya da nessuna parte. L’avevano più volte pregata di allontanarsi da lì, ma lei non aveva sentito ragioni, senza prima sapere nulla della sua amata allieva non si sarebbe mossa da lì.

- Grazie infinite, signor Masumi. -, inchinò leggermente il capo.

Dapprima lui si imbarazzò per quel gesto, poi si sforzò di formulare qualche parola cortese di spiegazione per il suo folle gesto…tutto pur di non guardare Maya o…o sarebbe diventato paonazzo!

Da parte sua Maya guardava dritto davanti a sé, estremamente stupita e senza accorgersene gli appoggiò una mano sul braccio richiamandone l’attenzione, - Ehm…signor…Ha…Hayami… -, era totalmente rossa in viso, -…gua…guardi…-, alzò timidamente un braccio indicandogli un punto ben definito, - …là… -.
 
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BlueCameila
view post Posted on 4/12/2010, 18:46




:domanda: e poi? e poi?
il seguito prestoo! :sbrill:

Brava bella storia! :ok:
postaa!
:streghetta:
 
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17 replies since 2/4/2010, 08:16   2803 views
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