| Capitolo 2
Hanno storie d'amore con un passaporto falso, devono scegliere sempre chi tradire e chi no. Come sfollati si muovono, terremotati della vita, un giro di valzer in salita. Gli amanti, gli amanti, gli amanti Hanno amori precari, fanno progetti e fan finta di crederci. (Gli amanti, O. Vanoni)
Mizuki guardò Masumi entrare nel suo ufficio e chiudersi la porta alle spalle. Aveva ancora gli abiti della sera precedente e la barba non rasata. I capelli leggermente spettinati mal si accordavano con la cravatta perfettamente annodata. Scosse la testa. Non era rientrato a casa neppure quella sera. Chissà quale scusa aveva inventato questa volta. Una riunione straordinaria, un contratto complicato, carte da studiare per l’indomani, uno spettacolo importante... Ormai le conosceva tutte le sue scuse, perché buona parte di quelle ridicole bugie le aveva riferite lei stessa, la solerte segretaria del Presidente, a Shiori. Era seccata con lui. Nemmeno si scomodava a raccontar balle a sua moglie personalmente! Tanto, ancora una volta, Shiori gli avrebbe creduto. Quella donna doveva essere molto stupida per credergli, dato che sapeva con certezza chi egli amasse realmente! O forse era solo molto puerile e ‘voleva’ credergli per poter continuare a giocare alla coppia perfetta, in cui lui era un marito devoto, soltanto molto preso dal suo lavoro. E se invece fosse stata disposta a sopportare tutto questo per amore? Qualunque fosse l’ipotesi giusta, almeno questa non era una sua preoccupazione. Ne aveva già fin troppe con quei due! Con un sospiro di rassegnazione bussò ed entrò nell’ufficio del Presidente. Sentiva il rumore del rasoio elettrico provenire dal bagno. Come era sua abitudine andò diretta al punto: - Dovrebbe fare più attenzione, signor Masumi. L’uomo si affacciò dalla porta del bagno quel tanto che gli consentiva la lunghezza del filo del rasoio. La squadrò con freddezza, poi riprese a radersi. - Non sono affari suoi, mi sembra!- Disse scontroso. - Se continua così, diventeranno affari di tutti. Quando una foto di voi due insieme farà il giro di tutti i giornali scandalistici! - Non credo sia possibile. – L’uomo fece spallucce. - Li controlliamo quasi tutti e a quei pochi che non sono sul libro paga della Daito basterebbe un piccolo “incentivo” per renderli più che disposti a tacere! Sinceramente non vedo il motivo per cui lei debba preoccuparsi tanto! - Perché siete imprudenti! - Replicò Mizuki severa. - Tutti e due. Lei soprattutto, signor Masumi. Dovrebbe smetterla di guardarla in quel modo in pubblico! - Quale modo?- Masumi ostentava indifferenza continuando nell’operazione di rasatura, ma, colto in fallo, era arrossito. Mizuki alzò gli occhi al cielo esasperata dall’atteggiamento ottuso del suo capo. Si sforzava di riportarlo alla ragione, ma dentro di sé provava una grande tenerezza per quell’uomo grande e grosso, ingenuo come un ragazzino al suo primo amore. Dov’era finito il cinico calcolatore che non mostrava mai le sue vere intenzioni? Quando erano nella stessa stanza i suoi occhi erano inchiodati alla figura esile della ragazza. La scrutavano, la inseguivano. Brucianti di passione o di gelosia. Come poteva pensare che gli altri non se ne accorgessero? - Come se al mondo non esistesse altri che LEI! - Sbottò la donna, calcando la voce sull’ultima parola.¬Soprattutto ieri sera!! Ha esagerato davvero! Masumi era arrossito più violentemente. Era vero, dannazione, la sera precedente si era comportato in modo troppo scoperto! Lo sapeva bene, ma sentirselo dire dalla sua efficientissima segretaria, mentre lo sgridava come un ragazzino, gli era insopportabile. - Sta passando il limite, Mizuki! Non la pago perché mi faccia da grillo parlante! - Sbraitò lui. - Ci rinuncio, signor Masumi! Faccia quello che vuole. Le ho lasciato l’elenco degli impegni di oggi sulla scrivania... e per carità si cambi d’abito, prima che tutti i suoi dipendenti si accorgano che ha dormito di nuovo fuori casa!- Dicendo questo spinse la porta e lasciò la stanza. Masumi si passava e ripassava il rasoio sulle guance meditabondo. Mizuki aveva senz’altro ragione. Davanti a lei aveva minimizzato, ma dentro di sé non era così certo di riuscire a soffocare lo scandalo se li avessero scoperti. I giornalisti ci sarebbero andati a nozze! La prima attrice e il produttore. Detto così suonava di uno squallore indecente. Che ne sapevano loro del loro amore? Della sofferenza di reprimere la propria passione, di affogare la gelosia in un bicchiere, di ingoiare il dolore in silenzio giorno dopo giorno, anno dopo anno? Non conoscevano quanto le loro incomprensioni li avessero torturati, quanto male si fossero inflitti reciprocamente! Non capivano il suo senso di impotenza nel guardarla sbocciare da lontano restando un’ombra immateriale alle sue spalle, senza poter impedire che un altro uomo si avvicinasse a lei. Non comprendevano la sua incredulità e la sua immensa gioia, quando lei gli aveva rivelato di amarlo, nonostante lui fosse l’essere spregevole che era! Ma ora lei lo amava!! E lo strazio di quei giorni si era trasformato dapprima in una sfolgorante felicità, che aveva fatto terra bruciata di tutto il resto, poi, lentamente, nel dolore dolceamaro di amarsi di nascosto ed infine era divenuto di nuovo tormento. Quello di vivere separati, di ricorrere a bugie e sotterfugi per proteggere il loro amore. Da un po’ di tempo, poi, era diventato sempre più difficile nascondere i propri sentimenti per Maya quando erano in pubblico. Solitamente evitavano di stare vicini e si rivolgevano solo qualche parola di circostanza, come ci si sarebbe aspettato tra due persone che hanno solo rapporti di lavoro, ma adesso un’irragionevole bramosia di stringerla e baciarla lo possedeva incessantemente. Avrebbe voluto reclamare quella donna per sé ogni volta che uno sguardo maschile indugiava su di lei. Paradossalmente erano più intimi quando ancora credeva che lei lo detestasse! Ma allora nessuno faceva caso a quella ragazzina un po’ scorbutica che litigava sovente col presidente della Daito Art Production, urlandogli contro coloriti insulti. Adesso era diverso. Lui era un uomo sposato e Maya era l’interprete della Dea Scarlatta, la proprietaria dei diritti dello spettacolo più acclamato della storia del teatro giapponese. L’attrice eccezionale che aveva sconfitto la geniale Ayumi Himekawa. L’attrice di punta della Daito Art, cui Maya aveva ceduto i diritti di rappresentazione. Per riconoscenza, per amore di lui. Per poter avere una scusa ufficiale per stare vicino a lui. Ogni sera il teatro traboccava di spettatori, le repliche avevano il tutto esaurito per i mesi a venire. E lei era diventata splendida. Adesso non poteva passare inosservata agli occhi di nessuno. Lo dimostravano le enormi quantità di fiori e regali che riceveva ogni sera da uomini di tutte le età. Ed il più intraprendente dei suoi corteggiatori era proprio il suo compagno di lavoro, Sakurakoji. Non si era fatto smontare neppure quando lei gli aveva sbattuto in faccia la sua relazione con Masumi, anzi, dopo quella rivelazione era divenuto ancor più solerte ed appassionato. Maya lo respingeva con gentile fermezza, perché gli era affezionata e non voleva ferirlo, ma Masumi faticava non poco trattenere le sue reazioni. Come la sera precedente.
continua...
Edited by Bebaluna - 28/11/2011, 15:45
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