| Grazie Laura! penso ti stupirà sapere chi è il proprietario .... ecco un altro capitolo (finchè ho tempo scrivo , per caso poi dovessi fermarmi), dove si spiegano alcune cosette, ma c'è ancora un po' di suspance^^
CAPITOLO 4
Quando salì sul palco, entrando attraverso le quinte, Maya rimase incantata dalla visione che le si presentò davanti: il teatro era ancora più grande e bello di come si era immaginata! L'enorme platea che poteva ospitare centinaia di spettatori su poltroncine di velluto rosso dai poggioli di legno dorato e intarsiato, i cinque registri su cui erano disposti i palchi, a loro volta decorati con intarsi di legno dorato e delimitati da colonne lignee in stile corinzio. Il Nittei era un teatro all'italiana che poteva tranquillamente rivaleggiare con i modelli europei al quale si rifaceva. La ristrutturazione dopo l'incendio era stata assolutamente accurata in ogni dettaglio, ma molti elementi erano originali, in quanto, fortunatamente, il fuoco, per quanto devastante, aveva interessato maggiormente la scena , le quinte e i camerini, bruciando solo parzialmente la platea e limitandosi ad annerire, a causa del fumo, tutte le preziose parti lignee così finemente decorate. La ragazza era persa nei suoi pensieri immaginando cosa avrebbe provato nel recitare in un logo simile, quando dei rumori provenienti dall'ingresso principale della platea non attrasse la sua attenzione: un nutrito gruppo di persone si stava avvicinando al palco. Maya riconobbe alcune di loro e scendendo la scaletta che dal palcoscenico portava alla platea, corse incontro alle amiche Rei, Sayaka e Mina. Le amiche e colleghe si abbracciarono felici, contente di ritrovarsi tutte insieme in quel luogo: le quattro attrici erano infatti ciò che restava della scomparsa compagnia Tsukikage, che sfortunatamente qualche mese prima aveva dovuto chiudere i battenti, ma che ora erano entrante a far parte della più prestigiosa compagnia Ondine. In realtà soltanto Maya era stata invitata, o forse sarebbe meglio dire quasi costretta a entrarvi, quando la signora Tsukikage, che notoriamente non aveva buoni rapporti con la Ondine e il suo dirttore, il signor Onodera, inaspettatamente l'aveva “ceduta” sotto le pressanti richieste di Onodera stesso. Chigusa aveva posto solo due condizioni: oltre a Maya, anche le altre sue tre attrici rimaste fedeli alla signora, avrebbero dovuto essere assunte, inoltre, anche se aveva acconsentito a rappresentare la Dea Scarlatta al Nittei, aveva ottenuto di poter sovrintendere personalmente alla messa in scena della sua amata opera. Gli altri attori della compagnia diedero un benvenuto più blando alla nuova prima attrice: ancora non si capacitavano che quella ragazza così comune fosse diventata la prima attrice del Nittei, al posto della splendida e geniale Ayumi Himekawa oltretutto! Come fosse stata evocata, Ayumi stessa fece il suo ingresso in platea, avvicinandosi a Maya : era come sempre meravigliosa e altera nel portamento, mentre avanzava avvolta del suo abito di velluto cremisi, i boccoli biondi raccolti sulla nuca con un fiocco dello stesso tessuto e colore dell'abito. Se non fosse stata una cosa risaputa, nessuno si sarebbe reso conto che la ragazza era ormai cieca da molto tempo. “Maya Kitajima, è un piacere incontrarti di nuovo” disse la giovane Himekawa, stupendo i suoi colleghi con l'affabilità e la gentilezza con cui si rivolgeva alla sua antica rivale. “Grazie Ayumi!” disse Maya abbracciando l'amica, che si limitò a sorridere: l'educazione aristocratica e fin troppo rigida che aveva ricevuto, le aveva sempre impedito di mostrarsi espansiva e spontanea quanto Maya, ma proprio per questo, con il tempo aveva imparato ad apprezzare, se non addirittura a voler bene alla collega... anche se questa aveva a suo tempo distrutto il suo sogno più grande: interpretare la Dea Scarlatta! I pettegoli nel mondo del teatro ancora malignavano che la Kitajima avesse ottenuto quel ruolo solo perchè la cecità di Ayumi, dovuta ad una malattia congenita che si era manifestata solo quando la ragazza aveva 17 anni, le aveva impedito di ambire al ruolo che le sarebbe spettato di diritto. In realtà Ayumi, seppur orgogliosa e caparbia, sapeva che le cose non stavano così: poco prima che la sua cecità divenisse totale, la signora Tsukikage, che pure aveva istruito per anni Maya per quel ruolo, le aveva dato una possibilità di misurarsi con la rivale, perchè aveva visto in lei un'altra potenziale Akoya, senza farsi influenzare dalla bellezza e dalla maggiore capacità tecnica di Ayumi. Ma alla fine, dopo aver sottoposto, circa un anno prima, segretamente le due ad alcune prove, la signora le aveva detto sinceramente che, se non ci fosse stata Maya sicuramente la sua scelta sarebbe ricaduta su di lei, ma Maya aveva un qualcosa in più che la rendeva la più adatta (anche se, a detta di Chigusa, ad entrambe mancava qualcosa che invece aveva reso a suo tempo la sua Dea incomparabile: il fuoco d'amore che in lei era divampato per il suo amato Ichiren!). Poco dopo questi eventi, di cui pochi erano a conoscenza, Ayumi era diventata cieca: recitava ancora, ma non più come prima attrice, e purtroppo questa coincidenza aveva alimentato tra le gente l'opinione errata che Maya fosse solo un ripiego! Tant'è vero che alla prima occasione, ovvero quando la compagnia Tsukikage era fallita per i troppi debiti accumulati dalla signora, qualcuno era riuscito l'anno precedente, con il ricatto, ad ottenere i diritti della Dea Scarlatta, e a togliere così anche a Maya la possibilità di interpretarla... quel qualcuno fece il suo ingresso proprio in quel momento e tutti i presenti si girarono nella sua direzione. Maya osservava, cercando, come le aveva imposto di fare la sua insegnante, di reprimere l'astio che provava alla vista dell'uomo senza scrupoli che si stava avvicinando, ma nelle cu mani, sfortunatamente, vi era tutto il suo futuro. Eisuke Hayami, avanzava seduto sulla sua carrozzina, sulla quale era costretto per via dei problemi alle gambe di cui soffriva da molti anni, spinta da un suo servitore e accompagnato dal signor Onodera, che aveva dipinto in volto il suo solito sorriso beffardo. Il proprietario del Nittei era proprio lui, lo squalo del mondo della finanza che aveva comprato il teatro e in seguito lo aveva fatto ristrutturare dopo l'incendio, scoppiato qualche mese dopo, ma era anche l'uomo che, ossessionato da anni sia da La Dea Scarlatta che da Chigusa stessa, che però lo aveva sempre rifiutato, era riuscito a strapparle gran parte dei diritti di rappresentazione, ricattandola grazie ai debiti della donna che lui aveva segretamente saldato. In realtà, dietro a quelle acquisizioni non c'era stato direttamente lui, ma il suo figlio adottivo, Masumi. L'uomo aveva allevato il figlio spietato come lui negli affari, e non solo, strappandolo ancora bambino, dalle braccia della madre indigente, Aia, che poi era morta di crepacuore. Peccato per il magnate che poi lo stesso Masumi fosse morto a sua volta e, si diceva, proprio per colpa dell'ossessione del padre.
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