| ATTO III
La famiglia Takamiya alla fine aveva ceduto, per loro il fidanzamento poteva essere interrotto in qualunque momento, ma spettava a Shiori l’ultima parola. Indubbiamente aveva accettato il fatto che lui non l’amasse, ma questo non le impediva di mantenere il suo privilegio di fidanzata ufficiale. Gli aveva chiesto tempo. Un tempo che lui non aveva. Non voleva averlo. Aveva rincorso il suo sogno per anni, fino al punto di accantonarlo per non venire distrutto, e ora che era lì, a portata di mano, non voleva assolutamente aspettare. Era stato incredibilmente crudele. E Shiori gli aveva rivolto solo un’ultima richiesta. Poter assistere con lui alle rappresentazioni di prova. Da quel momento in poi il loro fidanzamento poteva considerarsi come mai avvenuto. Non poteva rifiutare. Erano arrivati lì insieme. Scesi dalla macchina lei si era appoggiata al suo braccio. Come sempre. Come faceva sempre. Avrebbe voluto scostarla, ma non poteva. Non lì. Lei salutava tutti con fare affabile e cortese, la riempivano di complimenti. Sentiva i commenti dei presenti “Proprio una bella coppia!!!”. Loro non erano una coppia, non lo erano mai stati. Non voleva che Maya li vedesse. Non lo voleva. Voleva andare a Izu, insieme a lei, parlarle di sé, dividere con lei un momento tutto loro. Maya ora lo amava. Tutto era diverso. Lui era diverso. Era riuscito ad andare contro al suo mondo, a come volevano farlo diventare. E tutto questo grazie a lei. E ora si ritrovava di nuovo lì, con la sua facciata di uomo di successo, con una bellissima fidanzata al suo fianco, un matrimonio promettente in vista. Lui non voleva tutto questo. Voleva Maya. Voleva andare da lei, augurarle un sincero in bocca al lupo, trasmetterle i suoi sentimenti. Voleva ammirare la sua dea scarlatta, da solo. Voleva sentirle pronunciare le parole d’amore di Akoya, riservate solo a lui sul ponte di quella nave, e sentirle riecheggiare dentro di sé all’infinito, senza doversi preoccupare di tenere un certo contegno a causa della persona che aveva al suo fianco. L’aveva scorta da lontano. Per un attimo, un flebile attimo, i loro sguardi si erano incrociati. Aveva accennato un leggero sorriso. Maya in risposta si era voltata dall’altra parte. Aveva visto chiaramente la sua sofferenza. Lo sguardo pieno di astio di Sakurakoji mentre si allontanavano insieme. Avrebbe voluto urlare. Aveva cercato di rimanere impassibile, ma da come gli si rivolgevano i presenti il suo turbamento doveva essere palese. “Cerca almeno di contenerti” gli aveva detto Shiori. Non gli importava nulla di contenersi. Stava già facendo del suo meglio per non correrle dietro, afferrarla e abbracciarla davanti a tutti. Gli era mancata immensamente. E ora che era così vicina gli mancava ancora di più. Avevano preso posto e tutto era cominciato.
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