Meglio tardi che mai, vi posto un altro capitoletto..... bacioni a tutte. Monica
6.
Visione…realtà…
Visione…
Sembrava proprio una visione vedere Masumi Hayami correre all’interno del teatro in fiamme, eppure era la realtà! Era davvero rientrato sebbene i pompieri avessero cercato di trattenerlo.
- Signor Hayami! -, esclamò il giovane Sakurakoji vedendolo correre a quel modo. Lui non riusciva a muovere neanche un passo verso quel rogo…
- Masumi! -, pigolò lei con aria preoccupata mentre si conficcava le unghie nel palmo delle mani, “Cosa credi di fare?”.
“Masumi!”, aveva gli occhi spalancati…perché suo figlio era corso lì dentro? Non poteva essere vero, suo figlio non poteva essere corso in quell’edificio in fiamme!
- Perché Masumi è corso lì dentro? -, piagnucolò nuovamente la donna, “Credi forse di riuscire a salvarla?”.
Scosse il capo, - Vorrei saperlo anch’io… -.
“Ormai sarà carbonizzata, mio caro Masumi.”. Singhiozzò, - Oh, signor Hayami, sono così in pena per Masumi! -.
- Non temere, Shiori, vedrai che ne uscirà presto… -, “Masumi…”.
Ma i minuti passavano senza che nessuno uscisse dal teatro sempre più arso dalle fiamme…
- Signorina Takamiya? -.
La donna si voltò vedendo un agente di mezz’età. - S…sì, agente? Ha forse bisogno di me? -, chiese stupita, - Il mio fidanzato sta bene, vero? -, le spuntarono le lacrime agli occhi.
- Deve seguirmi, signorina. -, si limitò a risponderle.
- E mio figlio? Mio figlio sta bene? -, si precipitò a chiedere Eisuke.
L’agente scosse il capo, - Di suo figlio non so nulla, signor Hayami. Sono qui perché la signorina Takamiya mi deve seguire. -.
- Ma perché? -, chiese lei, “Non possono avermi vista…non può avermi visto nessuno!”.
- Deve solo seguirmi, signorina. -, le ordinò.
- Signor Hayami… -, si appellò all’uomo, - …ho così paura…Masumi è ancora lì dentro…e se gli fosse successo qualcosa? -.
“No, non può essergli successo niente!”, - Suvvia, Shiori, non ti preoccupare. Vai tranquilla. -. La convinse a seguire l’agente e ritornò a guardare la porta.
Visione…
Visione illusoria e incorporea accompagnata da un fresco vento odoroso di susino scarlatto.
Vedere il suo stesso corpo steso al suolo dall’esterno, - Maya, è mio destino morire qui senza poterti rivedere? -.
Percepire nuovamente quel fresco vento portargli il richiamo della soave voce di lei, - Signor Hayami! -.
Seguire quel dolce richiamo abbandonando il suo corpo inerme e vagare nel teatro avvolto dalle fiamme, passando attraverso le pareti e il fuoco stesso come se non esistessero.
Fermarsi davanti a una porta chiusa e vedere attraverso di essa un altro corpo.
- Sono qui, amore mio. -, sentì dire da quella dolce voce.
- Ragazzina… -, cercò di avvicinarsi a lei e di prenderla tra le braccia ma la sua anima le passò attraverso.
- Vieni da me. -, lo implorò.
- Non capisco…dove sei? -.
- Sono qui, amore mio! -. Vide l’anima di lei materializzarsi sopra quel corpo svenuto e tendergli la mano, lui prese quella mano stringendola forte. - Vieni da me, amore mio! -.
Visione…
Visione delle loro due anime abbracciate che gli mostravano la strada da seguire, lungo il corridoio… su per le scale…e ancora quella porta chiusa.
- Aiutami, amore mio. -.
Realtà…
La dura realtà del fuoco che imperversava e del fumo che gli toglieva il respiro gli fece riaprire gli occhi.
“Maya…”, si guardò attorno ma lei non c’era, “…un’altra illusione come nella valle?”.
Faticosamente si rimise in piedi, “Ma se fosse davvero lì?”. Poteva seguire quell’illusione? Poteva dar retta a quella sciocca visione dettata dal suo cuore?
“Ho forse alternative? Ho forse qualcosa da perdere?”, guardò il lungo corridoio e avanzò mettendo un piede dopo l’altro.
- Aspettami, Maya, sto arrivando. -.
Seguì la strada vista mentre era privo di sensi, affrontando le fiamme sempre più possenti…incurante del caldo pressante…incurante della sete…incurante del fumo che avvolgeva il suo cammino… incurante della stanchezza…
Dove assolutamente arrivare a quella porta! Mancava poco ormai, poche scale e pochi passi…doveva mettercela tutta! La sua anima gli diceva che lei era lì, dietro quella porta, spronandolo ad avanzare.
- Ancora poco, Maya…sono quasi arrivato… -.
Barcollava nel fumo che gli impediva la visuale, ma gli occhi del suo cuore gli fecero vedere quella porta chiusa minacciata da lingue di fuoco, “Maya!”. Affrettò il passo ansimando. - Maya…-, sussurrò, - …sono qui, Maya… -, respirò più profondamente possibile, - Maya! -, gridò con quanto fiato aveva in corpo.
Non poteva essere vero, sicuramente si era sbagliata…era tutta una sciocca illusione, esattamente come nella valle! La sua anima non aveva visto quella del signor Hayami…l’anima del signor Hayami non l’aveva raggiunta fin lì…e quella…
Quella non poteva essere la voce del signor Hayami!
La realtà era che il suo cuore l’aveva chiamato così tanto che ora si era immaginata di sentire la sua voce chiamarla.
“Signor Hayami, non ce la faccio più…vorrei tanto poterla rivedere almeno una volta…solo una volta ancora!”.
Sentì un colpo alla porta e gli occhi le si inumidirono.
- Maya! -, sentì gridare ancora dall’amata voce.
- Si…signor…Hayami… -, ansimò sforzandosi di alzarsi, - …sono qui…sono qui… -.
- Maya! -, lo sentì gridare nuovamente.
Faticosamente si avvicinò alla porta, - Signor…Hayami! -.
- Maya, sei qui… -, lo sentì sospirare attraverso l’uscio.
- Mi aiuti, signor Hayami, la prego! -, mormorò singhiozzando, “È qui, il signor Hayami è qui!”.
Forse la sua illusione di poco prima era stata solo una follia, eppure lei era dietro quella porta!
“Maya, ti ho trovata finalmente!”, cercò di aprire la porta ma questa era serrata.
- Stai bene, Maya? -, le chiese battendo un colpo sullo stipite.
- Sì, signor Hayami. -, sentì la risposta di quella flebile voce.
- Ascoltami bene adesso. Ti tirerò fuori di lì ad ogni costo, Maya, devi avere solo un po’ di pazienza
e allontanarti dalla porta. Capito? -.
- S…sì… -.
Masumi annuì, retrocedette di un paio di passi e poi corse verso la porta cercando di sfondarla.
Solo che questa resistette strenuamente.
“Maledizione!”, riprovò ancora e ancora finché non riuscì nel suo intento. E la vide!
Lei era lì! Era proprio al centro di quel camerino e lo guardava spaurita e con gli occhi pieni di lacrime, - Si…signo…signor…Ha…Hayami… -.
- Ma…Maya… -, ansimò sia per la fatica che per la mancanza di ossigeno.
Lei si portò una mano tremante alle labbra, “Non si è dimenticato di me, signor Hayami…non si è dimenticato di me…”.
Senza rendersene conto, spinto dall’istinto, con lunghe falcate le si mise davanti e la strinse forte tra le sue braccia, “Ragazzina mia!”.
Si abbandonò tra quelle forti braccia, sentendosi finalmente al sicuro anche se in mezzo a un incendio.
Ma poi…poi si allontanò di scatto non osando neanche guardarlo in viso. Aveva le gote rosse d’imbarazzo, “Come ho potuto osare così tanto? Lui è fidanzato con la signorina Shiori…”.
Si passò una mano tra i capelli, - Dobbiamo andare via immediatamente da qui, Maya. -, le tese una mano, - Vieni! -.
Maya, tremante, prese quella mano e finalmente uscì da quel camerino. Fuori era anche peggio di quanto si aspettasse, ovunque c’erano fiamme e fumo. Si immobilizzò terrorizzata scuotendo i capo, - Non posso…non posso… -.
Masumi le strinse maggiormente la mano, - Puoi, Maya. Andiamo! -. Cercò di avanzare tirandosela dietro ma lei era come impietrita.
- Vada, signor Hayami. Si salvi, io…io non ce la faccio… -. A cosa sarebbe servito uscire di lì? La sua vita era come se fosse già finita…anche se lui era andato a salvarla sfidando l’incendio, non l’avrebbe mai amata.
- Maya! -, la prese per le spalle con decisione e la scosse con forza, - Cosa stai dicendo? Sei forse impazzita? -.
Dagli occhi le sgorgarono disperate lacrime.
- Vuoi morire qui, tra le fiamme, proprio ora? -, le chiese con impeto. Ma lei non rispose. - Vuoi morire proprio ora che il tuo sogno si è realizzato, Maya? -.
Chinò il capo, - Si salvi, signor Hayami, vada senza di me… -.
“Vada senza di me…”, come poteva chiedergli una cosa simile? Come?
- No, Maya, tu verrai con me. -, “Come puoi chiedermi di lasciarti qui?”
- Non posso… -, “Come posso seguirla e poi lasciarla andare dalla sua fidanzata?”.
- Perché? -, le chiese atterrito abbandonando le braccia lungo i fianchi, - Mi odi così tanto, ragazzina? -.
“Odiarla? Come potrei se la amo così tanto?”, scosse il capo senza osare guardarlo.
- Allora andiamo. Se non vuoi farlo per me, fallo per te stessa. Mettiti in salvo, Maya. -, rise leggermente,
- Tu non lo sai ancora ma la signor Tsukikage ha già fatto la sua scelta, hai vinto, Maya!
‘La Dea Scarlatta’ è tua… -. Lo guardò stupita, quasi incerta di aver capito bene. - Hai realizzato il tuo sogno, ora vivi… -, “…vivi, amor mio…”, - Vivi, Maya! -.
Mosse un passo senza parlare…doveva vivere anche senza il suo amore…
- Grazie, ragazzina! -, sussurrò mentre svariate scintille caddero su di loro. Si tolse la giacca e gliela mise sul capo per proteggerla ma lei si irrigidì, - Non posso permettere che succeda qualcosa all’uovo d’oro della Daito. -.
- L’uovo d’oro della Daito… -, ripetè stringendosi l’indumento addosso, - …sono solo questo per lei… -, “Perché non può amarmi, signor Hayami? Perché?”.
“Sei molto più di questo…”, le mise un braccio attorno alle spalle stringendola un po’ a sé mentre con la mano libera si sbottonava un po’ la camicia, “…sei la mia vita, ragazzina!”.
Lentamente e con estrema cautela si avvicinarono alle scale, erano invase dalle fiamme.
- Fai attenzione, Maya. -, la strinse di più a sé e mise un piede sul primo gradino di discesa solo che questo cedette schiantandosi di sotto! Masumi si sbilanciò all’indietro per evitare che cadessero nel vuoto e Maya gridò per la paura stringendo nella mano un lembo della camicia di lui.
- Maledizione…maledizione! -, gridò con rabbia Masumi guardando le scale.
- Non…non… -, non riusciva neanche a dirlo…
- No, Maya… -, la rassicurò capendone l’angoscia, - …ti porterò fuori di qui al costo della mia stessa vita! -, promise.
“Signor Hayami!”, il cuore le batteva come impazzito.
- Dobbiamo solo cambiare strada…-, si sforzò di sorriderle, -…se non possiamo scendere, vorrà dire che saliremo! -.
Lei annuì e iniziarono a salire stringendosi l’uno all’altra sempre più, scalino dopo scalino, piano dopo piano.
Alla fine le scale finirono e giunsero alla porta del tetto. - Ci siamo! -, gioì lui mettendo una mano sulla fresca maniglia ed aprendo la porta.
Era mai stata tanto piacevole l’aria fredda della notte? E le stelle notturne erano mai state tanto luminose? Non lo sapevano…non lo sapevano proprio! Sapevano solo che ora i loro polmoni potevano riempirsi di aria fresca e i loro occhi non erano più tormentati dal fumo.
Lì erano salvi!
Cadde in ginocchio scoppiando nuovamente in lacrime, - Non so…non so come…non so come ringraziarla, signor…Hayami! -.
Si chinò accanto a lei, - Allora non farlo, Maya! -, “Sono io che devo ringraziare te, ragazzina!”. Le asciugò il volto con le mani e rise.
Maya si stupì per quell’eccesso di ilarità.
- Hai il viso talmente nero di fumo che le lacrime hanno lasciato il segno! -, la prese in giro.
- E lei non si è visto? Ha anche la camicia bruciacchiata! -.
Scoppiarono a ridere entrambi spezzando finalmente la tensione provata fino a quel momento.
Masumi si alzò e le allungò una mano per aiutarla a fare altrettanto. Sempre tenendosi per mano si avvicinarono al cornicione del tetto chiamando aiuto.
Appena li notarono, i vigili salirono fin lì mediante una scala a pioli per portarli definitivamente in salvo. Si staccarono le mani solo quando uno dei loro salvatori prese tra le braccia Maya per portarla giù, e un altro aiutava Masumi a scendere.
Realtà…
La realtà era solo quella, l’aveva salvata dalle fiamme!
Si voltarono a guardare l’edificio, mentre i loro amici gioivano di rivederli. Qualcuno andò a stringere la mano del signor Hayami, congratulandosi con lui per aver salvato ‘La Dea Scarlatta’ dall’incendio… qualcuno abbracciava Maya…ma loro non li notavano, erano come assenti ripensando a quella strana visione che aveva permesso a Masumi di trovarla e poi salvarla.
“Non posso essermi immaginato tutto una seconda volta.”, pensò lui.
“Non può essere tutta un’illusione anche adesso.”, pensò lei.
Intanto i pompieri finirono di domare quell’incendio le cui fiamme si erano innalzate al cielo, come fossero stati i rami dei susini scarlatti, e i cui rimasugli incendiati continuarono a danzare come tanti petali fino a perdersi tra le stelle.
La signora Tsukikage avanzò verso loro e abbracciò la sua amata erede sollevata che stesse bene, - Sono stata così in pena per te! -. Aveva la voce incrinata dalla commozione, aveva temuto di impazzire non vedendo la sua Maya da nessuna parte. L’avevano più volte pregata di allontanarsi da lì, ma lei non aveva sentito ragioni, senza prima sapere nulla della sua amata allieva non si sarebbe mossa da lì.
- Grazie infinite, signor Masumi. -, inchinò leggermente il capo.
Dapprima lui si imbarazzò per quel gesto, poi si sforzò di formulare qualche parola cortese di spiegazione per il suo folle gesto…tutto pur di non guardare Maya o…o sarebbe diventato paonazzo!
Da parte sua Maya guardava dritto davanti a sé, estremamente stupita e senza accorgersene gli appoggiò una mano sul braccio richiamandone l’attenzione, - Ehm…signor…Ha…Hayami… -, era totalmente rossa in viso, -…gua…guardi…-, alzò timidamente un braccio indicandogli un punto ben definito, - …là… -.